Ignazio Gaudiosi Poeta mediterraneo

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Ci troviamo di fronte ad una poesia complessa, quando leggiamo le liriche di Ignazio Gaudiosi, una poesia che si fonda, sì, sul sentimento del vivere, ma va alla continua ricerca della parola e della locuzione, che possano meglio infrangere il muro del significato. Un tormento, questo, che da sempre accompagna la sua vasta e variegata produzione poetica, che fin dagli esordi si è presentata come una costante creazione lessicale, sfrondata dalle regole più rigide, ma rispettosa delle regole fondamentali della lingua italiana. Un lavorio incessante, un limare e ritoccare, che punta alla perfezione, ma senza meticolosità, libero nel coniare termini assiomatici, onomatopeici, o semplicemente neologismi, con lo scopo precipuo di dare voce alla miriade di emozioni che si muovono nel complesso sentire lirico del poeta. Sentire difficile, certo, ché si muove insieme alla riflessione sul vissuto, al fine di dare un significato ad ogni singolo evento, a collegarlo agli altri, affinché la vita non si dipani come una serie inspiegabile di fatti, bensì come un continuo svolgersi, che ha un fine e una giustificazione. L’uso frequente della metafora, la creazione di ampie immagini, che vanno assumendo sovente i contorni dell’allegoria, l’originale utilizzo del lessico, tutto concorre ad una poetica raffinata ed intensa, e ad una lirica nuova, affascinante e scabra, decisamente suggestiva, se pure adatta ad un pubblico preparato a comprenderla.

L’opera di Ignazio Gaudiosi è stata recensita moltissimo: di lui si sono occupati illustri critici e articoli sono apparsi su numerosissime riviste culturali. Difficile, pertanto, scegliere stralci di brani critici e recensioni, cosicché ci limiteremo a trarre dal testo di Francesco D’Episcopo  “Ignazio Gaudiosi poeta mediterraneo”alcuni passi significativi.

Author: Francesco D'Episcopo
Categoria: Tag: Product ID: 2909

Descrizione

Speranze ed illusioni

Fermo su quel pensiero,

indulgente sulla ricordanza,

quale frutto ora raccoglie?

Non la veemenza di quel tempo,

non imperiosi decibel,

ma proditori suoni cuspidali.

Si preparano veglie

per ridestate lusinghe

cure con la temperanza

dell’agopuntura.

                                                                                                                    da “Le scabre risonanze”

il libro

Ci troviamo di fronte ad una poesia complessa, quando leggiamo le liriche di Ignazio Gaudiosi, una poesia che si fonda, sì, sul sentimento del vivere, ma va alla continua ricerca della parola e della locuzione, che possano meglio infrangere il muro del significato. Un tormento, questo, che da sempre accompagna la sua vasta e variegata produzione poetica, che fin dagli esordi si è presentata come una costante creazione lessicale, sfrondata dalle regole più rigide, ma rispettosa delle regole fondamentali della lingua italiana. Un lavorio incessante, un limare e ritoccare, che punta alla perfezione, ma senza meticolosità, libero nel coniare termini assiomatici, onomatopeici, o semplicemente neologismi, con lo scopo precipuo di dare voce alla miriade di emozioni che si muovono nel complesso sentire lirico del poeta. Sentire difficile, certo, ché si muove insieme alla riflessione sul vissuto, al fine di dare un significato ad ogni singolo evento, a collegarlo agli altri, affinché la vita non si dipani come una serie inspiegabile di fatti, bensì come un continuo svolgersi, che ha un fine e una giustificazione. L’uso frequente della metafora, la creazione di ampie immagini, che vanno assumendo sovente i contorni dell’allegoria, l’originale utilizzo del lessico, tutto concorre ad una poetica raffinata ed intensa, e ad una lirica nuova, affascinante e scabra, decisamente suggestiva, se pure adatta ad un pubblico preparato a comprenderla.

L’opera di Ignazio Gaudiosi è stata recensita moltissimo: di lui si sono occupati illustri critici e articoli sono apparsi su numerosissime riviste culturali. Difficile, pertanto, scegliere stralci di brani critici e recensioni, cosicché ci limiteremo a trarre dal testo di Francesco D’Episcopo  “Ignazio Gaudiosi poeta mediterraneo”alcuni passi significativi.

l’autore

Ignazio Gaudiosi è nato a Circhina, attualmente città slovena, allora appartenente all’Italia, nel 1931: i genitori erano di origine salernitana ed il padre, ufficiale della guardia di Finanza, era spesso destinato in vari luoghi della Penisola. Infatti, Gaudiosi,dopo altre tappe, ha trascorso l’infanzia e la prima adolescenza a Riva del Garda, per poi rientrare nel paese d’origine negli anni del Liceo. Dopo la laurea in Giurisprudenza, si è trasferito con la moglie Grazia alla Spezia, dove ha seguito la professione forense, ricoprendo prestigiosi incarichi, e dove vive tuttora, padre felice delle figlie Anna e Barbara e nonno di tre nipotini. La passione per la poesia, che pure aveva radici lontane, si è manifestata in età adulta, con una insopprimibile voglia di scrivere, che lo portava ad annotare i versi che gli venivano spontanei su pezzi di carta e nei luoghi più impensati, tanto da destare perplessità nella moglie, che è ora una delle sue più grandi sostenitrici. I numerosi riscontri critici lo hanno indotto alla pubblicazione di parecchi volumi di versi: “Respiri in semiluce”del 1983, “Archi di parole”, del 1986, “Signora Solitudine”, del 1994, “Consuntivi d’autunno”, del 1997, “Le umane parvenze”, del 2001, curato e voluto dal prof. Neuro Bonifazi. Nel 2005, in seguito alla vittoria del Concorso internazionale “Città di Salò”, è stata pubblicata la silloge “Un anno di poesia”, ed infine la recentissima raccolta “Le scabre risonanze”. L’illustre critico Francesco D’Episcopo, docente all’Università Federico II di Napoli, gli ha dedicato uno studio, “Ignazio Gaudiosi poeta mediterraneo”, pubblicato nel giugno 2007, che si è aggiudicato il primo premio narrativa nel Concorso Le Cinque Terre, del maggio scorso.

Francesco D’Episcopo è nato a Casacalenda (Campobasso) il I° maggio 1949 da padre napoletano e madre molisana di Guardialfiera (CB); ha vissuto tra Campania, Molise e Abruzzo, prima di stabilirsi a Salerno, dove risiede, in via Torquato Tasso n. 60.

Ha conseguito la maturità classica presso il Liceo-Ginnasio Statale “Melchiorre Delfico” di Teramo, con il massimo dei voti; si è laureato in Lettere classiche presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” con una tesi in Letteratura italiana sull’estetica del poeta-teologo nel primo Rinascimento italiano, seguita da Salvatore Battaglia e Giancarlo Mazzacurati; si è perfezionato in Storia dell’Arte presso la stessa Università con una tesi su Francesco Petrarca e le arti figurative, sempre con il massimo dei voti e l’invito della commissione esaminatrice a continuare e pubblicare le ricerche sull’argomento.

Tra la laurea e il perfezionamento è stato allievo ufficiale a Cesano di Roma e sottotenente di complemento a Santa Maria Capua Vetere (Caserta).

Abilitato con il massimo dei voti, ha insegnato Latino e Greco nei Licei classici; ha contemporaneamente intrapreso l’attività universitaria nel campo specifico della Letteratura italiana, materia che ora insegna presso il Dipartimento di Filologia moderna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, insieme a Critica letteraria e letterature comparate, e all’Università del Molise per lo specifico ambito otto/novecentesco. 

È stato borsista del Governo francese presso il Centro internazionale di Studi francesi di Nizza, dove ha seguito le lezioni di Michel Butor; è stato, inoltre, borsista della Cassa per il Mezzogiorno presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli per una ricerca sul pensiero politico meridionale.

È membro dell’Associazione internazionale per gli Studi di Lingua e Letteratura italiana, per gli Studi neolatini e dell’Associazione degli italianisti italiani. Ha partecipato con ampie relazioni a importanti congressi nazionali e internazionali. Ha tenuto conferenze in Italia e all’estero (Amiens, Avignone, Budapest, Nizza). Fa parte del consiglio direttivo della Fondazione Guido e Roberto Cortese, che opera a Napoli, e del comitato scientifico della Fondazione Giambattista Vico, tra Napoli e Vatolla (Salerno).  È stato, per molti anni, segretario del comitato provinciale della Società Dante Alighieri di Salerno.

È giornalista pubblicista. E’ stato direttore responsabile della rivista di Storia dell’Arte “ON – OttoNovecento”, fa parte del comitato di redazione della rivista  “Riscontri”.

È critico d’arte e, come tale, ha collaborato all’organizzazione di mostre di alto profilo culturale, presentando artisti in volumi e cataloghi.

È attivo promotore culturale ed editoriale. Presso le Edizioni Scientifiche Italiane di Napoli, dirige la collana Biblioteca del Molise e del Sannio; come addetto all’Ufficio Stampa e Sviluppo della stessa editrice napoletana, ha organizzato e condotto incontri e dibattiti, anche a Galassia Gutenberg di Napoli e al Salone del libro di Torino. Dirige collane culturali con diversi editori meridionali.

È particolarmente presente nella vita intellettuale del Mezzogiorno e delle città che più vive, Napoli e Salerno, dove è presidente e socio onorario di varie associazioni, per le quali tiene conferenze e presentazioni di libri. È presidente e componente della giuria di autorevoli premi letterari, tra i quali quello di poesia “Alfonso Gatto”.

I suoi volumi e saggi figurano in accreditate bibliografie nazionali e internazionali.

Svolge attività didattica e scientifica presso il Dipartimento di Filologia moderna “Salvatore Battaglia” della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dove insegna Letteratura italiana, Critica letteraria e letterature comparate. Insegna, inoltre, Letteratura italiana all’Università del Molise.

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 15 × 21 cm
ISBN

9788883466991

USCITA

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PAGINE

76

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