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Non c’è giustizia. La strage di Maletto nella notte del 2 luglio 1991
Il libro
“Quando chiudo gli occhi, non ritrovo tra i miei ricordi quella bambina felice e spensierata. Al contrario, riesco solo a sentire le campane della mezzanotte suonare, la brezza di luglio sulla pelle, il mio corpo cercare disperatamente riparo e il mio respiro affannato invocare un po’ di ossigeno”.
Vincenza Sanfilippo
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Volevo solo tornare a casa
Il libro
ll libro è una raccolta corale coraggiosa, lucida e toccante di racconti di alcuni familiari delle vittime Covid-19 coordinati per mezzo del comitato nazionale familiari delle vittime “Covid”. Una serie di racconti che sono ben lontani dall’ “andrà tutto bene” scritto sulle lenzuola esposte durante il periodo pandemico sui balconi delle abitazioni e in ogni dove. Volevano tornare a casa, ma è stato negato loro il diritto a decidere della propria Vita gestita, in quel frangente, da persone senza anima e ubbidienti a quelle che venivano presentate come raccomandazioni emanate a mo’ di protocolli dai burocrati politici e tecnico-scientifici. Raccomandazioni funeste che hanno penalizzato i figli, le madri, i padri, i mariti, le mogli, i nonni della nostra Nazione. Chi ha agito in scienza e in coscienza ed empatia ha fatto la differenza. I dubbi che non si sia fatto di tutto per salvare chi si scopriva positivo al tampone e si trovava a doversi confrontare col SSN, sono via via diventati tormento per i familiari delle vittime Covid che hanno scritto le pagine del libro e della storia. Gli autori ci accompagnano nel periodo più buio della loro esistenza, mettendo al servizio dei lettori la scomoda testimonianza di chi ha vissuto una realtà dolorosissima e deve fare i conti con un inquietante e costante interrogativo: “Ho sbagliato a fidarmi?”.
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Le verità sommerse
“…Agli insulti che ho subìto in quest’aula di Tribunale, vorrei rispondere con una preghiera che sono certo sia condivisa da tutte le persone presenti qui oggi. Una preghiera che rivolgo tutti i giorni di questa mia non vita alle persone che non ci sono più, le vittime di questo maledetto incidente. Sono queste le ultime frasi di quella dichiarazione spontanea interrotta, parole che la commozione mi ha impedito di riferire pubblicamente in questi tre anni”.
Tracce di queste emozioni si ritrovano nei fuori onda di quelle poche interviste televisive rilasciate dal Comandante che ha chiesto ai cronisti di interrompere la registrazione durante i momenti di commozione, perché ritenuti intimi e personali. In questo memoriale, la storia del Comandante, la sua vita, le sue esperienze professionali, i suoi ricordi prima e dopo quella tragica notte.
Chi è l’uomo accusato di aver fatto naufragare la Concordia? Trenta anni in mare. Aneddoti, ricordi, testimonianze mai sentite prima. Tutto ciò che non è stato ancora raccontato e compreso del naufragio della Costa Concordia. -
L’inaffondabile
Il libro
L’inabissamento del Bayesian. Una storia fatta di punti di vista, cambi di scena e opinioni contrastanti. Idee, supposizioni, percezioni e visioni di esperti si scontrano per cercare una risposta, nel tentativo di trovare una spiegazione che possa essere credibile, nella speranza di poter analizzare le questioni infime, e forse indicibili, a cui nessuno riesce a dare una soluzione. Un unico obiettivo: portare alla luce la verità nascosta negli abissi del Mediterraneo.
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Keine Gerechtigkeit
Il libro
„Wenn ich aber meine Augen schließe, sehe ich kein frohes sorgenloses Mädchen. Ich kann dagegen nur das Läuten der Mitternachtsglocken hören und die Julibrise auf der Haut spüren. Ich kann noch meinen Körper spüren, der verzweifelt Schutz suchte, sowie meinen keuchenden Atem, der um Sauerstoff flehte“.
Vincenza Sanfilippo
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Ciro Vive
La storia di Ciro Esposito dall’infanzia al giorno del drammatico incidente a Roma. I suoi 52 giorni di agonia al Policlinico Gemelli raccontati dalla madre vissuti da tutta la famiglia. Interviste ai familiari, alla fidanzata e agli amici che raccontano la sua vita ed il suo dramma da diverse angolazioni.
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Cercate l’assassino
Il libro
Tre uomini, Mark, Stephan ed Ernest, accanto ad una giovane donna, Claudia, nei quattro giorni prima della sua morte: l’ex marito, da cui si è da poco separata, il nuovo compagno ed un medico del reparto, dove lavora come operatrice socio-sanitaria. Tutto questo in una combinazione di eventi, di comportamenti e di strane coincidenze, che fa sì che, all’improvviso, il mondo lavorativo, il suo passato sentimentale e la nuova relazione si intersechino, entrando, tuttavia, in cortocircuito. Un cortocircuito “mortale” per le stesse indagini che seguono alla sua morte e che finiranno per ignorare perfino quello che lei era: una donna che anteponeva la verità, l’amore, la passione per il lavoro e la dedizione per le figlie ad ogni altro tipo di compromesso. E così il caso viene archiviato come “suicidio”. Un “suicidio” tuttavia senza movente, complice una perizia grafologica sulla base di scritture di comparazione poco attendibili, ma che, per chi indaga, assume il valore dell’oro colato, producendo l’effetto “tabula rasa” su tutto ciò che, invece, avrebbe fatto indagare per omicidio. Un depistaggio, suo malgrado, perfettamente riuscito. Una segnalazione esatta del capo della Polizia, reiteratamente ignorata. L’onnipotenza della presunzione d’infallibilità. Ecco l’incredibile storia di Claudia Bartolozzi, morta a trentatré anni, a Macerata, nel giorno dell’anniversario del suo matrimonio, il 29 ottobre 2009, nella sua auto avvolta dalle fiamme, senza nessuno che si sia mai voluto mettere alla ricerca del suo assassino. Una storia vera raccontata con il ritmo e la suspence del thriller, ma con i toni delicati del romanzo. Una denuncia pubblica di quella ricerca della verità che non vi è mai stata e di quella “sete di giustizia” che è mancata del tutto. Ma soprattutto un invito a tutti i lettori a diventare detective, per scoprire come i fatti accaddero veramente. Tutto ciò non prima, però, che essi stessi siano messi in condizione di rispondere autonomamente alla domanda: suicidio o omicidio? È proprio questo uno degli scopi principali del libro.
Maria Letizia Clarici
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I Giardini di Bagh-e Babur
Il testo si presenta come una lucida cronaca dei viaggi intrapresi dal giornalista salernitano, Lorenzo Peluso, per alcune delle più pericolose zone calde del XXI secolo: Afghanistan, Kurdistan e Iraq. L’autore dà vita a un ricco mosaico di descrizioni e argomentazioni, sempre filtrato dal serio e disincantato sguardo del reporter navigato, continuamente coinvolto nell’atto di deradicalizzare la distanza tra le distaccate e aleatorie percezioni del lettore, e il vero volto del Medio Oriente. In quest’ultimo, bellezza e desolazione si confondono in un abbraccio le cui vibrazioni si perdono nelle asciutte ma sentite descrizioni di bellissimi giardini e città fantasma, del goliardico Karim di Kabul e delle coraggiose combattenti contro lo Stato Islamico. Il filo rosso che unisce tutta l’esperienza narrativa è quello di un fiero senso di appartenenza, che guida il corrispondente estero tra le fila di giovani soldati italiani, consapevoli di essere anche loro uno dei volti dell’Afghanistan.
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Sulla pelle e nel cuore. Quei bravi ragazzi che uccidono
Il libro
Giulia, Chiara, Antonella, Sara, Melania, Roberta, Elena, Stefania, Maria, Fabiana. Sono nomi di donne uccise per mano di chi diceva di amarle. Sono nomi comuni, e noi conosciamo i loro volti sorridenti solo quando il loro sorriso è stato spento per sempre. Quale legame c’è tra queste donne accomunate dallo stesso tragico destino? Nelle loro esperienze di vita esiste un identico copione che rivela i segnali di una relazione malata. Storie di giovani vite spezzate che hanno riempito le pagine più buie della cronaca di questi ultimi vent’anni. Questo saggio racconta non solo la sofferenza delle donne vittime di violenza, quelle che hanno lottato invano, quelle che non ce l’hanno fatta, ma raccoglie anche il grido di chi è sopravvissuta. La paura di non farcela, le sentenze avvilenti, le battaglie quotidiane contro il silenzio, il senso di frustrazione, di ingiustizia, di vergogna, e lo sforzo per denunciare, il timore di sentirsi poi abbandonate, la fatica di ottenere giustizia e risarcimenti e, ancor più, quello di sopravvivere al trauma e di ricominciare a vivere. Una parte del testo è infatti dedicata agli strumenti che la legge offre nel contrasto alla violenza di genere. Solo nel 2023 le vittime di femminicidio sono 118. Dietro questi numeri ci sono genitori, figli fratelli, sorelle, amici. L’Italia intera che piange. La violenza sulle donne non è una faccenda privata, qualcosa che riguarda le altre donne. È necessario comprendere che la loro esperienza può riguardare chiunque. Può essere anche la nostra. Come la nostra deve essere questa battaglia. Qualunque cosa abbia a che fare con la violenza non si può e non si deve chiamare amore.
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L’enigma della busta gialla
Matteo è uno studente di Giurisprudenza che, insieme ai suoi amici, scrive per la testata online “Quarta pagina”. La loro ultima inchiesta approfondisce le voci di corridoio e le testimonianze di alcuni studenti che sembrerebbero accusare i docenti dell’ateneo di compravendita di esami e di concorsi truccati. I sospetti aumentano quando in redazione arriva una misteriosa busta gialla, anonima, piena di appunti e documenti che indicano i prezzi da pagare o, in alternativa, le prestazioni sessuali a cui gli studenti devono sottoporsi per superare un esame difficile. Nel frattempo al Commissario Guido Annunziata, esperto nella caccia ai camorristi, viene affidato un caso relativo all’aggressione di un impiegato dell’ateneo. Quello che sembra un caso di poca importanza, di routine, cela un losco scandalo che rischia di travolgere una delle università più prestigiose d’Europa.
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Il veggente criminale
Una giornalista di nome Anna si reca in una contrada di Brindisi, in Puglia, dove gira voce ci sia un ragazzo di umile famiglia con una dote speciale: vede la Madonna che lui chiama la sua “Mamma Celeste” e che gli dà dei messaggi da diffondere a tutta la popolazione. Anna vuole verificare con i propri occhi la veridicità degli avvenimenti e finisce invece per diventare una seguace di Patrizio Cosenza. Il sedicente mistico è un ragazzone che si è sempre considerato escluso dalla società, dalle tendenze sessuali poco chiare e grazie alle sue visioni e ai suoi momenti di trance, accompagnati spesso e volentieri da fuoriuscite di sangue dalle mani e dalla fronte, riesce ad attirare sempre più persone al suo seguito. Nessuno osa contraddirlo, pendono tutti dalle sue labbra nonostante alcune falle nella sua credibilità a cui però gli adepti non sembrano fare caso. I suoi compagni finiscono per essere completamente plagiati da lui al punto da farsi condizionare in ogni scelta di vita. Col tempo, però, dopo essersi ingraziato l’arcivescovo Tucci, che lo riaccredita in Vaticano dopo essere stato persino scomunicato, la vita losca e segreta di Patrizio inizia a venire a galla e sarà Anna che, sentendosi ingannata da un uomo che “mostrando il Paradiso ha tentato di trascinarla all’Inferno”, riuscirà per prima a smascherare la sua vera indole diabolica e criminale.
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Il segreto delle lacrime
“Avevo solo vent’anni, non avevo la consapevolezza che ho adesso e ho avuto paura. Oggi vorrei chiedere perdono a tutti”.
Sembrerebbe che negli ultimi anni la Vergine Maria si sia manifestata ai propri fedeli comunicando attraverso le lacrime: è il caso della Madonnina di Civitavecchia. La statuina piangente lacrime di sangue non si trova in un luogo di culto, ma nella casa di una normale famiglia, che il pomeriggio del lontano 2 febbraio 1995, ha assistito all’evento straordinario. Sembra che il fenomeno si sia verificato altre volte, numerosi fedeli e religiosi sono accorsi nel cortile di casa Gregori, la notizia fu diffusa rapidamente dai media, dividendo l’opinione pubblica tra diffidenti e credenti. Ma cosa è successo davvero quel pomeriggio? Qual è il vero segreto che circonda la vicenda? Una responsabilità troppo grande, la paura di parlare: Il segreto delle lacrime è una confessione che mostrerà senza filtri qual è la realtà dei fatti accaduti ad Ivano e Leandra, e come il loro destino si sia incrociato, anche solo per un istante, con quello di Jessica Gregori. Venticinque anni di ansie, tormento ed ingenuità che trovano sollievo in un’intervista inedita, redatta da due croniste appassionate. È la rivelazione di un segreto, che potrebbe dare alla Chiesa la prova del suo scetticismo.
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La città insensibile
Carmine Zamprotta affronta, in maniera lucida e dettagliata, le problematiche di Napoli, rappresentata come una città “insensibile” di fronte all’ascesa al potere della criminalità organizzata e sorda ai bisogni della società. Le infiltrazioni camorristiche, presenti ormai in ogni strato e settore, sotto l’occhio accomodante di politica e istituzioni, sono un elemento di causa-effetto che scatena e crea quanto di mortale e fetido c’è e può esserci nella cittadina partenopea e in tutta Italia. Con lo stile diretto tipico di un’inchiesta giornalistica vengono analizzati avvenimenti crudi e spietati accaduti negli anni e che ancora oggi restano ben saldi nella memoria di chi li ha vissuti o di chi ne è stato spettatore. Un quadro clinico di argomenti di questi tempi scottanti, ma allo stesso tempo di estrema rilevanza per sanare le patologie che alterano la normale esistenza di una buona società.
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Cuorineri – Il Direttore
Sullo sfondo di una Brindisi deturpata dal contrabbando, dallo spaccio e dalla corruzione s’intrecciano le vicende di Franco Altavilla, Luigi Narcisi e Luigi Patisso.
Tre nomi reali, tre storie vere segnate da rapine, omicidi, reati penali da scontare in carcere per conto di una criminalità organizzata che sembra essere l’unica strada da percorrere per i tre protagonisti; il romanzo, infatti, sottolinea come diventare professionisti del malaffare (così li definisce l’autrice) sia la diretta conseguenza di un’infanzia dominata dalla povertà e dalla privazione, da genitori anaffettivi o violenze domestiche; di un’adolescenza in cui l’ossessione di arricchirsi diventa un bisogno impellente, così come la necessità di emergere nel ruolo di leader del gruppo.
Agli occhi dei protagonisti, quindi, la vita del mafioso appare come una chiave d’accesso all’agiatezza e alla gloria a cui hanno sempre aspirato. Ben presto, però, questo stesso stile di vita ardentemente desiderato costringerà i personaggi a sacriici sempre più grandi: la salute, gli affetti, l’integrità. Sarà proprio il richiamo di quest’ultima che porterà Narcisi e Patisso alla decisione di cambiare, di cominciare a vivere all’insegna dell’onestà, di investire in istituzioni cittadine non più corrotte, sostenendo la candidatura di Anna, ex-compagna di classe di Narcisi, come sindaco di Brindisi.
Da questo si evince il punto cruciale di tutta la narrazione, il destino della città e quello dei protagonisti sono uniti da un legame inscindibile: così come l’ambiente ha determinato le loro scelte di vita, il loro cambiamento etico contribuirà a salvare Brindisi, a liberarla dall’alone di corruzione che la sta lentamente annientando. -
Amico del cuore
I ragazzi del muretto sono un’istituzione degli anni ’80/’90, quando non esistevano gli smartphone e la PlayStation, quando ancora si scendeva in piazza a giocare a pallone o al parco per divertirsi a nascondino.
I ragazzi del muretto sono quelli che si volevano bene, che si chiamavano per soprannome, quelli che ti venivano a citofonare chiedendo a tua madre il permesso di farti scendere.
I ragazzi del muretto sono gli stessi anche dopo il passar delle stagioni, e nonostante i matrimoni e i figli in arrivo, non mancano mai di rinnovarsi il bene e di rifugiarsi nei ricordi di un passato spensierato, il ricordo delle loro anime di bambini.