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Alessandro il Grande – Dalla storia al teatro
Alessandro III di Macedonia, meglio noto come Alessandro Magno, è passato alla storia per essere stato il più grande conquistatore di tutti i tempi. Di indole ambiziosa e romantica, d’aspetto nobile e d’animo inquieto, con il suo insuperabile ingegno fu capace di cambiare il volto e la storia del mondo antico in poco più di dieci anni. In questo libro, l’autore, tramite un trittico sorprendente, delinea la figura di questo grande uomo reso celebre dalle doti umane insolite che contribuirono a far fiorire leggende quando ancora era in vita. Grazie alla sapiente suddivisione del testo riusciamo a ripercorrere l’intera esistenza del re macedone: dalla profezia emanata dall’Arcangelo Gabriele alle opere d’arte, letterarie e religiose sino ad approdare al teatro, culmine originale di questo viaggio sulle tracce del più grande condottiero di tutti i tempi. Ma qual è il segreto di cotanta fama destinata a perdurare nei secoli? Quest’opera, realizzata con il supporto di straordinarie fonti storiografiche, prova a svelarci l’arcano.Scheda Alesandro Magno
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La stanza rossa
L’autrice costruisce le pagine di questo romanzo parola dopo parola, frase dopo frase, mediante una linearità di linguaggio ricco di sfumature, di novità di senso, di immagini, di emozioni e una tale intensità di respiro da creare suspense, avvolgere di un alone di mistero i personaggi e tenere inchiodato alla sedia il lettore che aspetta di respirare le atmosfere e i vissuti di Laura per poterne godere. Si immerge nella sua mente che non ricorda in maniera lineare, secondo un ordine prestabilito, ma lo fa passando in rassegna i suoi sentimenti, per associazioni di ricordi, così come si susseguono nei suoi pensieri.
In questo romanzo psicologico e introspettivo, l’autrice ci fa entrare con lei nelle varie stanze, vere icone letterarie, dove si riprenderà fiato allargando la prospettiva e rivoluzionandone il significato.
Il lettore catturerà il soffio dell’anima, fino ad arrivare a respirare quello sguardo nuovo sulle cose. La stanza rossa, in fondo, è un dono che Giovanna Politi ha voluto fare a se stessa e a tutti noi, suoi lettori, che in quelle stanze, metafore del tempo, scopriremo chi siamo stati e il perché del nostro andare. Nella consapevolezza che qualunque stanza è degna di essere vissuta.
Dalla nota critica di Teresa Romano -
Il ventennio d’oro del cinema italiano – Quattro lustri di illustri
“I loro film raccontano la vita vera” afferma Martin Scorsese a proposito dei registi del grande cinema italiano del Novecento. Brillante, acuto e rigorosamente malizioso, il nostro cinema ha toccato le sue vette negli anni che vanno dal 1956 al 1978, riuscendo ad imporre i suoi nomi più illustri anche fuori dai confini nazionali, grazie alla genialità comica di Totò, al superspettacolo d’autore di Fellini e Visconti, oppure all’eleganza di Mastroianni, fino alla perfezione di Virna Lisi. E, soprattutto, grazie allo sperimentalismo di Antonioni, al brio di Risi, alla sensualità di Bertolucci, ai tratti grotteschi di Lina Wertmüller, all’affresco storico di Luigi Magni, al cinema politico di Elio Petri, e molti altri. Un ventennio in cui il cinema italiano, rinato grazie al Neorealismo, affronta una serie affascinante di autori e linguaggi. Quattro lustri raccontati attraverso l’occhio scrupoloso di tre distinti studiosi. Completano il volume quattro interviste esclusive a Carlotta Bolognini, Erminia Ferrari Manfredi, Vito Molinari e Marco Risi.
Scheda Il ventennio d’oro del cinema italiano-Personaggi-GrausEdizioni-2021
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Dentro la Costituzione italiana
L’autrice propone un’ampia disamina delle leggi fondamentali dello Stato italiano fino all’articolo 34. Partendo dalla nascita della Costituzione italiana, il lettore si addentra a poco a poco nell’analisi di ciascun articolo, ne prende visione non solo attraverso le parole ma anche grazie ai disegni che ne illustrano il contenuto. Il testo è infatti corredato da una serie di immagini che rendono la lettura ancora più piacevole e fanno sì che i concetti espressi restino impressi nella memoria. Ultima tappa di questo viaggio dettagliato dentro la Costituzione è l’articolo 34 il più significativo, a detta dell’autrice, quello riguardante la scuola intesa come “luogo ideale dove confrontarsi con gli altri quotidianamente e dove ciascuno ha l’occasione di formarsi al di là di ogni censo”.
Scheda Rita Mottolese Sersale 2021 Coralli GrausEdizioni -
Come un pettirosso
Uno scrigno di carta nel quale sono custoditi i ricordi, i pensieri e gli avvenimenti più intimi dell’autrice: è così che si presenta il libro Come un pettirosso. Episodi di vita vera, vissuti in tutte le sue più tristi sfaccettature, si imprimono sulle pagine bianche che diventano una preziosa e silenziosa compagnia. Infatti, l’atto stesso della scrittura si rivela terapeutico per l’autrice che, proprio come il volatile dal petto rosso, è sì gracile ma anche molto forte e determinata. L’autrice accompagna il lettore nei meandri della sua vita e lo fa con una tale naturalezza da suscitare subito empatia.
Scheda Francesca Chitè-Come un pettirosso-specchi di narciso-gennaio-2021
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Scintille – Novelle napoletane e campane tra verità ed immaginazione
La mia vita nell’immaginario. Si potrebbe così sintetizzare questo libro in cui l’autore rivive momenti della sua esistenza che si affacciano alla mente come rapidi flash, improvvisi bagliori in una notte stellata. Sicché dalle pagine del libro sembrano balzar fuori, quasi fantasmi, ancor vivi e palpitanti, il piccolo biondo e terribile monello Grigna, il segaligno buon Licurgo con la faccia da cavallo e le guance scavate dalla magrezza, il giocherellone maestro Luigi; o ancora, la sirena Partenope, Carlo V, Giuseppe Moscati.
Filo conduttore, che idealmente lega quasi tutti i racconti, è l’amore dello scrittore per la sua Napoli.
L’abilità scultorea con cui sono creati i protagonisti dei diversi brani, il delicato tratto del pennello dell’artista, uniti allo stile forbito, diremmo quasi di un tempo, ed al calore umano che vibra nelle pagine, affascinano, trascinano e fanno volare la fantasia, insegnando l’amore per le cose semplici, per il quotidiano, che nel ricordo si colora sempre di sorridente nostalgia.
Maria MicelisopoScheda Michele Alliegro-Scintille-Impronte Partenopee-GrausEdizioni-2021
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Amedeo Maiuri e Roberto Pane: la valorizzazione della Porta Cumana di Neapolis-Campi Flegrei
L’idea, inerente un esito di ricerca il cui Carteggio del 1943-54 ha dato lo spunto per riprendere questo intento di valorizzazione, è stata presentata nell’ambito della Conferenza del 28 Gennaio 2012 “Problemi e aspetti della cinta muraria ad occidente”, organizzata dal Professore Leonardo di Mauro, docente di Storia dell’Architettura e Restauro, e dall’Arch. Luigi Maglio, Presidente dell’Istituto Italiano dei Castelli – Sezione Campania -. A seguire, grazie alla collaborazione della Professoressa Anna Maria Frallicciardi, docente di Geografia del Turismo Culturale, e della Professoressa Lucia Amalia Scatozza, docente di Archeologia Classica, ha ottenuto riscontri positivi, partecipando al Concorso interuniversitario StartCupCampania, come da selezione per il Premio Best Practices 2013 di Confindustria-Salerno, e alla fase finale del Kublai Award 2013, stanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Con lo smisurato impegno del Professore Francesco D’Episcopo, docente di Letteratura Italiana e Critica Letteraria e letterature comparate, è iniziata una graduale fase di crescita del progetto; infatti, oltre all’elaborazione del saggio “Un Progetto da riesumare e valorizzare”, gentilmente pubblicato dal Dottor Giulio Rolando sulla Rivista di alto profilo culturale “Il Cerchio”, si tenne il 13 Gennaio 2014, in occasione del ventennale della relativa Associazione Culturale, la Conferenza “La Porta Cumana: un ponte tra il Centro Storico e il mare”, a cui presero parte illustri Studiosi per evidenziare il significativo ruolo di originario accesso di Neapolis-Campi Flegrei, come Massimo Rosi e Aldo Loris Rossi, oltre il Professor D’Episcopo, e omaggiare Amedeo Maiuri e Roberto Pane, “Sostenitori” di questo intento di valorizzazione. Una crescita che il Professore ha continuato a seguire ancora, coinvolgendo il Dott. Pietro Graus, e che, visto il prezioso contributo, anche se attende le disposizioni del Comune, ha già raggiunto il suo traguardo.
Scheda Maria Oreto Impronte partenopee-grausedizioni-novembre 2020 -
L’ultimo angolo di sole
Lettere che racchiudono versi liberi, dedicati ad una donna oggetto del sentimento più nobile e puro: l’amore. Le poesie contenute in questa raccolta ruotano attorno all’inafferrabilità degli stati d’animo, alla complessità dei rapporti interpersonali, adottando metaforicamente elementi della vita quotidiana. Il lirismo dei versi è calato in una vivida rappresentazione del tessuto urbano come realtà portatrice di significati non immediatamente visibili, ma che vengono colti dall’arguta interpretazione dell’autore in una rete di rappresentazioni simboliche. Il dialogo dell’autore con la propria interiorità e con la propria condizione esistenziale scandaglia la sincerità e la motivazione alla base del rapporto con l’altro, cercando un appiglio nel sentimento dell’amore.Scheda Armando-De Martino-L’ultimo angolo di sole-ottobre2020-GrausEdizioni-poesie
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L’aquilotto insanguinato – Vita, avventure e morte di Corradino, l’ultimo rampollo degli Svevi
Stiamo vivendo in un freddo inverno della memoria, è il tempo dei bugiardi. Ed è quindi il tempo, per gli onesti che non hanno perso la voce, di riprendersi la storia, le storie, di approfondirle e di narrarle con rispetto. Forse è l’unica forma di fare politica rimasta a chi, pur non rinunciando alle proprie idee, non ha mai voluto altra tessera che quella rosso cupo di giornalista. Fatale il riferimento a Indro Montanelli e alla sua “Storia d’Italia” sgradita agli accademici e amata dai lettori. Alcune generazioni di giovani devono la conoscenza del passato alla prosa chiara e liscia come acqua di Indro, piuttosto che alla sapienza noiosa dei libri di testo e delle opere di storici con la patente. E qui Lino espone un’altra virtù, quella dell’umiltà, che in fondo è una esclusiva degli uomini perbene. Rifiuta con pudore ogni raffronto con il maestro, invoca solamente che “un giornalista, anche senza potersi fregiare dei lustrini dei più grandi, può, con prudenza, addentrarsi in una narrazione che è più impegnativa rispetto a quella cui è abituato da cronista”. Operazione nobile, soprattutto in questi gelidi tempi di amnesia.
[…] Parafrasando una frase orgogliosa di Montanelli, vien da sostenere che d’ora in poi chi vorrà leggere una storia di Corradino svelta, chiara, facile e piacevole, legga quella di Lino Zaccaria. Non perché sia la migliore, ma perché è l’unica scritta in maniera accessibile a tutti e quindi democratica. dalla prefazione di Pietro GarganoScheda Lino Zaccaria-L’aquilotto insanguinato, Graus Edizioni, ottobre2020
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La ragazza sulla sdraio
Napoli, anni ’80: nel cuore di un grande e problematico quartiere sorge un nuovo ospedale, affollato in tutte le ore del giorno e della notte. Marco . un giovane medico specialista in chirurgia, che si dedica anima e corpo alla sua professione, dotato di un invidiabile intuito investigativo. La sua vita prende una piega imprevista quando si trova coinvolto in una rete di personaggi molto diversi da lui, che sconvolgeranno la sua routine quotidiana, mettendolo di fronte ad una realtà che prima gli era sconosciuta. Il suo fiuto per il mistero lo porterà a collaborare ad una indagine che rischia di coinvolgere persone apparentemente insospettabili. Sullo sfondo della geometria fluida dei quartieri napoletani, dalle dinamiche spesso imprevedibili, Marco dovrà far fronte alle insidie che gli si porranno davanti, a volte inciampando, altre imboccando la strada giusta, facendo affidamento sulla sua incredibile tenacia.
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Favole per grandi e per piccini
La raccolta è composta da tredici favole che trattano storie e tematiche differenti, ma che al tempo stesso propongono un obiettivo comune: il raggiungimento della gioia e della serenità. Alcune favole trattano l’amore, che spesso viene ostacolato, ma che alla fine trova sempre il modo per trionfare; altre favole trattano invece l’inclusione sociale, spesso ingiustamente negata a causa di motivi futili; altre ancora espongono le condizioni negative e le peripezie che i protagonisti devono affrontare per salvarsi da incantesimi, da malesseri personali e, in generale, da sventure, al fine di vivere finalmente in modo spensierato e felice.
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Gli scugnizzi di Napoli – Racconti e cenni storici a cavallo di tre secoli
Come in uno spettacolo teatrale in cui i personaggi calcano il palcoscenico, ammaliando lo spettatore con il loro interloquire, le differenze caratteriali, l’abilità nell’interpretare i ruoli, così in questo libro si succedono figure di scugnizzi dalle più svariate “sfaccettature”. Lo scugnizzo veste i panni di un muratorino o di un pescatore, di un posteggiatore o di un discolo scolaro, di un “muzzunaro” o di un “solachianiello”, di una “capera” o di un “cartunariello”, di uno “gliuommenare” o di un “cardalana”, di un garzone o di un “sapunaro”, di un “suonatore di pianino” o di uno “sciuscià”, di una friggitrice o di un pizzaiolo. La bravura dell’autore, al di là della rappresentazione quasi scultorea dei personaggi, è nell’aver saputo amalgamare storia e leggenda, fantasia e autobiografia, nell’aver indotto con delicatezza il lettore a conoscere strade, quartieri, vicoli, monumenti, antichi mestieri, vecchie usanze, feste e tradizioni di Napoli; nell’aver inquadrato i racconti nella realtà storica cui si riferiscono. E così, senza quasi che il lettore se ne accorga, si è trascinati alla corte dei Borboni, ci si “incontra” con Carlo III, Ferdinando IV, Francesco I, Ferdinando II, Francesco II, ci si ritrova al tempo delle “Quattro giornate”, si rivive il periodo della “ruota” dell’Annunziata. Ci troviamo, dunque, di fronte ad una narrazione che non soltanto coinvolge per la scorrevolezza del testo, ma trascina ed incuriosisce proprio per la ricchezza di aneddoti storici e di immagini della Napoli a cavallo tra il XVIII, XIX e il XX secolo.