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Il metodo Maurices… e se funzionasse?
Il romanzo segue le vicissitudini di Claudia e Alfredo, una coppia di coniugi in crisi che decide di separarsi. Quando i due si rivedono, dopo un lungo periodo di distacco, Alfredo propone alla moglie di fare un gioco che segue le regole del “Metodo Maurices”. L’obiettivo è di appianare ogni divergenza e asperità nella coppia attraverso una totale apertura nei confronti dell’altro partner. Nel romanzo, oltre a quella dei due protagonisti, si intrecciano altre storie parallele. Amici e amiche di lei e di lui che, con i loro vissuti, entrano ed escono a più riprese dalla narrazione ricca di colpi di scena. Un lungo racconto corale abbellito da “Intermezzi tra i capitoli” che, talvolta, aggiungono nuovi aneddoti alla trama portante dell’opera.
In questo romanzo, a tratti leggero e in alcuni punti toccante, l’autore indaga a fondo i sentimenti dei personaggi come l’amicizia, la solitudine, le passioni represse e poi sbocciate, i teneri amori e il perdono, traendo da ciascuno di loro disparate sensazioni, quali: gelosia, rabbia, perplessità, sana invidia.
Scheda Giuseppe Battista-specchi di narciso-Graus Edizioni 2021 -
Vetro infrangibile
Pasquale, un giovane napoletano appena laureato in medicina, un giorno, al mare, incontra Anna e se ne innamora. Tutto lascia presagire che ci sia un sentimento forte tra i due, ma non è così: Anna lo tradisce con il ricco Fabio. Da quel momento, Pasquale crede di aver aperto gli occhi sulla crudele legge del denaro, cui tutti e tutto si sottomettono, anche l’amore. Un’ulteriore beffa del destino, il senso di vuoto che lo attanaglia lo lasciano in balìa della solitudine del suo animo. Una voce però lo guiderà, al prezzo di una monetina e lo spingerà ad essere medico volontario in Africa. Le esperienze che farà, gli incontri che avrà e le vicende in cui si troverà coinvolto, gli faranno capire che se il denaro è la legge l’Amore è un ribelle.Scheda maddaloni
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Quel lato oscuro
Sardegna, fine Ottocento: il romanzo mette in scena una storia di comportamenti ipocriti, violenti, egoistici, con cui una ricca famiglia di grandi proprietari terrieri cerca di occultare le conseguenze di una passione incestuosa che possono provocare la rovina di uno dei casati più ricchi e stimati del luogo. Sullo sfondo, un intero paese incerto nell’accettare le giustificazioni della famiglia e la caparbietà di questa nel tentare di difendere il proprio onore, anche avvalendosi di menzogne. Si delineano credenze e facili credulità legate a una cultura antica e ancora ben radicata.
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MAKE – UP… per un sorriso!
“Ciò che non vorrei mai è vivere in bianco e nero”.
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I delitti dell’Orsa Maggiore
Il caso irrisolto di un killer seriale e l’arrivo in città di una criminologa di successo si mescolano e preannunciano un classico poliziesco, dinamico e pronto a suscitare da subito grande curiosità nel lettore. In un breve dialogo iniziale con un personaggio, l’autrice fornisce al lettore gli strumenti necessari per muoversi all’interno di un duplice mistero da risolvere. Il lettore, che da subito veste i panni del detective, insieme ai due protagonisti tenta di sbrigliare la matassa di omicidi che ossessionano l’ispettore “Baffo”. Amélie, al suo fianco, con spiccata intelligenza e brillantezza, coglie immediatamente il carattere intrigante e ben delineato del percorso che l’assassino ha scelto per mettere in scena i suoi crimini. Stravolgendo il punto di vista adottato fino a quel momento, dà una svolta alle indagini e contemporaneamente alla sua vita e al suo misterioso passato, che vuole a tutti i costi dimenticare.
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Marito seriale
Napoli. Vittorio, fotografo di mezz’età, dopo cinque matrimoni e altrettanti divorzi, crede ancora di poter trovare una donna da amare. Un giorno si ritrova con Peppino, il suo giovane e attraente apprendista fotografo, in una strana situazione a casa di un’anziana signora. Sono attratti lì con un inganno da Rosaria, giovane donna che, con il fratello Apollo, li fa arrestare con l’accusa di furto. I due amici vengono salvati da Elisabetta, terza moglie di Vittorio, diventata giudice dopo la separazione dall’uomo. Il ritorno di questa ex-moglie è seguito da quello delle altre quattro: tutti gli ex-amori di Vittorio si presentano alla porta di Donna Francesca, madre del fotografo, da cui lui è tornato a vivere. Questa situazione paradossale raggiunge il culmine massimo nel momento in cui tutti i personaggi dell’opera affollano la scena. Caos, scambi d’identità, fraintendimenti rendono ilare tutta la rappresentazione. L’autrice, Anna Novikova, riesce, con un’opera teatrale leggera e vicina alla comicità tipicamente italiana, a strappare un sorriso al lettore affrontando temi immortali e mai banali, come l’amore e i soldi, osservandoli da più punti di vista. Tutto questo in una caratteristica cornice napoletana.
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Oggi è primavera e io non posso vederla
Un sogno, una realtà immaginata, che irrompe e spezza la routine di una vita immersa in una profonda oscurità, a cui un mendicante cieco non può dare forma. I suoi occhi, ormai semplici sfere opache senza luce, non sono più in grado di mostrargli la vita che è costretto a percepire attraverso suoni, odori e ricordi assorbiti. Improvvisamente viene scosso e inizia un cammino di introspezione alla ricerca di quel qualcosa in più che la vita gli ha tolto, o che forse lui si è sempre negato. Marco Solaro ci accompagna, con apparente leggerezza, alla riscoperta di un’esistenza che sembrava condannata alla solitudine e all’isolamento, e su cui si apre una finestra di reciproca umanità e speranza. Ci svela una realtà quotidiana che troppo spesso abbiamo davanti agli occhi e verso la quale, sempre di più, ci mostriamo ciechi.
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Il passaporto strappato
L’autrice ripercorre in prima persona il corso della sua vita, partendo dai primi ricordi dell’infanzia fino ad ora. Il filo rosso delle sue vicende è una continua rinascita, resa a volte difficoltosa dagli avvenimenti storici, che inevitabilmente hanno avuto ripercussioni sulla pace famigliare, sia che lei ricoprisse il ruolo di figlia, moglie o madre. Prima tra le delusioni: la partenza del padre per gli Stati Uniti. Con un senso di abbandono che nasce lento, Gerardina deve farsi coraggio a soli quindici anni, prendendo tra le mani le sorti di ciò che rimane della sua famiglia. Altalenando fasi di forza personale al bisogno di protezione e affetto, tra le preoccupazioni del lavoro e la cura della casa, la Russo cede finalmente alle costanti attenzioni del giovane benestante Nunzio, sposandolo dopo un lungo periodo di fidanzamento. Il matrimonio diventa una collezione di piccole schegge appuntite di dolore: le incomprensioni con il marito, le gelosie e i vari aborti. Ma non tutto il male viene a nuocere. Seppure frutto di un matrimonio infelice, Gerardina e Nunzio hanno finalmente due figli, Giovanni e Loredana, molto amati dalla scrittrice. In questo caleidoscopio di eventi traumatici, la fede in Dio e l’amore incondizionato verso il prossimo fanno da forza trainante per Gerardina, che riemerge e diventa la Fenice della sua vita.
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Scoglitti
In questo breve amarcord, Elena, la voce narrante, racconta in modo pacato e riflessivo il viaggio che ha compiuto all’insegna dell’arte, del buon cibo e della compagnia di vecchi amici e parenti. Dalla Puglia, la protagonista approda nelle terre siciliane dove la attende il vivace percorso artistico itinerante “Articolando”. La permanenza in quei luoghi e la piacevolezza del tour la avvicinano al suo passato e le permettono di rinsaldare le sue radici, rendendo ancora più gioiosa e partecipativa la sua rassicurante vita e il mondo che le appartiene. La forza espressiva dell’autrice si carica di quella verve artistica che l’accompagna da sempre e dona alla sua esistenza una calma nient’affatto apparente, espressa piacevolmente dalla prima all’ultima pagina.
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Scritti sotto dettatura di anima e cuore
Tutto ciò emerge dai testi poetici di Romano Zega sono un santuario innalzato ai valori più autentici e assoluti, che dovrebbero guidare l’umanità: la famiglia, nelle figure struggenti del padre e della madre e dei suoi attuali componenti; l’amicizia; la forte attenzione rivolta ai più deboli, a coloro che più subiscono le ingiustizie e insufficienze della società. Il nostro autore instaura un dialogo ad alta tensione con ‘a fatica, quella che si è costretti a vivere e a subire per poter garantire, più che la vita, la sopravvivenza, alla specie umana e risulta quanto mai affabulante e avvincente il suo dialogo-monologo con la condanna biblica, a cui l’uomo è ciclicamente sottoposto e dalla quale egli è riuscito finalmente a liberarsi, conquistando l’utilità e la felicità del superfluo, di ciò che apparentemente non rende niente, ma invece rende libera e felice l’anima, la mente, il cuore, soprattutto, che può finalmente battere all’unisono con le esigenze più naturali, elementari ed essenziali, dell’essere umano.
dalla prefazione di Francesco d’Episcopo
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La Danza della Vita
Alma è una donna alla continua ricerca di una felicità che mai si concretizza realmente davanti ai suoi occhi. Privata sin da piccola dell’affetto dei genitori, dopo un vano tentativo di fuga, decide di lasciare la sua famiglia all’età di 18 anni, con l’intento di non lasciarsi modellare secondo il volere di sua madre. Dopo un soggiorno di tre anni presso una zia paterna, in cui stringe un forte legame con lo zio “Lu Baruni”, Alma decide di prendere in mano le redini della sua vita e trasferirsi, a causa della dipartita di quest’ultimo. Ma il destino beffardo non avrà riserve sulla giovane donna: Alma si ritroverà rinchiusa nella “prigione” di un uomo ingannevole, e sperimenterà il vero dolore quando la “signora nera” le porterà via gran parte della sua famiglia. Sarà, però, tutta questa sofferenza che permetterà ad Alma di chiedersi davvero quale sia il senso della vita e a trovarlo, seppur in maniera fugace.
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L’inganno della realtà
Charles Wilson ha tutto quello che si potrebbe desiderare: un buon lavoro, una bella casa, una ragazza che lo ama. Ma la vita non è sempre come appare e a Charles il suo mondo perfetto comincia a stare stretto. Le certezze, precariamente costruite, iniziano a vacillare e a sgretolarsi come un castello di sabbia, granello dopo granello, fino a condurlo, in un freddissimo giorno di dicembre, a un bivio: gettarsi nelle gelide acque del lago Champlain e farla finita o scegliere la vita a ogni costo? Giunto al punto di non ritorno, l’incontro con un bizzarro clochard dà inizio a un lungo flashback in cui il protagonista racconta le vicende che lo hanno condotto alla terribile decisione: la fuga dal paese d’origine, l’arrivo a New York, l’incontro con una donna bellissima e affascinante, intrighi e misteri, gioie e delusioni, amore e sofferenza.
Nazareno Palma ci regala un romanzo che si legge tutto d’un fiato, in cui la contrapposizione tra cuore e ragione è una lotta all’ultimo sangue e la separazione tra realtà e immaginazione è una linea sottile. All’uomo non resta che cercare di sopravvivere sforzandosi di trovare un equilibrio tra queste forze, nella consapevolezza che la felicità non è una strada in discesa, ma si costruisce passo dopo passo.