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    Lettere a mia figlia

    Libro accattivante: si fa leggere con piacere. Può sembrare un testo comune di rapporto madre-figlia, invece è un romanzo articolato, variegato, pieno di verità. In una discussione “familiare” di vasto respiro s’innestano i problemi della “casa”; casa da rinnovare non solo nelle mura e negli ambienti, ma nell’intimo degli incontri e dei rapporti madre-padre-figli. «Ci ritroveremo tutti uniti con una nuova capacità di comunicare fra noi». Casa come flusso interiore della famiglia stessa, ma anche luogo dove rifugiarsi, appartarsi, isolarsi, per coltivare i propri sogni, per analizzare le proprie incertezze. Tutto ruota intorno a Tiziana, donna prima che madre, la quale scrive palpitanti lettere alla figlia come partecipazione di dubbi e conquiste, ma sempre in prospettiva di comunicazione, di gioia e crescita interiore.

    10,00
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    Il mulino di Poppea

    Anna Vassillo, mossa dal forte desiderio di riscoprire un antico bene di famiglia, riesce dal racconto alla documentazione, gelosamente custodita dalla madre Lucia, a coinvolgere il lettore in una storia che dalla seconda metà del Settecento arriva fino ai giorni nostri. Così il grande opificio avito, oggi scomparso, ma realmente esistito sulla villa di Poppea Sabina a Oplonti, rinasce per incanto dal silenzio nella sua interezza, da una narrazione sentita e commovente oltre che interessante da un punto di vista archeologico e culturale.

    10,00
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    Dietro i nomi delle case di Capri

    Capri. Lo sfondo è la meravigliosa isola “azzurra”. Dimora avita e prediletta da Tiberio, meta preferita di star hollywoodiane e vip di ogni genere, provenienti da tutto il mondo. Eppure, l’autrice sceglie di andare oltre quest’innegabile e sfavillante bellezza esteriore. È perciò che in un tale scenario e in un’atmosfera di mito e rarefatta eleganza, lungo una galleria immaginaria, la Caprara Gallotta disegna una teoria di tele. E se la cornice è sempre questo gioiello naturalistico, gli scorci, colti con una curiosità garbata e una sistematicità tenace, oltre che originale e minimalista, sono quelli, per così dire, “privati”. Singole case, ville, nomi e storie personali o dei luoghi schizzano un ritratto inconsueto dell’isola. Dei suoi misteri, segreti, di angoli incantati e memorie perdute. Riaffiorano, seguendo un tracciato diacronico e pittorico, sensi e significati di un altro tempo, ricordi, posti, colori e suoni, in cui l’impercettibile velo che distingue sogno e realtà quasi si squarcia, sino a confondere e fondere le due dimensioni in un’ambientazione dove si mescolano favola, mito e puro splendore, luminosità.

    8,00
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    Simonetta

    Simona sta tranquilla, serena, distesa, è ormai abituata alla mia guida, è rilassata, sembra appisolata. Poche parole, qualche breve commento su una 127 bianca che ci sorpassa, con nostra meraviglia, per ben due volte. Svoltiamo l’ultima curva in salita; sorpassiamo l’ospedale di Cava a duecento metri dal rettilineo che porta a casa. Su quest’ultimo tratto mi giro verso la bambina; Simonetta sta sempre con il braccino destro sospeso nell’aria, i capelli scompigliati, gli occhietti socchiusi. Quanta felicità per un’ora trascorsa con la mia bambina! Ecco… a questo punto, in questo momento preciso… improvvisamente… un tuono fragoroso, assordante, un boato enorme, che entra nei timpani, scuote la mia testa.

    10,00
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    A Napoli un po’ di più

    C’è una Napoli che rincorre le sue cento emergenze. E c’è una Napoli che vive perché viva è ogni cellula che costituisce il suo complesso organismo: la gente, il mare, il pensiero. E’ la Napoli dove tutto è possibile. Anzi, un po’ di più … Su questo sfondo si staglia la storia di Paolo Bertini, uno scrittore venuto dalla Toscana per stare un po’ di tempo nella città di Partenope, per completare un romanzo al quale stava lavorando da diversi anni senza mai riuscire a trovare la fine. Più’ che un romanzo, una storia d’amore che doveva rinascere in una notte stellata vicino al golfo più bello del mondo. Rinascere. O morire per sempre. Un legame simbiotico, mare-terra-acqua-case-salsedine-gente, percorre tutto il romanzo fino a materializzarsi in una teoria, snocciolata da uno dei personaggi che ruotano intorno a Paolo. Quello che chiamano scambio riferendosi solo al calore, in realtà è qualcosa di più vasto e complesso. Una città trasmette al proprio mare i caratteri cromosomici della gente, della cultura, della storia. Napoli, Grosseto, Messina, New York … Città, gente, acqua … E poi le donne. I Sentimenti. I vuoti e le fragilità. Le umanissime fragilità di uomo, padre, amante … scrittore. Sarà Napoli a restituire a Paolo e a tutti quelli come lui, fiducia e forza. E forse, un po’ di più’ …

    10,00
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    Vincere il big killer

    I protagonisti di questo libro sono eroi ed eroine del quotidiano, chiamati a superare una prova difficilissima e rischiosissima, impastata di sofferenza fisica e morale: il cancro del polmone. E l’hanno superata, grazie ad alleati indispensabili e preziosi: la famiglia, gli amici, la fiducia nella scienza medica, per alcuni la fede religiosa. La fortuna, anche. Sono 17 e si raccontano con estrema sincerità, senza fronzoli, senza omettere le debolezze e le contraddizioni insite nella natura umana. A volte con ironia, spesso ripercorrendo la propria vita dall’inizio. Scelta narrativa, questa, non fine a se stessa: un cancro al polmone non è mai figlio del caso ed è allora importante conoscere quale storia possa averlo prodotto, in quale contesto abbia potuto annidarsi e germinare.

    10,00
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    Aprite le porte a Cristo

    Il Papa e i giovani: una missione lunga un Pontificato. Lo storico viaggio nel 1998 a Cuba e l’incontro con Fidel Castro. Il Giubileo del 2000, coronamento di un Pontificato lungo ventisette anni. Il silenzio del Papa che ha commosso e toccato i cuori di milioni di persone. I giorni del lutto, l’interminabile omaggio alle spoglie del Papa. L’elezione del Successore e il bilancio del suo primo anno di Pontificato. L’inizio della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II con le interviste a mons. Slawomir Oder, Postulatore della causa, e a Joaquin Navarro-Valls, direttore della sala stampa della Santa Sede. La pubblicazione di alcune testimonianze di fedeli riguardanti la figura di Papa Wojtyla. Questi i temi trattati nel testo che in maniera chiara vuole far riflettere sull’enorme portata del Pontificato di un uomo e di un santo.

    12,00
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    Firme a palchetto

    Luisa Nigro, giovane giornalista napoletana, decide di abbandonare la sua vita di cane da strada. La scintilla scocca una sera, dopo aver partecipato a una conferenza stampa convocata in questura. In seguito a quella circostanza banale, scatta la molla che la condurrà a lasciare quella vita a un passo dal successo. Da lontano, nell’ombra, ogni sera un uomo viene a spiarla mentre lascia la redazione e si avvia verso casa. Per la prima volta, grazie a lei, Piero si scoprirà innamorato. Accanto alla loro, a fare da contrappunto, è anche la storia di Marco e Michela a scivolare via silenziosa. Sarà l’inizio di un epilogo destinato a consumarsi nei soliloqui interiori di un silenzio che urla e divora parole. “Firme a palchetto” è uno spaccato di vita vissuta dentro quel mondo di carta che aleggia dietro le “vetrine” dei quotidiani, oltre la notizia. È la critica caustica e spietata a un giornalismo miope e rampante, impantanato nella palude dei compromessi e delle opportunità mancate, in una città dilaniata dai luoghi comuni.

    12,00
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    Prima che venga sera

    Lisa e Veronica sono sorelle. Vivono in città diverse e distanti. Ma distanti, loro, lo sono state sempre, separate dal non detto e dall’amore della madre, Anna, che pare averne solo per Veronica. Lisa ha deciso da anni di tagliare quel cordone ombelicale che le affoga ’anima, rinunciando a un rapporto con entrambe. La sua apparente serenità viene però turbata dalla telefonata di Veronica che le annuncia la sparizione di Anna. Lisa vorrebbe restare fuori da questa storia, ma decide, sotto l’insistenza di Veronica, di cercare la madre. Inizia così un viaggio lungo l’Italia che diventerà presto un viaggio dell’anima. E porterà le due donne nella piccola isola di Procida, dove saranno svelati tutti i segreti di una vita di silenzi.

    10,00
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    Il giardino di vetro

    È il racconto asciutto e poetico di due vite separate, di due sogni diversi, di due nascondigli. È la storia di due colibrì che avrebbero dovuto abbandonare lo stormo e spingersi su. Ma quando l’anima fa crac è troppo tardi per volare e mentre l’amore si confonde con l’odio, il piacere con il dolore, la parola con il silenzio e il desiderio con la disperazione, può succedere qualsiasi cosa.

    10,00
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    Il dizionario degli indizi

    Nel fissare le stazioni della memoria per stabilire coi fatti anche l’orgoglio della propria identità, l’io narrante, senza mai abusare del suo coltello d’inchiostro, con leggerezza da divertissement letterario, ricostruisce la fantomatica liaison. Questo dizionario è la rivisitazione in punta di fioretto di un tradimento, e in controluce si rivela autentico atto d’amore e di riconquista.

    10,00
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    Napoli: dov’è l’uscita?

    “Toccato il fondo si può solo risalire”. Ma, a Napoli, per tirarsi fuori dalla melma dei fondali bisogna affrontare innanzitutto le condizioni che rendono così vischioso il terreno del governo della città. Lo scopo di questo libro è quello di indicare le possibili vie d’uscita da una situazione nella quale la città è, ancora una volta, precipitata e che per molti, come altre volte, non lascia spazio ad alcuna speranza. Noi crediamo, invece, che anche le città più difficili e problematiche possano essere governate e portate non solo a livelli accettabili di qualità della vita e di speranza nel futuro, ma nella condizione di poter esprimere tutto il potenziale di innovazione, creatività e sviluppo che le sedimentazioni della storia e l’accumulo di produzioni culturali possono assicurare. Nel caso di Napoli, ciò è tanto più vero, in quanto la città può fare leva su quella che appare, da sempre, come la sua grande ricchezza, una capacità quasi ipertrofica di produzione di cultura e di saperi in tutte le sue declinazioni artistiche e scientifiche. Ma per far “esplodere” le potenzialità della città è necessario partire dalle diseconomie strutturali della città, vale a dire dal fatto che Napoli è un contesto sociale caratterizzato, contemporaneamente, da: estesa marginalità sociale; notevole densità e numerosità di situazioni di povertà; consistenti livelli di illegalità diffusa; alti livelli di microcriminalità; insopportabili livelli di criminalità organizzata; elevati livelli di disordine urbano e fatiscenza delle abitazioni. Su queste situazioni è necessario e possibile intervenire con strumenti e risorse adeguate. Non mancano esempi, anche a livello europeo, come Lisbona e Dublino. Certo è un lavoro lungo ed impegnativo, ma con il cuore e con l’intelligenza, una amministrazione, che goda della fiducia dei cittadini e che sia capace di attivarne la partecipazione, potrebbe restituire a Napoli l’armonia da troppo tempo perduta.

    10,00