Descrizione
Il presente libro raccoglie frammenti e testi scritti nell’a.s. 2003-2004 dagli alunni della quinta A e dela quinta B del plesso “Anna Maria Ortese (ex lotto 10) del 2° circolo didattico “Elsa Morante” di Pozzuoli. Sono immagini ora forti ora comiche, supportate dallo sguardo tenero e duro dei bambini che in poche righe hanno descritto la geometria disturbante di Monterusciello. Il quartiere di cartone, o meglio di polistirolo, li umilia e li carezza, lasciandoli perplessi e gioiosi, critici e offesi, ma sempre desiderosi di attenzioni che non arrivano. Le loro parole sono la traccia sincera di un abbandono mai accettato, le loro parole sono la rabbia di chi vede la propria vita come una deportazione ereditata. Soprattutto, esce fuori uno sconforto disincantato, un pessimismo che si fà beffe degli adulti che li rappresentano.
Il libro è corredato dai commenti degli scrittori Franco Arminio, Antonella Cilento, Diego De Silva, Antonella Ossorio.
il libro
Una raccolta di differenti frammenti ed estratti, scritti durante l’anno scolastico 2003/2004 dagli alunni della quinta A e quinta B del plesso “Anna Maria Ortese” (ex Lotto 10) del II circolo didattico “Elsa Morante” di Pozzuoli, compone il nucleo di questo testo. Domande e interrogativi curiosi, ora candidi e buffi, ora crudi e taglienti, si alternano a notazioni, osservazioni e aspirazioni che altro non sono se non la sincera e genuina spia di un disagio. Quello vissuto dagli “sfollati” di Pozzuoli, temporaneamente “esiliati” nella cittadina “fantasma” di Monterusciello. Un agglomerato di case al limite della vivibilità, un centro quasi totalmente privo di servizi e collegamenti, un complesso edilizio lasciato a sé, pressoché incapace di ospitare intere famiglie e gruppi di persone, segnate da un’acquiescente rassegnazione. Uno “scenario di polistirolo” dove crescere equivale al rischio di sbiadire nel grigiore e nell’anonimato. Eppure, quale segno tangibile e inequivocabile dell’ennesimo caso di incuria e abbandono da parte delle istituzioni e dei privati preposti, dell’ennesimo atto di un dramma tutto italiano, la cui trama e il cui epilogo sono purtroppo ben noti, suonano le parole di questi bimbi. Affermazioni e dubbi schietti, semplici, ma consapevoli di sé e della propria condizione, e forse perciò stesso pazientemente risentiti, indolentemente sconfortati, ma mai pronti ad arrendersi del tutto e a rinunciare alla speranza. L’auspicio più ingenuo e spontaneo, senza retorica d’occasione, quello più naturale e dovuto a qualsiasi bambino cerchi e desideri nient’altro che la normalità e le condizioni essenziali per vivere. Il tutto testimoniato, da una parte, dalle frasi candide e acute dei ragazzini; dall’altra, dagli interventi di scrittori come Antonella Cilento, Antonella Ossorio, Diego De Silva e Franco Arminio, scortati dallo sguardo lucido e critico di Davide Morganti.
l’autore
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.