Indelebile come un tatuaggio

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Uccio è ancora un bambino quando la sua famiglia, spaventata dai rivolgimenti politici e militari del 1954, è costretta a scappare dall’Istria per trasferirsi a Napoli, dove avrebbe dovuto ricevere ospitalità presso parenti facoltosi. Da quel momento si susseguono esperienze destinate a restare impresse nel corpo e nella mente: dalle cattiverie dell’accoglienza rifiutata e del pregiudizio, subite nella stazione di Bologna, alla povertà e precarietà sperimentate nei ballatoi del condominio partenopeo. La curiosità spinge Uccio a esplorare la nuova città: dalla Chiesa delle Capuzzelle alla Basilica di Santa Chiara, dai vicoli dei Tribunali fino alla spiaggia di Coroglio. A fargli da mentore, John Smith, un ex soldato americano costretto a vivere nascosto poiché aveva disertato. Con i suoi racconti, egli lo spinge a vedere oltre le apparenze, a credere in valori autentici e a riconoscere una Napoli viva, pulsante e chiaroscurale, in cui la crudeltà della criminalità organizzata è bilanciata dall’infinita generosità della gente comune e degli ultimi, come i femminielli e le prostitute, che erano stati attivamente impegnati nella rivolta popolare antinazista delle “Quattro Giornate”. Fondamentali si rivelano anche gli incontri con Tommaso, ragazzo nero figlio della guerra, e con Anna, ex prostituta e compagna di John. Grazie a loro, Uccio riesce a fronteggiare ogni avversità, arrivando a comprendere come l’amicizia e l’amore possano cambiare un’esistenza. Di questi sentimenti, in particolare, il ragazzo coglie fin da subito la natura universale, battendosi contro chiunque voglia considerarli appannaggio di uno specifico orientamento sessuale, una razza o una religione. Ben presto, però, per Uccio l’amore da àncora di salvezza si trasforma in condanna. La traumatica rottura con Elvira, sua prima ragazza, la triste morte di John e l’ingiusta incarcerazione di Tommaso rappresentano altrettanti momenti di crisi, che lo fanno sprofondare nella disperazione. Nel pieno della crisi Uccio incontra don Gino, un prete semplice che ha dedicato la sua intera esistenza all’Altro, il cui esempio gli permette di riscoprire Dio e di riconciliarsi con il mondo.

Author: Francesco Testa
Categoria: Tag: Product ID: 2530

Descrizione

il libro

Uccio è ancora un bambino quando la sua famiglia, spaventata dai rivolgimenti politici e militari del 1954, è costretta a scappare dall’Istria per trasferirsi a Napoli, dove avrebbe dovuto ricevere ospitalità presso parenti facoltosi. Da quel momento si susseguono esperienze destinate a restare impresse nel corpo e nella mente: dalle cattiverie dell’accoglienza rifiutata e del pregiudizio, subite nella stazione di Bologna, alla povertà e precarietà sperimentate nei ballatoi del condominio partenopeo. La curiosità spinge Uccio a esplorare la nuova città: dalla Chiesa delle Capuzzelle alla Basilica di Santa Chiara, dai vicoli dei Tribunali fino alla spiaggia di Coroglio. A fargli da mentore, John Smith, un ex soldato americano costretto a vivere nascosto poiché aveva disertato. Con i suoi racconti, egli lo spinge a vedere oltre le apparenze, a credere in valori autentici e a riconoscere una Napoli viva, pulsante e chiaroscurale, in cui la crudeltà della criminalità organizzata è bilanciata dall’infinita generosità della gente comune e degli ultimi, come i femminielli e le prostitute, che erano stati attivamente impegnati nella rivolta popolare antinazista delle “Quattro Giornate”. Fondamentali si rivelano anche gli incontri con Tommaso, ragazzo nero figlio della guerra, e con Anna, ex prostituta e compagna di John. Grazie a loro, Uccio riesce a fronteggiare ogni avversità, arrivando a comprendere come l’amicizia e l’amore possano cambiare un’esistenza. Di questi sentimenti, in particolare, il ragazzo coglie fin da subito la natura universale, battendosi contro chiunque voglia considerarli appannaggio di uno specifico orientamento sessuale, una razza o una religione. Ben presto, però, per Uccio l’amore da àncora di salvezza si trasforma in condanna. La traumatica rottura con Elvira, sua prima ragazza, la triste morte di John e l’ingiusta incarcerazione di Tommaso rappresentano altrettanti momenti di crisi, che lo fanno sprofondare nella disperazione. Nel pieno della crisi Uccio incontra don Gino, un prete semplice che ha dedicato la sua intera esistenza all’Altro, il cui esempio gli permette di riscoprire Dio e di riconciliarsi con il mondo.

l’autore

Francesco Testa è Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Giornalista. Laureato in Economia Aziendale e in Sociologia con lode, H.C. di Doctor of Health Management Engeneering presso la Constantinian University (State di Rhode Island, U.S.A.), ha ricoperto gli incarichi di Top manager di primari gruppi industriali, Direttore Generale di aziende sanitarie e ospedaliere, Presidente dell’Azienda Soggiorno e Turismo di Paestum, Docente di Economia Sanitaria, Esperto dei Ministri del Mezzogiorno e della Cultura e Spettacolo. Insignito delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (O.M.R.I.), di Cavaliere, Commendatore e Grand’Ufficiale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Qualità in Sanità (Edizioni G. Laterza, Bari, 2001); Controllo e programmazione delle aziende sanitarie (Edizioni G. Laterza, Bari, 2001); L’ignorante è schiavo (Graus, Napoli, 2010). Nel settore narrativo ha scritto insieme a Giulia Fera Il canto nel vento. Un sentiero di crescita (Graus, Napoli, 2015), Aironi di carta (Graus, 2017) e Veleni&Verità (Graus, 2018).

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 13 × 22 cm
ISBN

9788883466946

USCITA

marzo 2019

PAGINE

216

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