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Una vita sospesa
Il libro
Una vita sospesa è un intreccio elaborato che propone un singolare modello di narrazione, che spesso sconfina nel soliloquio, vera cifra distintiva di un’opera che mette al centro le dinamiche familiari durante il periodo della pandemia da Covid-19. Il realismo narrativo e la vivacità dei personaggi della prima parte lasciano spazio a una seconda fase che riprende la formula diaristica, efficacemente introdotta per riportare l’evoluzione dell’andamento del virus e le ripercussioni sociali ed emotivo-psicologiche. Una spiccata sensibilità artistica e un frizzante piglio narrativo permettono all’autrice di aprire ampi excursus di carattere riflessivo su tematiche esistenziali intorno alle quali si sviluppano considerazioni talvolta filosofiche. Non mancano, poi, inattesi agganci con una dimensione più genuina e verace, come quella evocata dal dialetto napoletano. L’epilogo è sorprendente, ma resta coerente con l’approccio fiducioso che l’autrice conferisce a tutta l’opera, cui affida, tramite il racconto della nascita del nipote Biagio, la positività di un messaggio che va oltre i limiti della sofferenza umana.
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L’eco del passato. Scommessa sul futuro
Il libro
Le mille vite di Gaspare Bassi fuse in un’unica autobiografia dai risvolti toccanti. Tutto inizia per caso e un consiglio di un amico si traduce in un romanzo di una vita in cui l’amore, il rigore professionale e un profondo spessore morale regnano sovrani. Dopo l’infanzia felice a Pietramelara e il trasferimento a Rimini e poi a Salerno, Gaspare approda alla “stanza numero 74” del Collegio universitario Miranda, per intraprendere quella che si rivelerà una brillante carriera universitaria e, poi, professionale. Al coronamento del sogno di diventare medico, si accompagnerà il matrimonio con la dolce Antonella, da cui nasceranno tre figli ai quali dedicherà grande affetto. L’eco del passato non è solo il racconto di un Primario di Chirurgia, ma è soprattutto la storia di un marito innamorato, un padre attento e un uomo empatico con i suoi pazienti, in molti dei quali ha lasciato un’impronta indelebile come medico e, prima di tutto, come persona.
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La calciatrice
Il libro
Pollena Trocchia, paese in cui da sempre regnano l’arte e la cultura, è il luogo in cui la vita di Annamaria si è evoluta, forgiando il suo animo da combattente che da sempre la contraddistingue. Sempre pronta a trascrivere i suoi pensieri su carta, in questo libro Annamaria si racconta in tutta la sua totalità, portando con sé il lettore attraverso i suoi pensieri fantastici e sognanti l’amore nella fanciullezza, pregni di malinconia e di riflessioni sulla vita durante la maturità, offrendo così un quadro ricco di bellezza e tormento. Sin da piccola tutto per lei ruotava attorno a un unico sogno, quello di diventare calciatrice. Un sogno riposto in un cassetto e circondato dai suoi incubi più bui e da mille ombre.
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Per vocazione
Il libro
Quando partire e lasciare la città di Napoli era considerato tutto sommato giusto e normale, uno di questi ragazzi riempì di indumenti inadeguati la sua valigia e partì con un sogno. Quel ragazzo si chiama Vincenzo De Cupis e il racconto che segue nelle prossime pagine è il suo. Spetta al lettore scoprire la storia, le ragioni, le peripezie di questa avventura che riguarda Vincenzo, parlando direttamente a tutti noi, delle nostre scelte spesso sofferte, mentre procediamo ad andatura spedita sulle montagne russe dell’esistenza terrena. Anche le montagne hanno avuto un ruolo in questa storia, anche la morte, soprattutto la morte. In mezzo la vita e la voglia di difenderla, di proteggere chi non poteva tutelarsi da solo. Il lettore scoprirà questo e molto altro mentre si addentra tra le pagine di questo libro. Cresceremo insieme al protagonista di questa storia, in una Napoli che non esiste più, eppure è sempre uguale a se stessa.
Dalla Prefazione di Alessandra Clemente
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Graffiti vietresi
Il libro
Questa pubblicazione è una antologia della memoria collettiva di Vietri sul Mare, paese da cui inizia l’immaginifico itinerario della Costiera Amalfitana. In questa raccolta i lettori potranno ritrovare luoghi, personaggi, testi, poesie. È un libro per non dimenticare, da conservare e consegnare a chi verrà dopo di noi perché non si disperda un patrimonio con il quale si è costruito una comunità di artigiani, artisti, imprenditori, letterati, scrittori. Si ritrovano insieme testi dedicati a Vietri da scrittori di fama internazionale, recenti e dei secoli passati, nonché di giornalisti e letterati di anni più a noi vicini, personaggi raccontati in articoli o recuperati in foto d’epoca. Una raccolta, in sintesi, di un patrimonio diffuso nel tempo, in varie e diversificate pubblicazioni che qui è stato messo insieme per un immediato riscontro con un passato che ci appartiene e che dovrà appartenere alle generazioni future.
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Persone, amore, libertà. Riflessioni (n. 61) ispirate alla dicotomia di Luciano De Crescenzo
Il libro
Nella vita si può essere “uomini d’amore” o “uomini di libertà”: è quanto, in sintesi, sostiene il prof. Gennaro Bellavista, il personaggio creato dallo scrittore e filosofo Luciano De Crescenzo e immortalato nel best-seller Così parlò Bellavista. Viaggiando su queste premesse, è nata in Focus Consulting l’idea di una rubrica periodica, lanciata sulle pagine social (Facebook, Instagram, Linkedin) della società di HR, dal titolo: “FM on Vision. Donne e Uomini di Amore e Libertà”. La rubrica ha coinvolto decine di protagonisti del mondo del lavoro, dell’economia, della cultura, dello spettacolo, in una sorta di incontro con i pensieri, un appuntamento con la fantasia. Un “tesoretto” di testimonianze che hanno messo in luce i valori fondanti di aziende, manager, protagonisti, influencer e professionisti, gli stessi (valori) che poi sono alla base del lavoro che da anni contraddistingue i progetti e le attività di Focus Consulting. In un momento storico e spazio-temporale nel quale alcune certezze e taluni valori storicamente e faticosamente acquisiti sembrano poter vacillare o essere messi in discussione, è sembrato importante e significativo, al team Focus Consulting, dare valore e peso a quanto raccolto negli incontri con i 61 protagonisti: per restituire in forma compiuta le energie messe in campo e dare vita così a questo libro, fatto di persone, sui temi (plurali) dell’amore e della libertà, espressi in ambiti di vita e di lavoro, sempre con stile e visione.
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Positano
Il libro
Fu un guizzo di Alberto Moravia che fece montare nel Premio Nobel per la Letteratura, John Ernest Steinbeck Jr., una vera e propria ossessione per Positano. L’idea fissa di scoprirla, un po’ come nei romanzi di Fëdor Dostoevskij, lo spinsero a intraprendere un viaggio che lo condusse non solo alla personale rivelazione della “grande bellezza”, come la chiamerebbe oggi il Premio Oscar Paolo Sorrentino, ispirandosi al flusso di coscienza di Joyciana memoria, quanto a far sì, attraverso i suoi scritti, che di questa bellezza ne avesse consapevolezza il resto del mondo.
Giuseppe Guida, Sindaco di Positano
Ecco la Positano di Steinbeck, un paese scrutato, vissuto, raccontato, con grande attenzione per gli uomini e per quella certa atmosfera di disincanto che la facevano e la fanno un luogo unico al mondo… Lo scrittore assaporava questo luogo nella sua più vera, intima struttura, ne immagazzinava gli odori, si riempiva l’anima di quegli scorci a taglio d’angolo di via, sotto pergolati di glicini e profumi di zagare… Gironzolava per quell’interminabile saliscendi, incontrando e fermandosi con i bambini, che restavano intimiditi dalla sua statura… ma solo per poco: subito essi intuivano la sua dolcezza d’animo seguendolo, divertiti, dappertutto.
Vito Pinto, giornalista
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La Regina della Rete
Il libro
Il testo ha come scopo principale quello di spiegare e illustrare l’esistenza di una correlazione tra l’ascesa politica e, di conseguenza, la portata della vittoria elettorale del 25 settembre 2022, da parte di Fratelli d’Italia e del suo leader e attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e una strategia oculata di presidio delle piattaforme social evidenziata dal censimento delle interazioni e delle menzioni digitali. Sebbene si metta sin da subito in guardia il lettore dall’affidarsi all’equazione, piuttosto semplicistica e fuorviante, del «1 like = 1 voto», è comunque importante comprendere quanto la massa di interazioni raccolte dai post pubblicati dagli account social del leader politico possa spingere il cittadino a «indossare il vestito buono della domenica e recarsi al seggio per scegliere quel leader con il quale ha avuto e conservato una familiarità digitale di lungo periodo». In particolare, si analizzano dati relativi all’aumento di follower, dell’interazione ai post e dell’engagement durante il periodo a partire da agosto 2019 fino a dicembre 2022. Lasso di tempo scandito da una serie di eventi, tra cui le varie crisi di governo e la pandemia, che hanno permesso a Meloni di gettare le fondamenta del suo successo elettorale. Così, Giorgia Meloni ottiene il titolo di “Regina della Rete”, sottratto a Matteo Salvini che fino a poco tempo prima aveva detenuto il primato di dominatore indiscusso dei social network.
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Francesco D’Episcopo tra Poesia e Prosa
Il libro
[…] Del resto, per chi solo un poco conosca il D’Episcopo e la sua poliedrica attività, non è novità, ma è conferma, anche sul piano poetico, dell’assoluta fiducia, tutta umanistica, nella parola, in qualsiasi forma essa si manifesti, per una realizzazione piena del proprio destino umano e culturale.
Dalla Prefazione di Maria Gargotta
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Gian Carlo Menotti. L’uomo che amava la musica, la Scozia e la sua Spoleto
Il libro
Gian Carlo Menotti è stato un musicista, nato in Italia nel 1911 e poi divenuto famoso in America negli anni Quaranta e Cinquanta. Compositore e librettista, ha prodotto e scritto numerose opere musicali contemporanee e, nel 1958, ha fondato il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Questo libro intende raccontare il Menotti personaggio, il comunicatore, il musicista e l’organizzatore di grandi eventi nel mondo dello spettacolo. Un Menotti inedito che, a quindici anni dalla sua morte, viene messo a nudo con interviste straordinarie, mai pubblicate in Italia, e con foto storiche che lo ritraggono con i più grandi personaggi del mondo delle arti del XX secolo.
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A mano a mano. La grande avventura di Be1
Il libro
Be1 è un’azienda che ha acquisito in pochi anni una grande esperienza nel supporto alle vendite dei negozi, stringendo partnership di grande importanza. Be1 raccoglie un preciso modello imprenditoriale che affonda le proprie radici nella cultura manageriale italiana del Novecento, un bagaglio di conoscenze e di competenze che molti, nel mondo, ci hanno invidiato. L’azienda persegue una lettura autentica del modo di gestire le persone, un approccio profondamente umano ed efficace, sostenibile, che coniuga rispetto per gli individui e attenzione al risultato. In queste pagine, destinate tanto ai capitani d’azienda quanto ai manager e ai lavoratori italiani, Be1 parla di se stessa e dei suoi collaboratori, della propria storia, dei sogni e delle vocazioni del fondatore, e delle sue precise scelte imprenditoriali.
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Sono un uomo di pace e perfino d’amore
Il libro
Ci sono leader politici che possono essere raccontati a prescindere dai paradigmi di comunicazione che hanno accompagnato e segnato il loro cammino e altri, come Vincenzo De Luca, sottolinea giustamente Domenico Giordano, per i quali lo stile comunicativo è parte sostanziale e imprescindibile della proposta politica. Sono ontologicamente un corpo solo, inscindibile e inseparabile. Leader siamesi che esistono solo comunicando e che vivono nel liquido amniotico della comunicazione. Vincenzo De Luca si inscrive a pieno titolo in questa categoria di politici contemporanei che sono tutt’uno con la loro comunicazione e non importa se calcano le scene nazionali, internazionali o se, invece, sono rimasti confinati in un contesto geografico e istituzionale meno ambizioso.
Dalla Prefazione di Massimiliano Panarari
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Ho incontrato il loro amore
A causa di una graduale e dolorosa demenza senile, Antonio Piscini sceglie di portare con sé sua madre da Sferracavallo, una piccola frazione di Orvieto, ad Anacapri nella sua villa, luogo di comodità e, soprattutto, calore umano. Lì Antonio la sorprende a nascondere gelosamente una lettera. Quella lettera è parte di una corrispondenza che racchiude il segreto di un amore eterno, un amore che ha attraversato la storia. In questo scambio epistolare fra i suoi genitori Antonio scopre non solo la forza della sua famiglia, del padre Luigi e della madre Niva, di quell’amore più resistente di ogni contrasto, ma anche la componente tragica che investe ogni vita, e un nonno, di cui porta il nome, burbero e anaffettivo che sempre ha ostacolato la coppia. Più di ogni altra cosa, però, quelle lettere si fanno portavoce di un periodo storico: dal 1943 fino al trasferimento a Napoli del 1951. La storia di questa famiglia è la storia di un’Italia che risorge. Ed ecco che i Piscini diventano la “casa” di tutti noi!
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Uno svizzero napoletano
“Uno svizzero napoletano” è il racconto di una storia intima, coraggiosa, sincera, semplice, appassionata. L’obiettivo del suo autore, Ciro Thierry Perrella, è chiaro: raccontare non solo i dati positivi, forse già evidenti, ma soprattutto i dolori, le difficoltà, le esperienze che lo hanno formato e i tanti incontri fondamentali che lo hanno portato ad essere l’uomo, il padre e l’imprenditore che è oggi. Dettagliando il percorso straordinario di un’azienda che ha mosso passi da gigante dal sud dell’Italia in tutto il Paese, con il marketing messo in campo, intuitivo e strategico, l’autore si sofferma doverosamente sull’altro grande protagonista del libro, suo padre Raffaele, allargando il racconto alla famiglia con tante memorie e aneddoti, talora lieti e sempre di forte impatto.
Con un pizzico di sana nostalgia e di amarcord per gli anni dell’adolescenza e per i favolosi Anni Novanta, il libro racconta per capitoli le difficoltà della pandemia da Covid-19, i progetti futuri, gli investimenti e soprattutto le passioni: il calcio, i viaggi, la musica, il valore dell’amicizia e quello della gratitudine. La forza della fede. Non potevano mancare le note storiche e sentimentali che hanno portato alla creazione di un complesso aziendale, architettonico e paesaggistico ancora oggi unico nel suo genere – la Fiera del Mobile di Riardo – costruito, in anticipo sui tempi, con una grande sensibilità per l’ambiente e la sostenibilità.
Il percorso di vita di Ciro/Thierry esprime oggi fortemente, nelle sue azioni quotidiane così come attraverso le pagine di questo libro, il concetto di “squadra” vincente che, nelle aziende contemporanee, specialmente in quelle che fanno capo ad una consolidata tradizione familiare, è di profonda importanza. E poi c’è sempre, incondizionatamente, l’amore: per la grande famiglia di origine e per i figli.
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Il ventennio d’oro del cinema italiano – Quattro lustri di illustri
“I loro film raccontano la vita vera” afferma Martin Scorsese a proposito dei registi del grande cinema italiano del Novecento. Brillante, acuto e rigorosamente malizioso, il nostro cinema ha toccato le sue vette negli anni che vanno dal 1956 al 1978, riuscendo ad imporre i suoi nomi più illustri anche fuori dai confini nazionali, grazie alla genialità comica di Totò, al superspettacolo d’autore di Fellini e Visconti, oppure all’eleganza di Mastroianni, fino alla perfezione di Virna Lisi. E, soprattutto, grazie allo sperimentalismo di Antonioni, al brio di Risi, alla sensualità di Bertolucci, ai tratti grotteschi di Lina Wertmüller, all’affresco storico di Luigi Magni, al cinema politico di Elio Petri, e molti altri. Un ventennio in cui il cinema italiano, rinato grazie al Neorealismo, affronta una serie affascinante di autori e linguaggi. Quattro lustri raccontati attraverso l’occhio scrupoloso di tre distinti studiosi. Completano il volume quattro interviste esclusive a Carlotta Bolognini, Erminia Ferrari Manfredi, Vito Molinari e Marco Risi.
Scheda Il ventennio d’oro del cinema italiano-Personaggi-GrausEdizioni-2021
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Anime semplici
Il testo ci traspone in una realtà ucronica, attraverso le vite di personaggi, più o meno famosi, che a loro modo hanno cambiato il corso della storia.
Fa da sfondo un’Italia che non è mai stata unita, dove il Sud è ancora Regno e gestisce, attraverso l’industria e il lavoro, un Nord povero e malfamato. Il narratore impersonifica, di volta in volta, personalità storiche e controverse, proiettandoci, attraverso i loro occhi, nelle ultime fasi della loro esistenza.
Passando da Hitler a Marilyn Monroe, dal fioraio di Al Capone al kamikaze delle Twin Towers, eventi storici noti e realtà appena immaginate diventano reali tra le pagine di questo manoscritto, fornendo un epilogo alternativo alle storie che tutti conosciamo.
Scheda Corrado Taranto-Personaggi-GrausEdizioni-2021 -
Le stanze delle donne – Le cose che ci fanno stare bene
“Le stanze delle donne. Le cose che ci fanno stare bene” è un’iniziativa che, in pochi mesi, ha raccolto tante storie, tutte diverse, tutte significative. Sono interviste che hanno spaziato tra professionalità, età, esperienze molto diverse fra loro, unico fil-rouge delle storie le tre domande poste da Focus:
1) Come stai vivendo questo tempo in modalità smart working nel ruolo di donna, professionista e/o madre?
2) Quali sono, dal tuo punto di vista, le abilità necessarie che stai maggiormente tirando fuori come donna e che sono utili, ora?
3) Quali sono le cose che ti fanno stare bene?
Con questo testo si vuole condividere con il maggior numero di lettori possibile uno spaccato del mondo professionale e privato in un periodo difficile che ci vede tutti coinvolti, ma da un punto di vista certamente molto speciale: quello delle Donne! Da loro è emersa una grande voglia di affrontare il cambiamento come nuova opportunità. -
Scusa si te vanto
I racconti contenuti nel libro “Scusa si te vanto” sono legati a Roccamonfina, patria di eroi contadini, alle passioni e al sorriso, a volte amaro, dei tanti personaggi citati. La filosofia che sostiene alcuni dei protagonisti è per certi aspetti misteriosa e affascinante così come lo sono le disparate vicende che gli autori hanno cercato di tessere in una trama colorita. Un viaggio in quella bella Rocca, divertente, a tratti di dubbia moralità ma comunque verace.
Scheda Gianni Cianci, Danilo Forgetta -
Le bilocazioni di Natuzza Evolo
Tra i doni straordinari di cui Natuzza Evolo fu dotata, fu particolarmente abbondante quello della bilocazione: con questo termine si vuole indicare la presenza simultanea della stessa persona in due posti diversi. La spiegazione che si dà a questo raro fenomeno, manifestato da alcuni mistici e santi, è che l’anima possa allontanarsi dal corpo e rendersi visibile o percepibile a distanza, mentre il corpo fisico continua a rimanere nello stesso posto, in accordo con le leggi naturali. In questo studio viene presentata un’ampia raccolta di testimonianze di bilocazione (oltre trecento), rilevate dall’autore nell’arco di trent’anni, per mezzo di interviste fatte ai protagonisti diretti. Esse avvenivano con varie modalità: in modo visibile con l’apparizione di Natuzza; in modo invisibile ma con percezione di voci, rumori, profumi, per mezzo di sensazioni tattili, mediante azioni fisiche a distanza, con trasporto di materia a distanza, con rinvenimento di macchie di sangue o di emografie lasciate da Natuzza nel posto raggiunto in bilocazione e in altri modi ancora. Nella storia della Chiesa, le bilocazioni di Natuzza Evolo appaiono tra le più documentate e ricche di dettagli e, secondo il teologo e studioso gesuita Padre Giovanni Martinetti, il quale ha stabilito un criterio di attendibilità dei racconti di bilocazione, esse raggiungono il più alto livello di credibilità. Valerio Marinelli firma un testo estremamente interessante, che funge da lettura imprescindibile per chi è pronto a riflettere sui più misteriosi e affascinanti fenomeni della vita spirituale.
Scheda Valerio Marinelli_le bilocazioni di Natuzza Evolo_ottobre2020_grausEdizioni
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Bianco&Nero. Grigio in Centro
Il libro si concentra su una lunga intervista che l’autrice fa al medico e politico Attilio Naddeo, all’interno della quale si trattano diverse tematiche, nonché si delineano personaggi che hanno caratterizzato la storia, la politica e la cultura italiana del Novecento.
Nella prima parte dell’esposizione, Naddeo viene interrogato dall’autrice per trattare brevemente le storie, gli aneddoti, i ricordi legati a grandi artisti italiani, dal teatro al cinema, dalla musica allo sport. Nella seconda parte, invece, il dibattito si sposta sul quadro storico-politico dell’Italia in un periodo di oltre cinquant’anni, e di conseguenza sui cambiamenti dell’assetto politico-economico del nostro Paese. Naddeo ci offre le sue testimonianze circa gli eventi principali e le grandi figure del panorama politico nazionale, dalla Prima Repubblica fino ad oggi, dai grandi partiti di massa alla nascita di nuove forme di populismo.
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Io, Tony Tammaro
Tony Tammaro, cantautore napoletano, rievoca gli avvenimenti significativi che lo hanno introdotto alla carriera artistica, portandolo a diventare un cantante affermato. Figlio di Egisto Sarnelli, ha vissuto sin da piccolo in uno stimolante ambiente musicale che lo ha condotto, passo dopo passo, in una realtà presto foriera di momenti importanti: la sua prima cassetta; il debutto al Festival di Sanscemo; la radio; il cinema e il lavoro in libreria.
Tutte, queste, occasioni che gli hanno permesso di entrare in contatto con una serie di personaggi rilevanti del mondo dello spettacolo.
Ripercorrendo tappe divertenti – ad esempio la sua ossessione per i tamarri –, ma anche momenti critici della sua esistenza, il celebre autore di canzoni umoristiche offre al lettore squarci della sua vita, facendo emergere un’immagine esaustiva non solo della figura di artista, ma anche della sua persona. -
Non c’è niente che cambierei
Non c’è niente che cambierei non è una semplice biografia, ma una riflessione intima e amichevole in cui Massimiliano Campanile si racconta senza peli sulla lingua, mettendo a nudo la sua anima, affrontando questioni scottanti della sua vita: i traumi infantili, il bullismo subìto, il percorso di accettazione della propria omosessualità, la passione infinita per il suo lavoro, i progetti per il futuro. Un libro emozionante e onesto. Una risposta a tutte le domande che nessun giornalista gli ha mai posto. Perché, nonostante tutto, non c’è niente della sua vita che cambierebbe.
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Chi dite che io sia? Personaggi noti raccontano Papa Bergoglio
Rispondono, per Papa Francesco, cardinali, giornalisti, attori, sindacalisti, uomini di cultura, sportivi, cantanti, conduttori televisivi. Gli intervistati rilevano la personalità di un Pontefice con i fiocchi, che continua ad appassionare folle religiose e laiche progressivamente crescenti. Il modo confidenziale di esprimersi, il frasario stilisticamente semplice, la sua pastorale familiarmente schietta, la inedita ed efficace provocazione, la profonda spiritualità, l’impegno di snellire certe burocratiche strutture della Chiesa, la sensibilità a favore delle nuove generazioni, la determinazione di un dialogo ecumenico, la carità verso i poveri e i bisognosi, seguitano a griffare di ottimismo chi si avvia verso l’autenticità del divino.
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A Francesco D’Episcopo – Maestro di cultura e vita
È trascorso quasi un lustro da quando Francesco D’Episcopo è andato, come si dice, in pensione dalla sua mai tradita Università di Napoli “Federico II”, ma, come ebbe giustamente ad affermare, in un precedente volume in suo onore, un allievo prediletto, Gianpasquale Greco, per lui certamente non varrà mai il termine “quiescenza”, in nome, occorre aggiungere, di quell’“arteteca”, che significa esattamente l’opposto e che, sin da bambino, ha caratterizzato l’inquieto percorso di vita del nostro personaggio. Pochi hanno idea di che cosa, in questi quasi cinque anni appena trascorsi, Francesco D’Episcopo si è fidato di fare, tra libri, premi (ben quattro conseguiti solo nel Cilento), quattro cittadinanze onorarie, presentazioni, promozioni di nuovi autori; come ebbe a dire un suo sincero amico-ammiratore, un autentico “carro armato”, che mette a ferro e fuoco i territori che attraversa. I suoi libri si vendono, le sue parole, ricercate negli ultimi anni in memorabili “lezioni magistrali” si ascoltano con sempre maggiore attenzione e avidità, riscuotendo talvolta inevitabili “ovazioni all’inpiedi”, da parte di un pubblico incantato e ammirato. Il tutto accade nei luoghi più vari e, talvolta, imprevedibili, nel nome di una sorta di cultura alternativa, di cui Francesco D’Episcopo è uno dei più affermati e autorevoli protagonisti. Sconosciuto ai più, illustre ai pochi, che lo seguono e gli vogliono bene per la sua costante e coraggiosa scelta di autonomia e libertà da ogni falso potere, insegue le sue vite con giovanile passione come una missione.
L’Editore Pietro Graus
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Vietri sul Mare – La porta della Costiera
“E alla fine, quando l’ombra della sera sembra averti ormai
definitivamente avvolto e sopraffatto, ecco spalancarsi davanti a te
lo scenario luminoso delle case di Vietri, coi vetri di balconi,
finestre e verande incendiati dal riflesso dell’ultimo sole”.Così scrive Costantino Montesanto nel suo saggio, un excursus temporale spaziale sullo sviluppo della caratteristica cittadina di Vietri, porta e crocevia per la radiosa Costiera amalfitana. Una descrizione accurata che rasenta il pittorico dei paesaggi e dell’essenza dell’urbe dai tempi gloriosi degli antichi Romani ai giorni nostri.
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L’invasore
Il testo è la biografia di Mario Ferri, ormai conosciuto come il Falco. Per la prima volta, il pescarese racconta i retroscena di tutte le invasioni di campo con la maglietta di Superman: dalla battaglia per “Cassano in Nazionale” alla denuncia sociale “Ciro Vive”. La vita di Mario Ferri, però, viene sviscerata non solo nelle sue sfaccettature più estreme, che lo hanno portato a vivere unʼesistenza sopra le righe, attraverso la dura esperienza della prigione, i viaggi e la conoscenza di personaggi sui generis. Il testo, infatti, racconta la vita di un ragazzo semplice, cresciuto in un paesino, e legato inesorabilmente alla figura del suo dolce nonno Mario.
Un libro avventuroso, che si legge tutto dʼun fiato, ma che fa riflettere sulla società di oggi e sulle sue dinamiche, a volte, malate, in cui – come lʼautore tende a stigmatizzare – lʼapparenza e il denaro la fanno da padroni. -
Lacrime e sorrisi
Una favola senza tempo, una magia che si rinnova a ogni sua apparizione, un’alchimia perfetta per una protagonista del mondo dello spettacolo destinata a rimanere immortale nel cuore della gente. Grecia Colmenares, la diva delle telenovelas che ha fatto scalpore in tutto il mondo, tenendo incollati al piccolo schermo milioni di telespettatori, si racconta in modo ironico e brillante, offrendo al lettore stralci di passioni e segreti del set, ma non solo.
Attraverso una serie di episodi inediti, Grecia svela la sua eclettica personalità – legata anche al mondo del teatro e del ballo –, facendo emergere un profilo psicologico allegro, puro e leale che, grazie soprattutto alla fede, non ha perso la grinta neanche nei momenti bui che hanno tracciato il suo percorso, inevitabilmente segnato da “lacrime e sorrisi”, proprio come quello dei tanti ruoli da lei interpretati e amati che hanno segnato un’epoca. -
Peppino di Capri e i suoi Rockers
Raccontare la vita artistica dei primi dieci anni di attività di Peppino di Capri quando faceva parte del complesso “I Rockers”, che lo accompagnava in tutte le incisioni in studio e soprattutto nelle esibizioni dal vivo, non è mai stata impresa facile. Si raccontano i suoi esordi della metà degli anni Cinquanta, l’allargamento del gruppo, l’esordio e l’immediato successo internazionale. Le mille sfaccettature del periodo artistico più lucrativo, creativo e affascinante dell’artista campano, arricchito da informazioni di prima mano, curiosità inedite, una vasta bibliografia e, per la prima volta, dalla filmografia e dalla videografia televisiva presentate integralmente. -
Notti magiche
“Prendete, maneggiate e coltivate con cura questo libro. Vi racconta dei Mondiali, ma in maniera originale, letteraria, sorprendente. D’altra parte, basta scorrere le firme per capire che questa è una “partita” speciale per davvero, dove “giocano” insieme cronaca e fantasia, realtà e immaginazione. E a prendere per mano questi autori, spiritualmente poeticamente moralmente, è Osvaldo Soriano, che avrebbe amato questo volume, impartendo la sua laica benedizione”.
dalla prefazione di Darwin Pastorin
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Napoli, amore mio
Una grande manifestazione d’amore nasce da un atto di profondo coraggio.
Valeria inizia il suo diario di bordo a Treviso, quando Napoli è la meta sconosciuta che fa spavento. Lei, che oltre ai pregiudizi ha solo il buio a darle conforto, non sa ancora che nei due anni che l’attendono scoprirà una fetta di mondo di cui ignora l’esistenza, né immagina che giorno dopo giorno, tra un vicoletto chiassoso e un’imponente chiesa, si innamorerà perdutamente della figlia del Vesuvio.
Il viaggio fisico ed emotivo di Valeria oltrepassa la Napoli sporca e criminale narrata da media e stereotipi, assaporando la Napoli che sorride, che rimprovera, che scalpita, che appassiona, la Napoli che vive di un’empatia fuori dall’ordinario.
Valeria Genova, la ragazza che ha suscitato l’estremo interesse dell’intera generazione di napoletani e non, grazie al famoso post su Facebook, firma un diario che abbatte ogni singolo pregiudizio, svelando al mondo intero l’essenza di una città che va vissuta, compresa e amata.Prefazione di Francesco Paolantoni
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Tutta colpa della mirra
“Tutto cominciò quando mi resi conto di non farcela più a sopportare mio padre. Per carità, non che Lui non sia un brav’uomo, anzi, per essere ‘bravo’ lo è fin troppo: il vero problema è che mio padre non è un uomo. Di un uomo, ad esempio, non si sopportano i difetti, di mio padre, che difetti non ne ha, non sopportavo più i pregi. E che pregi! Provate a vivere tutti i vostri giorni con un essere che non sa cosa sia il peccato: roba da farlo ‘santo’ se non fosse che così mio padre verrebbe declassato. Perché mio padre, se non l’avete ancora capito, è addirittura Dio”.
Inizia così il racconto di Gesù che, pur di lasciare un noiosissimo Paradiso, chiede al padre di scegliere lui come Messia da inviare sulla terra, come promesso agli ebrei. Il padre accetta, ma a una condizione: se la deve cavare da solo, a cominciare dalla nascita. Non figlio di imperatore o console, non a Roma o Atene, ma figlio di un falegname, in un paesino sperduto a Sud della Palestina, e pure senza una casa! E come se non bastasse, gli effetti iettatori di un regalo che gli porta uno dei re magi, un unguento che usavano per i morti: la mirra.Prefazione di Gino Landi
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Il Sud selvaticamente civile di Francesco D’Episcopo
Enfant terrible: laurea in tre anni universitari in Lettere classiche, presso l’Università di Napoli, relatore Salvatore Battaglia, correlatori, caso più unico che raro, ben tre Maestri: Giancarlo Mazzacurati, Mario Santoro, Alberto Varvaro, con la votazione di 110 e lode, plauso della commissione esaminatrice e invito a pubblicare l’ampio e articolato lavoro critico sull’estetica del poeta-teologo nel primo Rinascimento italiano; auspicio, che si realizzerà con le Edizioni Scientifiche Italiane di Napoli. Borsista del Governo francese all’Università di Nizza, dove ascolterà le lezioni di Michel Butor; si perfezionerà poi in Storia dell’Arte sempre all’Università di Napoli; si abiliterà all’insegnamento di Materie letterarie, Greco e Latino; sarà docente di queste materie al Liceo Classico “Pontano” di Napoli; intanto, sarà esercitatore di Letteratura italiana all’Istituto Universitario Orientale, poi borsista all’Università di Napoli, ufficiale di complemento dell’esercito italiano, contrattista prima all’Orientale e poi, di nuovo, all’Università di Napoli. Il primo saggio, sponsorizzato da Giancarlo Mazzacurati presso l’Editore Liguori di Napoli, è stato l’avvio di una varietà di scritti, a livello nazionale e internazionale. Collaboratore della Treccani, ha partecipato a volumi collettanei di alto spessore scientifico, anche in ambito europeo.
Maître à penser: dentro e fuori l’Università, ha letteralmente sconvolto canoni interpretativi
scolasticamente scontati; ha riscoperto autori completamente sconosciuti o dimenticati; ha cercato disperatamente di avvicinare i compartimenti stagni della nostra cultura, rischiando
spesso di non essere compreso o di essere frainteso. Cavaliere d’amore e d’onore, come amò definirlo Alda Merini, amico di poeti, come Mario Luzi, Maria Luisa Spaziani e altri, ha continuato la sua eroica e solitaria battaglia a favore di quel suo Sud che, paradossalmente, non sempre riconosce ed innalza ad onori i suoi figli migliori, aspettando talvolta
che lo faccia prima il Nord.
Migliaia i libri da lui posseduti e altrettante le pagine da lui scritte in volumi, saggi, articoli, perché è anche un valente giornalista, al quale è stato assegnato, per la specifica categoria,
qualche premio importante. Quanto, poi, a premi e riconoscimenti, sono stati molteplici, e molti di alto prestigio insieme a personalità del mondo della cultura, come Roberto De Simone, Riccardo Muti, Vittorio Sgarbi e altri. Che dire di più? Non resta che incontrarlo e conoscerlo di persona, anche se solo in parte, in questo libro, al quale molti altri dovrebbero seguire per poter abbracciare tutto ciò che ha ideato e fatto, con l’autenticità di un uomo di avanguardia, che ha cercato di abbattere ogni steccato, ogni confine, in pieno anticipo sui tempi, spesso stupidi e ignoranti. -
Il volo del gregario
Negli anni del dopoguerra, la famiglia Mele decide di lasciare Calvi Risorta e
spostarsi a Torino, portandosi dietro tutti i valori nei quali ha sempre creduto.
Gigi ha solo sei anni, ma ha già maturato in sé la consapevolezza di ciò che diventerà un giorno: un ciclista. Realizzare il suo sogno non significa soltanto vivere profondamente la sua più grande passione, ma rappresenta il riscatto dai sacrifici a cui erano stati costretti lui e la sua famiglia. Grazie alla grinta e alla velocità che lo contraddistinguono, Gigi riesce a partecipare a gare sempre più importanti, fino a entrare nel professionismo e restarvi per sette anni.
Silver Mele firma la storia di un ciclista degli anni Sessanta, ma, prima ancora, la storia di un uomo che insegna che credere in un sogno è il più ambìto dei traguardi. -
Sossio Aruta – Yo soy un Pajaro
Raccontarsi agli altri è difficile, perché farlo, in fondo, è come dare un permesso: il permesso di scoprirsi, di incuriosire e di mostrare le reali debolezze. Raccontarsi è dare spazio, è aprire la porta alla persona concreta che si è, correndo soprattutto il rischio di non essere capiti ed essere giudicati, e in particolare, per un uomo “sotto ai riflettori”, quello di deludere e tradire il personaggio televisivo che il successo e la fama hanno delineato.
Ma proprio per questa ragione, Sossio Aruta ha sentito il desiderio e ha avuto il coraggio di svestirsi dai panni di “campione” per dimostrare e mostrare che, al di là di ogni rete gonfiata, c’è: un figlio, un padre, un fratello, un amante innamorato e tradito, un amico, un uomo deluso, ma ancora pieno di entusiasmo e fiducia nella vita.
Attraverso la penna di Tina Marasca, emerge la storia del ragazzo nato a Castellammare di Stabia e della sua passione per il calcio, che gli ha regalato giorni di gloria e ferite; è la storia dell’uomo che, tra cadute e ricadute, nutre la sincera speranza di lasciare, con queste pagine, la traccia delle sue mille sfaccettature. -
Lascia che sia sempre amore
Il viaggio letterario, dunque, che Laura Croce propone dentro e fuori se stessa, coinvolge direttamente il lettore, il quale non si sente mai estraneo o forestiero alla sua vita, ma subito suo nuovo amico, al quale confidare i segreti più scoperti, quelli che fanno talvolta male al cuore e alla mente, ma che le parole della prosa poetica dell’autrice propongono con la forza e la fragilità di una donna, che non può fare a meno di amare e di gridare al mondo la sua voglia di attenzione e di ascolto.
Dalla Prefazione
di Francesco D’Episcopo -
Sergio Brio – L’ultimo Stopper
Sergio Brio ha attraversato da protagonista 16 anni di calcio, tutti con la maglia bianconera, 13 da stopper e 3 da assistente di Giovanni Trapattoni.
Uomo vincente, adesso ha deciso di raccontarsi. E lo fa con l’entusiasmo e l’umiltà tipica del suo carattere.
Il racconto parte da lontano e abbraccia tutta la sua storia calcistica, da quando ha mosso i primi passi nel Lecce, passando per la Pistoiese per approdare alla Juventus.
E i ricordi si inseguono: la sua famiglia, le lezioni di Attilio Adamo con le dovute riflessioni sull’attuale crisi del settore giovanile, il Lecce, la gavetta alla Pistoiese e l’arrivo alla Juventus.
E poi gli infortuni, il periodo dei consensi e quello delle critiche, lo spirito di una squadra, che ormai è diventata una cantilena, il morso del cane all’Olimpico, la delusione di Atene, la storica rivalità tra la Juve e la Roma, il pallone arancione della SuperCoppa Europea.
Ricorda anche la tragedia dell’Heysel, ferita ancora aperta, la sua prima espulsione, la felicità di Tokyo fino alla partita di addio.
Brio si sofferma sugli aneddoti a lui cari relativi agli attaccanti più famosi che ha incontrato.
Interessante anche il racconto della sua avventura di allenatore e l’immancabile omaggio alla famiglia Agnelli.
Brio, con la mano di Luigia Casertano, ci accompagna nell’avvincente viaggio di una vita che ha dell’inimmaginabile. -
La favol…A di Fabio Pisacane
“Una lezione di vita. Dell’imprevedibilità e della voglia di lottare che non deve mai mancare: in ogni fascia d’età, ceto sociale e sesso”, questa è la storia di Fabio Pisacane, che non si è mai arreso e che ha fatto del sogno di giocare in serie A il faro di speranza nella tempesta.
Fabio è oggi considerato un eroe moderno, poiché ha trasformato il dolore in energia positiva, ha tratto grandi insegnamenti dalle esperienze difficili e non ha mai deciso di soccombere, neanche in un letto di ospedale.
Ha combattuto contro le ingiustizie di un ambiente spesso spietato, quello del calcio, stigmatizzandone le dinamiche a volte corrotte, uscendone vittorioso.
Le umili origini, la famiglia ricca di valori, la forza di papà Andrea e le difficoltà a cui è andato incontro in quei vicoli del quartiere in cui è cresciuto lo hanno formato al punto tale da diventare un valido esempio di vita. Perché “chi è perseverante, chi va sempre sulla dritta strada evitando le ‘sirene’ di guadagni facili e immediati in nome dell’onestà e ha dei valori, chi ‘pensa’ in positivo, alla fine, vince sempre”. -
Il viaggio di Alberto Pizzo
Una telefonata di pochi minuti segna l’inizio di un’amicizia che trascende i confini dell’umanità ed eleva l’animo dei due protagonisti alla vera conoscenza.
Gianluca vive ad Amalfi, ma decide di trasferirsi a Napoli grazie al suo profondo amore per il pianoforte. Alberto è un “folle genio della musica”, le cui doti artistiche godono enorme successo tra gli studenti di pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella. È proprio in questo contesto che tra i due nasce una singolare amicizia, il cui filo conduttore, che li accompagnerà in un percorso di crescita professionale ed interiore, sarà l’amore smisurato per la musica. Il corso di perfezionamento a Tivoli diventa un’occasione di viaggio introspettivo nell’animo dei due, che percepiscono il suono come una magia, che prescinde dalla semplice tecnica pianistica, e il cui fine ultimo si concretizza nella ricerca di armonia tra il mondo esteriore e l’universo interiore.
La storia di un’amicizia che spinge alla consapevolezza. La vera storia di un viaggio spirituale verso “l’equilibrio” e verso quelle “occasioni di impronta quasi divina” che Alberto Pizzo riesce abilmente a riconoscere, non senza difficoltà, e che trovano espressione nell’amore, nel viaggio in Giappone, nel viaggio negli Stati Uniti e, infine, nella conoscenza elevata della spiritualità. Il racconto di un “percorso” singolare, che segnerà le tappe di un’evoluzione continua e infinita, perché, come sostiene Alberto Pizzo: “Ogni successo trascina con sé la consapevolezza degli ulteriori traguardi da raggiungere. Si può sempre crescere e migliorare”. -
Viaggio inverso
Con il suo paesaggio “immaginifico”, i suoi luoghi marini e montani al contempo, la costiera amalfitana è stata da sempre meta e rifugio di numerosi personaggi, talvolta esuli: poeti, scrittori, artisti e musicisti giunti sulla Costiera in tempi e luoghi diversi. Ognuno di loro ha amato le sue piccole case, le infinite scalinate, ha tratto ispirazione da questo luogo incantato, quasi fuori dal mondo: si pensi a Eduardo De Filippo, che a Positano cercava un ragazzo che recitasse in un suo sceneggiato, il pittore Kurt Craemer, che definiva la stessa città “una modella da osservare e ritrarre”, lo scrittore francese André Gide, premio Nobel per la letteratura, il quale definisce Ravello “l’essenza di Italia” e “un equilibrio tra felicità e infelicità”.
Vito Pinto, con un’incredibile sagacia e maestria, ci offre uno spaccato di vita dei grandi visitatori della Costiera, una galleria di personaggi noti e meno noti le cui storie si intrecciano con le esistenze degli abitanti della Costa, i quali anonimamente hanno affiancato il loro soggiorno. -
Micol Olivieri – Le donne della mia vita
Un momento magico, come quello della favola della buona notte, si trasforma per Micol nella possibilità di raccontare ad Arya, la sua bambina, la storia delle donne della loro famiglia. Donne che hanno conosciuto la guerra, il dolore, la solitudine, che hanno dovuto fare i conti con uomini spesso assenti, ma che hanno amato con tutte se stesse.
Importanti sono i valori che mamma Micol trasmette alla sua piccola: l’amore e la determinazione, ma soprattutto la magia di essere donne. -
Love – Le canzoni d’Amore dei Beatles
La Terra è un pianeta ricoperto per tre quarti dalle acque dei mari e per un quarto dai dischi dei Beatles!
Quella dei Beatles è un’autentica storia d’Amore con il mondo intero.
Dal loro singolo d’esordio Love Me Do del 1962 al colossale collage sonoro Love degli anni Duemila, i Beatles hanno cantato l’Amore, ne hanno perlustrato le profondità, riproponendole al loro pubblico con disinvoltura e intelligenza.
I loro testi sono riusciti ad entrare nei cuori, nelle sensibilità e nelle menti di milioni di ascoltatori, frantumando barriere sociali, linguistiche, culturali e geografiche: il volume LOVE – Le canzoni d’Amore dei Beatles di Michelangelo Iossa propone una critica ragionata dei brani più amati della discografia ufficiale dei Fab Four con traduzioni in italiano.
Innamoramento, Coppia, Famiglia, Amicizia, Memoria e Amore Universale sono i titoli dei capitoli di LOVE: a più di cinquant’anni dall’esordio discografico dei Beatles, Iossa propone sei aspetti-chiave della poetica amorosa beatlesiana, sei punti di vista, sei differenti angoli di visione sull’Amore, spesso sorprendenti per il loro straordinario equilibrio tra semplicità e raffinatezza.
Sintetiche notazioni biografiche ed aneddotiche accompagnano il commento storico-critico di ogni canzone del repertorio dei Beatles, ambasciatori di una straordinaria evoluzione poetica ed espressiva. Il libro è arricchito da un’ampia appendice sulla discografia ufficiale del quartetto di Liverpool. -
Volevo essere James Bond
Zibaldone di ricordi, di aneddoti, di emozioni di un oste, Claudio Ciocca, dall’animo di fanciullo, genuino, spontaneo, artista poliedrico, amante delle donne, narciso, interprete di una vita sorprendente e irripetibile. -
Luigi Libra – Napoli e l’incanto melodico degli anni Cinquanta
La canzone napoletana come veicolo di storia e cultura: toccante, entusiasmante intervista all’eclettico Luigi Libra, recentemente insignito della nomina di Ambasciatore della Canzone Napoletana nel mondo.Attraverso l’esperienza del giovane cantautore e la sua formazione, con quegli incontri che hanno cambiato la sua carriera e la sua vita, ripercorriamo tappa per tappa la vicenda di un genere musicale che è stato, e che è tutt’ora, fondamenta della nostra identità culturale.Dalla prefazione di Paolo Limiti ad un aneddoto su Teddy Reno e Totò, dal ricordo di Massimo Troisi alla storia dell’industria discografica made in Italy: una vita, quella di Luigi Libra, le cui parole chiave non possono che essere Napoli e, soprattutto, musica. -
Licio Gelli – Il burrattinaio d’Italia
“…il pezzo più emotivo dell’Autore è quando non solo racconta con perizia e oggettività esemplare il percorso di vita di Licio Gelli coincidente con gli anni dei segreti e dei misteri, della strategia della tensione, delle stragi che vanno da quella della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano del 1969 a quella della stazione di Bologna del 1980. L’autore sottolinea le connivenze e le condanne (ma mai il carcere) per l’ex venerabile. Le posizioni politiche ed etiche dell’Autore, evangelico professante, lo portano naturalmente ad approfondire e a scavare nelle domande all’ex venerabile ma le risposte e le lettere, gentili nella forma, riportate nel libro in fotocopia, ci presentano un Gelli ormai stanco, esaurito, che non può aderire alla richiesta di ulteriori colloqui…”.
(dalla prefazione di Antonio Caldoro) -
La Napoli letteraria di Francesco D’Episcopo
Questa città «rampicante», ma anche città-donna, come in più occasioni il D’Episcopo ha asserito, se profondamente amata, si lascia squarciare e penetrare fin nelle sue pieghe più riposte, anche attraverso i suoi scrittori, quelli che hanno saputo trovare le parole, che il napoletano verace, il solo che «può raccontare e rappresentare dal di dentro la “sua” città», come egli afferma in un intervento dedicato a Domenico Starnone, non sempre però riesce a trovare. È per questo che, nell’intento e nel desiderio di offrire di Napoli, di cui il nostro critico si sente parte verace, nonostante la nascita molisana, una rappresentazione non oleografica, ma vera e viva nella sua sorprendente imprevedibilità, il D’Episcopo si è appassionatamente immerso nelle pagine vive di grandi napoletani, più o meno conosciuti, per trarne fuori l’essenza contraddittoria e sfuggente della città. -
Cameriere, champagne!…
Il testo offre un originale scenario su episodi inediti, curiosità e contingenze che contribuiscono alla nascita di uno dei più grandi artisti del panorama internazionale che, con la sua canzone Champagne, ha lasciato tracce indelebili nella storia della grande musica italiana. Mimmo di Francia racconta, per la prima volta, la genesi della leggendaria canzone, l’elaborazione del testo condiviso con Depsa e Sergio Iodice, i successi ed i primati raggiunti dal brano, oltre a parlarci della sua fortunata carriera di songwriter. Dalle periodiche ed amichevoli “chiacchierate a due voci” con il giornalista e scrittore Michelangelo Iossa, sorseggiando un buon caffè e ammirando il panorama di una Napoli nobile ed ammaliatrice, nasce un libro/testimonianza che dimostra che, dietro un così notevole successo, c’è un uomo di grande spessore umano, prima che artistico. -
Traiettoria di una stella rissosa
Il saggio prende spunto dalla creatività di un genio precoce, diventato emblema della moderna visibilità mediatica, al fine di riflettere sui mutamenti del costume concomitanti all’avvento, alla crescita e all’evoluzione della stella rissosa rispondente al nome di Vittorio Sgarbi. Chi scrive su di lui si trova a dover rendere conto di casi limite, di litigi e insulti, ingiurie via etere e carta stampata, ricorsi in tribunale, condanne per diffamazione e appelli a prescrizioni ininfluenti, reiterazioni d’intemperanze anche fisiche in un tourbillon collerico cui diventa necessario applicare il medesimo filtro che si applica alla disciplina del wrestling.Studiando la parabola di questo astro dalle molte sfaccettature non si può trascurare la singolarità che ha reso Vittorio Sgarbi il campione di un genere di grande attualità nell’ambito della nuova frontiera televisiva, acutamente denominato da Pascal Schembri: tivùmachia. La tivùmachia è una forma di comunicazione catodica che si basa sulla distruzione della comunicazione e sui tentativi di ripristino della stessa da parte di un arbitro scientemente svogliato. Il saggio di Schembri ne sviscera i meccanismi con vivace acutezza e tratteggia un ritratto che sconfina talora nell’analisi antropologica della “società dello spettacolo”.Marco Ongaro -
Un’eterna melodia
Uomo e artista straordinario, per il quale “la musica è linfa vitale”, Stelvio Cipriani ci ha emozionati con la sua musica che ha animato e sottolineato le scene di più di 300 film, da Anonimo Veneziano a Cristoforo Colombo, da Dedicato ad una stella a Pirahna-paura.Nella sua autobiografia il Maestro ci racconta la propria vita; il suo rapporto con la musica e il cinema; la prima volta in cui “le immagini si animavano con la mia musica”, in modo schietto e senza fronzoli, ma guidandoci nel magico mondo della musica. -
Sono figlio di Oscar Wilde
Biagio Arixi pubblico e privato. Ci apre le porte della sua vita privata e professionale e attraverso ricordi, pensieri, parole e immagini scopriamo la doppia anima del “poeta mondano”, proiettato nel futuro ma pur sempre legato a quella terra lontana e misteriosa che è la sua Sardegna. Biagio scarlatto e peccaminoso, sensibile e casto, innamorato delle lettere, della vita, dell’amore, in continua tensione tra frenesia e intimismo.
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Teodora e Giustiniano
Giustiniano e Teodora, una prostituta e un bifolco che per caso si trovano a reggere il più grande impero del mondo; due che non dimenticarono la tristezza della loro infanzia; due che vissero la più bella storia d’amore.
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Elvira la modella di Modigliani
Montmartre con i grand-cafè, la sagoma del Moulin Rouge e le coppie che si baciano in libertà accolgono Elvira, fuggita da una vita di stenti e scandalosa che le avrebbe reso impossibile rimanere a Marsiglia. Giunta a Parigi diventerà il simbolo femminile di una stagione provocatoria, creativa e pulsante: l’avanguardia. Con i suoi occhi, “di un marrone impastato col nero, brillanti, espressivi, provocanti”, riuscirà ad imbarazzare Amedeo Modigliani, italiano eccentrico e raffinato, irrequieto, squattrinato e grande seduttore. Elvira, “pronta all’avventura, assetata di conoscere, amante della vita senza pudori, gioiosa anche nell’avversità”, diventerà la sua musa, la sua modella e la compagna, condividendo il senso più profondo di un’aspirazione libertaria. Nel marzo 1917 Modigliani vivrà una nuova primavera artistica con quadri dalle tonalità più dolci e una diversa luce che illuminerà i nudi di Jeanne, sua nuova compagna; ma il legame tra Elvira ed Amedeo non si spezzerà mai: “Impossibile lasciare la mia musa, ci cercheremo sempre”. E poco prima di morire, l’artista la ritrarrà ormai matura, ma con un’espressione infantile, in uno dei suoi nudi più casti: “Un omaggio d’amore alla sua Elvira che sfociava dal profondo dell’anima”.
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Il riflesso di un arcobaleno sulla Colombaia: Luigi Patalano
Una semplice “scatola di cartone” può custodire un tesoro: appunti, vecchi giornali, manoscritti, bozze di discorsi, articoli, lettere. Ed è proprio attraverso una scatola che Luigi Patalano — poeta-giornalista e politico di formazione democratico-repubblicana — preserva e tramanda alle generazioni future il proprio pensiero e i suoi valori. Facendo propria la massima del maestro Bovio, “l’utopia di oggi rappresenta la realtà di domani”, Patalano dedica la propria esistenza alla realizzazione della sua utopia ischitana, volta alla realizzazione di una società pacifica dove la cultura domina e regola l’agire umano, rendendo così Ischia simile all’isola-regno descritta da Thomas More. Ponendo a servizio di tutti il suo impegno giornalistico, culturale e politico, il Patalano, il “venerando amico di tutti, il saggio consigliere di tutti, il gentiluomo per istinto e per tradizione di casato”, come un “arcobaleno”, ha vegliato per circa un secolo su Forio, soprattutto nei momenti più difficili, tanto da costituire una “guida speciale” per la popolazione…
Ma oltre a questa scatola, alle generazioni future ha lasciato anche un simbolo, un monumento per la civiltà: la Torre della “Colombaia”, arroccata sulle rocce trilitiche del promontorio brunito di Zaro. Una torre bianca che con un inconfondibile stile neogotico, alla pari della Statua della Libertà, rappresenta la “fiaccola della democrazia” volta ad illuminare i popoli lungo il sentiero del rispetto comune.
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Duecento e più anni
A partire dal 1799, anno di nascita di Mosè, si dipana – con lucidità e a volte commozione– la storia dei Bemporad, una famiglia di ebrei giunti in Italia, forse in seguito all’editto del 1492 con cui furono espulsi dalla Spagna i sudditi che rifiutavano di convertirsi al Cristianesimo. Michelangelo, nipote di Mosè, da Pitigliano si trasferisce a Gradoli e si innamora di una ragazza di buona famiglia, ma cattolica. Un matrimonio misto a quei tempi non era visto di buon occhio, ma alla luce delle leggi razziali si dimostrerà di vitale importanza. Alla morte del padre Flaminio entra nel collegio cattolico di Santa Maria a Roma ed è costretto a convertirsi al Cristianesimo. La città eterna trasforma il ragazzo in un vero gagà, ma il prosciugamento del patrimonio dei Bemporad distrugge ogni suo sogno di gioventù e impone a Flaminio di lasciare Roma e gli studi. Si trasferisce allora a Montefiascone dove si sposa, tuttavia la morte della moglie e poco dopo della figlia neonata gli infliggono un altro duro colpo. Flaminio sente la necessità di allontanarsi da quei luoghi resi esecrabili dalla sofferenza e di ritornare nel luogo dei suoi anni più felici: Roma. L’atmosfera stimolante della capitale lo riporta alla vita e gli dona, ancora una volta, l’amore; il fascismo e la guerra, però, tarpano le ali a lui e a un’intera generazione di italiani. Dopotutto la vita è così, un continuo mutare della fortuna, eppure di padre in figlio la storia di una famiglia scorre, irrefrenabile, attraverso le difficoltà del presente verso i sogni dell’avvenire. -
Piovono barattoli dal cielo
Un album di delicati ricordi attraverso luoghi, profumi e parole tessuti in una trama che trascina con sé i frammenti della biografia di Pietra, forte e appassionata, intimamente legata alle sue origini. Figlia di una Sicilia povera e stremata, emigra in Belgio con la sua famiglia, poi in Inghilterra con il suo amore: due lunghi viaggi che la allontanano dalla sua amata isola, ma al contempo l’avvicinano a una esistenza migliore, costruita giorno dopo giorno con fatiche e rinunce, opportunità e soddisfazioni. La storia di una donna moderna, intrisa di incontri e struggenti addii, che vede il suo epilogo nel ritorno alla madre Sicilia. Le tracce della memoria, come barattoli piovuti dal cielo, danno a Pietra il coraggio di lottare senza sosta per i suoi sogni. Il racconto di una vita intensa, declinata attraverso la complessa realtà del mondo e dei suoi conflitti, da cui, come un’isola in mezzo al mare, Pietra emerge dalle acque in tutta la sua bellezza. -
La morte ha bussato alla mia porta
“Una fragile dama di cristallo, ma con l’anima d’acciaio”. Ecco la descrizione di una donna che, improvvisamente, si ritrova ad affrontare la paura più grande che possa spaventare un essere umano: la morte. Una data, il 10 giugno 2008, fa da spartiacque tra il prima e il dopo. Basta una sola parola – cancro – e in un unico attimo tutto non è più come prima. Un viaggio interiore alla scoperta dell’Io più profondo, un disperato tentativo di attaccamento alla vita di una donna che decide di combattere per sfuggire a una profonda angoscia e alla sensazione di essere sospesa tra la vita e la morte. Non sempre la disperazione spalanca le porte di un abisso. A volte, proprio essa – se ispirata dalla volontà – si trasforma nella più potente risorsa dell’Io. -
Adattiamoci!
Adattiamoci! non è un’autobiografia in senso proprio di Anna Mazzamauro, anche se lei stessa ne è autrice; né si può definire biografia, seppure si parli della sua vita. In realtà Adattiamoci! offre al lettore molte più sfumature delle caratteristiche e delle qualità di un’attrice, in quanto “è più facile raccontare la propria storia come se fosse una serie di memorie altrui”, nella quale si affidano “il dolore o il godimento a personaggi che li hanno già vissuti”. Attraverso tre pièce teatrali ideate dalla Mazzamauro si scoprono – e si godono – tre personaggi unici e straordinari: “Anna Magnani”, “la Silvani” e “un Pazzo”, protagonista di un racconto di Gogol, “ma con una mutazione che soltanto la mia storia ha provocato”. I buoni attori sono capaci di adattarsi ai personaggi che interpretano, ma solo pochi riescono ad adattare i personaggi alla propria vita. -
Di nobili speranze
A oltre quindici anni dall’inizio della sua esperienza da sindaco di Aversa Lello Ferrara, nella forma del libro-intervista, offre una interpretazione di quel periodo alla luce dei fatti accaduti fino a oggi. Il punto di partenza della riflessione è Aversa, una periferia meridionale, ma sin da subito è chiaro che l’oggetto dell’analisi si estende al tempo della Campania e dell’Italia post-Tangentopoli. Il quinquennio 1993-1998, tempo dell’esperienza comunale di Ferrara, avrebbe realmente potuto attuare e soprattutto stabilizzare a livello nazionale l’auspicato processo di rinnovamento della classe dirigente e della politica, ma tale tentativo – che pure era nell’aria – fallisce. Di fatto la crisi del nostro tempo non riguarda solo una periferia meridionale, ma estende il proprio dominio negativo al Paese intero e si spinge ancora più oltre, fino a svelare la crisi della stessa democrazia. Di nobili speranze è il suo primo libro. -
Una piccola donna fra due millenni (1916-200?)
Alle soglie dei 90 anni, più che fieramente portati, Marcella De Marchis Rossellini ripercorre, con i toni del ricordo, della favola e del diario, la sua vicenda di vita: dall’incontro con Roberto Rossellini ai rapporti con i più celebri nomi del cinema italiano e straniero, attraversando i momenti storici più significativi vissuti durante un’esistenza così lunga, ricca e soprattutto intensa. I frammenti del racconto dell’autrice scorrono come fotogrammi di un film avvincente: leggendo, è come assistere ad una sequenza di scene delle quali il lettore riesce a percepire gli odori, a vedere i colori, a carpire sinanche le sensazioni. In una forma sempre diretta, schietta, che anche nella rievocazione non accetta la facile lusinga della retorica, si susseguono le immagini della chiesetta di Palo (dove la scrittrice sposò Rossellini), i primi tempi del loro amore, i sogni e l’aspirazione di crescere in fretta, i momenti atroci e terribili della Guerra, la caduta del fascismo, il ritorno a Roma e, finalmente, l’inizio delle riprese del celeberrimo Roma, città aperta. Il confronto tra passato e presente, il rapporto moglie/marito, la folgorante carriera del regista, i figli, la morte prematura del primogenito, la fine, dopo non molto, del matrimonio, gli altri rapporti del regista, l’incontro con Anna Magnani, il matrimonio con Ingrid Bergman, i viaggi e le relazioni con il magico mondo del cinema scorrono di pari passo con la realizzazione di capolavori del neorealismo, da Paisà a La vispa Teresa, sino alla morte di Rossellini nel 1977. Ma il resoconto dell’autrice prosegue, tra aneddoti ed esperienze le più varie, sino a immaginare, con una punta di brillante ironia, il suo stesso funerale, messo in scena per finta e con l’augurio di poter “concludere la propria vita regalando a tutti un ultimo sorriso”. Come scrive Carlo Lizzani: “Molti episodi, molti personaggi raccontati in questo libro contribuiranno a tener vivo per le giovani generazioni il ricordo di una stagione artistica straordinaria. Non c’è futuro senza memoria. Grazie Marcellina. E altri novant’anni!” -
Matilde Serao a Eleonora Duse. Lettere
Matilde Serao ed Eleonora Duse. Due amiche, due donne, ma anche due figure storiche importanti che hanno segnato entrambe, pur se in maniera diversa, lo scenario culturale e sociale di uno scorcio del primo Novecento. E Matilde Tortora, consapevole del rilievo che tali personaggi ebbero nella vicenda culturale italiana del secolo scorso, ha deciso di riportare, indagare e travasare sulla pagina scritta quest’incontro spirituale, umano, oltre che letterario. Lo ha fatto proprio tramite altre pagine vergate: la fitta corrispondenza tra le due donne, documenti significativi e testimonianza veritiera di un legame profondo che si andò instaurando nell’arco del primo ventennio del Novecento. La perizia filologica con cui la Tortora ha compiuto questa ricostruzione va di pari passo con una ricerca storica caparbia e attenta, ma sempre rispettosa e fedele. E se l’esito di tutto ciò è rappresentato dagli aspetti, per così dire, “istituzionali” delle due figure, la curiositas che ha accompagnato l’indagine è riuscita a far emergere anche il lato più autentico e privato della Serao e della Duse, messe a confronto tra loro e in relazione all’evolvere di un’epoca. Una scambio di missive, molto probabilmente solo un’esigua parte, quella rimasta, che si muove, toccando gli estremi della confessione muliebre e dell’intimità di un affetto sincero, da un parte, e quelli della lucida coscienza del momento storico vissuto e di una sua acuta critica, dall’altra. Ed è così che nelle epistole tornano numerosi ed energici interrogativi, nonché l’aurorale tema di una rinascita personale e professionale, condivisa sia dalla giornalista che dall’attrice. -
Le guerre di Dadà
Dada e le sue guerre. Con mano sapiente ed amore profondo per la sua terra, l’autrice ripercorre le tappe della sua infanzia. Rie-voca gli anni della sua formazione, avvenuta in un contesto di lavoro in cui s’intrecciano memorie, racconti di famiglia, aneddoti, usi e costumi della terra visitata da Goethe, Stendhal, Dumas padre, che aveva conosciuto il massimo splendore nella seconda metà del Settecento. sorprendente e straordinario come Dada bambina soffra sulla sua pelle l’ultimo conflitto mondiale, sempre pronta ad accogliere i lati positivi di ogni situazione per uscirne pi forte e vitale che mai. Questa bambina ci d dei messaggi molto attuali: la sua guerra per vivere la sua arte nell’industria di famiglia e l’opposizione del padre che non la vuole perché femmina. Come non commuoversi di fronte alla famiglia milanese della madre che la considera di razza inferiore perché terrona. Grazie al suo dialogo con Dio e alla sua positivista Dada riesce a superare tutto, tanto da essere considerata speciale, diversa, e quindi non compresa. Rinuncia al principe azzurro perché per lei l’amore conoscenza reciproca, affinità e accoglimento totale. Certamente fu un angelo a farle incontrare ad Amalfi l’Amore, l’uomo della sua vita che aveva queste capacità. -
Carla Fracci dalla A alla Z
Una etoile. E una giornalista. Una stella. E la sua migliore amica. Una donna. E un’altra ancora. Carla Fracci. E Giuliana Gargiulo. A tu per tu. Faccia a faccia. Un grande rapporto di amicizia che si svela, a quarant’anni dal primo incontro, in una nuova forma di libro/intervista. Un alfabeto. Fatto di ricordi, di emozioni, di prove, di studio quotidiano, di ballerini e di balletti. Quanti successi! Non solo. In questo inedito alfabeto, la grande etoile, celebratissima star della danza in tutto il mondo, racconta anche un pizzico del suo privato, la sua famiglia, se stessa. Procedendo per argomenti (ad esempio: M come mare, come matrimonio, come mozzarella, come Margot Fontayn; R come Roma, come Romeo e Giulietta, come Rudolf Nureyev), Carla e Giuliana parlano del più e del meno, ricordano questo e quello: i partner indimenticabili, i grandi coreografi, le tourneè più faticose, i momenti della vita più significativi. Pieno zeppo di immagini che esprimono la bellezza – immutata nel tempo – di un vero e proprio mito vivente, fotografie attinte non solo agli archivi dei grandi fotografi che nel corso della sua luminosa carriera sono rimasti catturati da così tanta grazia e bellezza, ma anche agli album di famiglia, Carla Fracci. Dalla A alla Z, tra pubblico e privato è un libro già attesissimo e pieno di sorprese. Per sapere di più sul personaggio, per imparare a conoscere la persona. Giuliana Gargiulo ha conosciuto il regista Beppe Menegatti, marito di Carla Fracci, nel 1958 a Milano per l’inaugurazione della stagione del Piccolo Teatro, lei attrice appena ventenne, lui assistente alla regia, insieme nella compagnia di Eduardo De Filippo. Vite che s’intrecciano, dunque, storie parallele. Come in una coreografia. Come dire: una Fracci per amica. -
Morale della favola
Una favola inversa: la principessa si ritrova cenerentola. E chi poteva raccontare una favola, se non una vera principessa? Giulia Odescalchi, “nata sotto a un cavolo reale”, si veste di ironia per raccontare una vita gravata dal peso di dover essere sempre all’altezza del passato. Con tratto a volte poetico ed evocativo, disegna i contorni di un’infanzia dolce e vivace, vissuta tra gli agi e le restrizioni di un’educazione rigida e formale; gli anni dell’adolescenza, la voglia di smettere le scarpette di cristallo per indossare più comode pantofole pelose; la maturità, la sua esperienza di donna e madre, alle prese con un marito ‘borghese’, losco e distante. Il divorzio. La triste storia del fratello Filippo ‘il principe barbone’, morto in un incidente nel 1990. Come in ogni favola che si rispetti, sono presenti fate e orchi, castelli e stalle, amori e gelosie. Ma alla fine, su tutto, vince la voglia di vivere di una donna che riesce a riappropriarsi di se stessa, anche a discapito delle convenzioni sociali. L’autrice leva il sipario sulle vicende della famiglia Odescalchi, delineando un ritratto della nobiltà molto lontano dall’immaginario collettivo. -
Un taccuino inedito di Matilde Serao
“È un taccuino con note autografe sul progredire del suo lavoro di scrittrice e di narratrice ed è il luogo in cui ci dà lo schema degli ultimi suoi romanzi. D’altra parte proprio in questo taccuino è consegnata la testimonianza di una notevole caduta in quanto autrice di romanzi e della sua visione morale della vita”. -
Otello Fava
Il volume, a cura di Vittorio Giacci, raccoglie le memorie di Otello Fava (1915-1984), uno dei più importanti truccatori del cinema italiano. Un affascinante percorso si snoda attraverso pagine dense di aneddoti, immagini e descrizioni tecniche, conducendo per mano il lettore alla conoscenza di una straordinaria ma ancor poco conosciuta professione che contribuisce a dare corpo e fascino ai nostri sogni cinematografici. Il volume è completato, oltre che da un intervento del figlio di Otello, Stefano Fava, da un saggio di Maurizio De Benedictis, dalle preziose testimonianze di chi l’ha conosciuto e ha collaborato con lui – fra cui Marisa Allasio, Claudia Cardinale, Valeria Ciangottini, Callisto Cosulich, Dino De Laurentiis, Carla Del Poggio, Osvaldo Desideri, Franco Di Giacomo, Luciano Emmer, Claudio G. Fava, Marcello Gatti, Giuliano Gemma, Ennio Guarnieri, Virna Lisi, Carlo Lizzani, Elsa Martinelli, Francesco Maselli, Marisa Merlini, Sandra Milo, Daniele Nannuzzi, Gillo Pontecorvo, Gianni Quaranta, Dino Risi, Silvano Rocchetti, Alvaro Rossi, Stefania Sandrelli, Furio Scarpelli, Marina Solinas – e da moltissime fotografie, per la maggior parte inedite, provenienti dal suo archivio personale. Uno strumento essenziale per conoscere l’arte del “trucco cinematografico” che ci riporta a una grande stagione del cinema italiano e internazionale. -
Lettere di Roberto Bracco a Ruggero Ruggeri
Queste lettere, fino a oggi rimaste inedite, furono scritte dal drammaturgo Roberto Bracco, all’epoca già famoso per le sue opere rappresentate nei maggiori teatri in Italia e all’estero, all’attore Ruggero Ruggeri, dal febbraio 1912 all’ottobre 1914, e riguardano le fasi di approccio e convincimento a che il grande interprete accetti di portare in scena il suo lavoro teatrale Il Piccolo Santo e infine, ottenuto il suo assenso, il costante intervento di Bracco durante le varie fasi d’allestimento di questa sua opera, sebbene affermi di volersene tenere in disparte. L’interesse che queste lettere suscitano è dovuto al fatto che esse disvelano per la prima volta il back-stage di un lavoro teatrale bracchiano, non solo il suo chiedere, incitare e infine persuadere Ruggeri a interpretare Il Piccolo santo, ma anche il suo intervenire con suggerimenti, proposte, indicazioni di scenografia e insistiti consigli per la scelta degli interpreti per quello che era il più difficile dei suoi testi teatrali, e per sua stessa ammissione, il suo testo “più letterario e meno teatrale”. Inoltre è qui anche pubblicata l’azione cinematografica inedita di Roberto Bracco dal titolo Il primo raggio di Sole, recentemente rinvenuta, nel prezioso autografo originale dell’autore.