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L’amore violato
Marta, una giovane e diligente studentessa universitaria, dalla tranquilla vita di periferia si ritrova catapultata in un mondo a lei del tutto sconosciuto in seguito all’incontro fortuito con Fabio. Conoscerà l’amore, ma anche il lato più intraprendente di sé. Lo stesso destino, infatti, che ha favorito l’incontro tra i due sembrerà opporsi alla serenità della donna, dando vita a dubbi e interrogativi senza risposte. Gli eventi che Marta sarà costretta ad affrontare la accompagneranno in un viaggio interiore, in cui la sua determinazione si rivelerà l’elemento imprescindibile per la rinascita dopo una serie di ferite impresse nel suo cuore. L’autrice analizza le imprevedibili dinamiche dell’amore, sentimento intenso e complesso per il suo bagaglio di gioie e dolori, offrendo al lettore sorprendenti squarci dell’animo umano.
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Un possibile senso della vita
Un racconto, un romanzo è sempre una metafora, uno spunto per mostrare un’epoca, un’esperienza personale, un disagio esistenziale, un’emozione, un sentimento. A volte in maniera drammatica, altre ironica, talora surreale, ma sempre con un contenuto emotivo che appartiene a chi scrive. Una metafora della vita, quindi. È da questa considerazione che nasce Un possibile senso della vita: per dieci possibili sensi della vita dieci racconti sospesi tra il surreale, l’ironico, l’assurdo, il paradossale per arrivare al fondo dell’interiorità, della normalità. Ogni storia è a sé, ma tutte sono collegate da un fil rouge che trasforma la raccolta stessa in un altro possibile senso della vita: quello di chi scrive, quello di chi, leggendo questo libro, potrà appassionarsi e identificarsi in uno o più di questi sensi.
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Il silenzio delle donne
Carla e Michele incarnano il giusto sodalizio tra Basilicata e Campania, Leonilde e Gianfranco sono due autentici toscani, Arianna e Paolo hanno entrambi origini lombarde, Delia e Francesco sono dei campani doc. Ma cosa unisce questo variegato gruppo di amici? Sicuramente il desiderio ingovernabile di partire, scoprire il mondo e le sue meraviglie, ma la valigia sempre pronta non è l’unica cosa che hanno in comune. Michele, dopo aver svolto per anni un lavoro che non lo gratifica, finisce col cedere alle facili promesse di guadagno del gioco d’azzardo. Gianfranco scopre di essere affetto da sclerosi multipla, Paolo ammette di essere da tempo dipendente dall’eroina, Francesco si ritrova a lottare contro l’alcolismo. Il silenzio delle donne racconta le difficoltà quotidiane di quattro uomini, ma parla soprattutto delle donne che, scegliendolo ogni giorno, lottano al loro fianco.
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La vita è varia ma al male fatto molte volte non c’è rimedio
Un essere umano nel corso della vita può imboccare infinite strade dalle infinite possibilità e incontrare persone dalle altrettante infinite sfumature. La vita è qualcosa che deve essere vissuta pienamente ma, ad ogni azione, parola di troppo, corrisponde una conseguenza e questo testo ne è la prova. È la testimonianza di una donna che, desiderosa di conoscere il mondo, di amare, si lascia trasportare dalle sensazioni, dal suo sesto senso, nelle azioni e nei suoi rapporti con gli uomini. Ma, molto spesso le persone non sono ciò che sembrano e i rapporti si sgretolano: deludendola e ferendola. Da queste ferite ricevute è difficile rimettere insieme i cocci, rialzarsi. D’altronde ci si sente offuscati, spaventati nel fidarsi del prossimo, eppure la vita è varia, dalle infinite possibilità e nulla le vieterà di rimettersi in piedi e proseguire la sua strada e, magari, amare di nuovo.
“Si può perdonare chi non ti ha fatto vivere? Cos’è una vita senza amore? Si può perdonare chi la vita te l’ha rubata fino a farti desiderare la morte perché la vita non ha più senso?”.
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Tulipani rossi
Pepè è una bambina curiosa e vivace che ama trascorrere le giornate in compagnia dei suoi nonni. Attraverso il suo sguardo sognante, piccole incombenze quotidiane si trasformano nella possibilità di vivere avventure indimenticabili, e così una casetta sull’albero diventa un nascondiglio incantato e dei denti di leone si fanno ingredienti indispensabili per portentose pozioni magiche. Le storie di nonna Francesca, poi, ispirano gare di racconti comici disputate all’ombra dei ciliegi in compagnia di Rella, amic sempre pronta a lanciarsi in nuovi imprevedibili giochi. In questa spirale di dolci ricordi e fantasie i pomeriggi d’estate si susseguono velocissimi e cedono il passo all’autunno. Arriva per Pepè il momento di tornare a casa, da mamma e papà, ma una notizia inattesa tiene viva la speranza. Questa volta, il ricongiungimento con i nonni avverrà prima di quanto possa immaginare.
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Il nostro personaggio in scena
Il libro
La vita di per sé è fatta di sequenze, di un insieme di segni da interpretare, valutare. Ognuno con un peso diverso. Per sognare però basta davvero poco: la sola lettura ad esempio può riuscire a catapultarci in spazi immaginari più veri di ogni realtà. Il lettore non è poi l’unico a riuscire a viaggiare assaporando il gusto delle parole. Lo scrittore e anche l’interprete possono donarci la possibilità di conoscere a fondo le persone, le cose e nuovi orizzonti. Prenotare, quindi, questo tipo di ‘viaggio’ è fondamentale, non solo per divertirsi e istruirsi, ma per vivere un’esistenza ricca di esperienze. Allontaniamoci dalla mediocrità anche semplicemente mettendoci in gioco, usando la fantasia e, perché no, scrivendo un monologo o uno sketch per poi recitarlo davanti ad un pubblico. Tutto questo è: “Il nostro personaggio in scena”. L’Associazione di Promozione Sociale Le Ninfe, in collaborazione con la casa editrice Graus Edizioni, l’Associazione Quarto Sì e con il patrocinio morale del Comune di Quarto, della Città di Napoli e della Regione Campania, è giunta alla quarta edizione del concorso per attori e scrittori. Il progetto nasce nel dicembre 2015 nei locali della sede legale e operativa della APS, negli anni ha subito variazioni ed evoluzioni e attraverso l’impegno, la dedizione e la costanza nel 2021 ha raccolto innumerevoli frutti.
Dall’Introduzione di Daniela Punziano
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Scugnizza emancipata
Il libro
Maria lavora come domestica presso la famiglia Giuliano, in un piccolo paese del casertano. Sogna una famiglia e una vita serena. Per averla, però, dovrà combattere da sola. Gaetana – detta Nina – è sua figlia. Dopo un’infanzia vissuta “in gabbia”, mostra anche lei di avere tanti desideri. Uno su tutti è la libertà, l’indipendenza. Per assecondare il suo richiamo alla ribellione, Nina lascia la Napoli del dopoguerra e raggiunge prima Torino, poi la Siracusa del boom economico e industriale. Nina è uno spirito libero, instancabile, prende il mondo a morsi e lo fa in solitaria. È una scugnizza emancipata, protagonista del film della sua vita fuori dalle righe, ma con un tormento silenzioso dentro l’animo. Muovendosi tra le melodie della musica anni ’60 e ’70, il lettore accompagna prima Maria e poi Nina. La prima nella lotta per la rivalsa sociale, la seconda nella scoperta di sé e del mondo. Maria e Nina sono due donne simbolo di caparbietà e intraprendenza; esempi positivi, quanto diversi, di emancipazione femminile; ma se Maria è costretta dalle vicissitudini a prendere determinate strade, Nina fa sì che sia la vita ad adattarsi a lei, come farebbe un abito d’alta moda sul suo corpo.
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E pur è venuto
Il libro
Roberto e Franchino, due amici napoletani di quindici anni, bloccati nelle loro case a causa del lockdown in una Napoli tutt’altro che agiata con dei computer che non gli permettono neppure di seguire le lezioni online, si annoiano e si interrogano sull’utilità delle regole fornite dal Governo per contrastare il Covid-19. Sulla scia di questa domanda decidono di uscire di soppiatto dalle rispettive case per fare una passeggiata sul lungomare, ma per strada s’imbattono in una volante della polizia. Nel tentativo di sfuggire alle autorità, si infilano nella galleria Vittoria dove trovano una porta segreta che li conduce alla Napoli della peste del 1656. Tra misure di protezione, cadaveri in strada, superstizioni e medici che provano a combattere il nemico invisibile, il viaggio tra passato e presente dei due adolescenti si rivelerà essere, oltre che incredibile, speciale.
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Un attico in Purgatorio
Il libro
In una bellissima mattina quasi d’estate, un gruppo eterogeneo di sfaccendati turisti decide di avventurarsi in una spensierata gita nei meandri della tanto famosa quanto sconosciuta Napoli sotterranea, supportati in questo viaggio dal sapiente aiuto di una preparata guida turistica che in tutto il percorso non dà mai modo a nessuno di sentirsi annoiato. Di stanza in stanza, le esplorazioni del gruppo si intrecciano con le vicissitudini di Serenella, vissuta durante la seconda guerra mondiale quando questi sotterranei venivano usati come rifugio antiaereo, il cui ritratto è ancora oggi visibile sulla parete di una delle gallerie. Come Serenella, i turisti “incontrano” durante il percorso tanti personaggi vissuti in quel periodo particolarmente difficile che li coinvolgono nelle loro interessanti storie in un percorso parallelo pieno di sentimenti dimenticati e al di fuori del tempo.
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Essendo
Il libro
Gaetano Mirabella nasce a Salerno nel 1947. Si laurea in filosofia all’Università di Salerno e consegue la specializzazione in storia dell’arte all’Università di Urbino. Autore di testi teatrali, ha curato, tra l’altro, l’adattamento del musical “The Cats” con una originale rilettura del poema di T. S. Eliot, tradotto per la prima volta in italiano e rappresentato con successo nei più importanti teatri nazionali. Su invito del Provveditorato agli studi di Salerno e del Comune, ha scritto una pièce sulla Scuola Medica Salernitana, che è stata rappresentata alla presenza di studenti delle scuole cittadine, in occasione del primo concorso “Città di Salerno”.
È stato autore di numerosi saggi teorici, che ha pubblicato in qualità di membro della Società Italiana per gli Studi di Estetica. Ha scritto un romanzo filosofico dal titolo “Dieci passi prima dell’eternità”. È stato un “McLuhan fellow” ed è stato collaboratore di Derrick De Kerchkove, direttore del “Mcluhan program in culture and technology” di Toronto. Nell’estate del 2007 è stato invitato in Canada, per contribuire con due articoli (“Il corpo scena” e “Lo spazio cosciente”) alla redazione di un libro sul concetto di “Punto d’essere” con altri ricercatori, poi pubblicato per le ed. cambridge scholars publishing, 2014. Ha contribuito alla stesura di un’antologia, a cura del McLuhan program, con un articolo dal titolo “Pensiero liquido e crollo della mente”. È stato collaboratore di Derrick De Kerchkove presso l’Università Federico II di Napoli. Per anni ha condotto una ricerca antropologica sulle mutazioni della coscienza contemporanea, ad opera dell’impatto con i media e le nuove tecnologie. La nuova sensibilità sembra dislocarsi fuori dal corpo fisico, in una configurazione che Mirabella definisce il “corpo-scena”, a partire dal quale il “sentire” acquisisce una eccezionale profondità e autocoscienza, per cui possiamo parlare di un “sentire pensante”.
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Grandi a confronto, il filo invisibile delle idee
Il libro
Una sorta di autobiografia, diario di viaggio in continuo divenire, metafora ideale della vita, che alterna gioia e dolore, leggerezza e momenti di forte introspezione psicologica, un’opera scritta in modo originale e piacevole. L’autore, napoletano di nascita ma vissuto a lungo in Sicilia, che ha conosciuto sul campo gli effetti devastanti della stagione delle stragi di Capaci e di Palermo, immagina di incontrare personaggi storici di epoche diverse e descrive le loro “ipotetiche conversazioni”, toccando argomenti diversi e pregnanti, di grande attualità, offrendo interessanti spunti di riflessione, con uno sguardo malinconico, lucido e, pur tuttavia, aperto al futuro. Un tributo a grandi uomini che hanno fatto valere i principi etici e morali, nonostante tutto. Fino alla fine. Una lezione di coraggio e di stile che le giovani generazioni non possono e non devono dimenticare. Seguendo queste suggestioni, il lettore si ritroverà, idealmente, a dialogare con Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, con Platone, con Marx e con altri personaggi che hanno tentato di cambiare la società e che hanno lasciato preziosi moniti a chi verrà dopo di noi. Come vogliono gli insegnamenti filosofici. Perché, come dice lʼautore: “I ricordi e gli esempi che ci avete lasciato restano vivi. La vostra dedizione, il senso di giustizia, rimarranno sempre in noi”. Un testo che, con leggerezza, tocca le corde più profonde del nostro cuore e parla di impegno civico, viatico per i tempi convulsi che stiamo vivendo.