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Gallinelle e nodi
Il coraggio della rinuncia all’abitudine in vista di una propria identità; l’importanza di cogliere le sfumature della vita, rifiutando visioni nette e rigide; la forza di guardare avanti superando i contrasti interiori dettati da tale scelta e la critica alla superficialità di una realtà ossequiosa verso l’apparenza: questi sono solo alcuni dei temi affrontati dall’autrice nei propri versi e nei propri testi, attenta all’analisi della “dimensione donna”. Portavoce di chi ad un certo punto della vita si sorprende a fare i conti con il proprio passato, ma allo stesso tempo risolutiva in merito alla sofferenza o le paure, a volte paralizzanti, che contraddistinguono l’età matura, attraverso queste riflessioni offre uno squarcio della donna di oggi, dei suoi rimorsi e rimpianti e della voglia di affrontarli in maniera costruttiva.
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Desiderio di metafisica
Una terra meravigliosa, ricca e pericolosa, che, come Circe, ammalia ma fa soffrire, rendendo il poeta “prigioniero d’una triste favola che sa d’eterno”. Come sulla tela di un pittore vengono alla luce, pagina dopo pagina, “poesie d’eterno canto”.
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Dello stesso amore
E siccome questa vita
non dimenticherà
di donarti dolore,
perché neppure questa vita
ti ama e ti avrà amata
come io ti amo,
con le mani calde dell’estate
asciugherò il tempo
delle tue piogge amare. -
Crisalide – Il volo della vita
Crisalide, il volo della vita, quello dovrebbe essere l’apice di vita per una farfalla. Le farfalle, secondo me, assomigliano un po’ alla vita, racchiudono in sé il simbolo della “perfezione imperfetta”. Sono bellissime con i loro colori, delicate nei movimenti e libere di volare ovunque. Spesso la superficialità delle cose nasconde però verità ben diverse. L’impegno e la forza della loro trasformazione per raggiungere il loro splendore completo di farfalla, le porta in breve tempo alla loro fine. In particolare la farfalla monarca è il più incredibile simbolo del cammino interiore e della vita, quasi magica, l’anima di un sogno reale.
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Vurria
Ho iniziato per gioco perché è con gli occhi dei bambini che amo guardare il mondo. Ed è così, per gioco, che è cominciata la mia avventura. Un viaggio avvincente che ho affrontato per dare voce a quella parte di me che ho sempre custodito gelosamente e che provo adesso a raccontare a chi ascolta. A volte bisogna alzare un po’ la voce per risvegliare animi e passioni. Desidero parlare soprattutto ai giovani, perché possano imparare che senza memoria non c’è futuro e che, in fondo, è nella semplicità delle cose che si ritrova la vera essenza della vita e la forza per renderla migliore.
L’autrice
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‘A vennégna
Pascoli ce lo insegna: esiste in ognuno di noi un fanciullino che, finchè siamo in tenera età, si esprime mediante il nostro corpo, così che si sente un solo palpito, un solo strillare, un solo guaire. Ma dopo il sopravvento della maturità, mentre noi ingrossiamo la voce e volgiamo l’anima verso nuovi interessi, il fanciullino non cresce e continua a far sentire la sua voce ingenua e primigenia, il suo “tinnulo squillo”, suggerendoci quelle emozioni e sensazioni che solo un bimbo può vivere.
Da Prefazione
di Marco di Mauro