Difesa ferrea, seconda solo a quella del Torino, e contropiede micidiale furono le armi consuete del Bologna di Weisz che avrebbe, probabilmente, inaugurato un vero e proprio ciclo, se non avesse incrociato, sulla sua strada, più che avversari agguerriti e squadre formidabili, le assurde leggi razziste mussoliniane e la Seconda Guerra Mondiale… Egri Erbstein, insieme al fantastico gruppo creato [il Grande Torino, NdR], fu uno degli artefici della formazione che, da molti, è ancora oggi considerata la più forte e completa squadra che il calcio italiano abbia mai avuto e che, nonostante gli anni trascorsi, detiene ancora un bel numero di record rimasti tuttora imbattuti. |
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Árpád ed Egri
Árpád, l’allenatore del Bologna che “tremare il mondo fa”, ed Egri, il deus ex machina del Grande Torino.
Due uomini, entrambi ebrei ungheresi, grandi allenatori che hanno fatto la storia calcistica italiana, accomunati anche da un’altra esperienza, tragica e disumana: la discriminazione e la de-portazione nei campi di concentramento durante la follia antisemita della Seconda Guerra Mondiale, a opera del nazismo tedesco e del fascismo italiano. Grandi carriere interrotte, egregi uomini di sport e di vita costretti ad abbandonare l’amata rete del campo di calcio per essere trascinati dietro a una rete metallica in un campo di lavoro.
Due esperienze simili, ma distinte nel finale.
Due storie reali romanzate, che rappresentano una delle grandi tragedie del mondo moderno da un punto di vista particolare e interessante.
Dimensioni | 15 × 21 cm |
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ISBN | 9788883465437 |
USCITA | settembre 2016 |
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