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    Cuore di drago

    12,00
    L’autrice, attraverso una serie di poesie di chiara impronta autobiografica, offre uno squarcio della “dimensione donna” facendosi portavoce del dolore e del vuoto che contraddistinguono tratti del percorso emotivo di ogni individuo. Eppure il flusso di pensieri, articolato in riflessioni apparentemente scollegate, si traduce in un inno alla vita che, a dispetto delle avversità e delle contingenze negative, riesce a regalare irripetibili emozioni attraverso la forza dell’amore, della fede e della consapevolezza.
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    In fondo per dormire… basta spegnere i perché!

    12,00
    Felice Romano racconta, come in un flusso di coscienza, il suo modo di vedere il mondo e il suo modo di intendere la vita partendo dalle piccole cose: un sorriso, il silenzio, il bianco e il nero, un vecchio sotto la pioggia, una bancarella di dolciumi.
    Un vortice di riflessioni,  aforismi, poesie, semplici messaggi della buonanotte  in cui l’autore si mette a nudo, scrivendo dei suoi sogni, delle sue paure, dei suoi dubbi, che divengono il filo conduttore di un romanzo che si propone di spegnere… i nostri perché.
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    Sogno d’amore

    12,00

    La nostra autrice si schiude alla poesia come fiore di primavera, dopo aver sentito gemmare dentro di sé sensi e sentimenti, che invocavano di essere appunto espressi. Da crisalide si è fatta farfalla e si è posata sui fiori della vita, per congiungere i propri colori alla festa che essa spesso reclama; ape laboriosa, ha attinto tutto il nettare che essa sa dare quando la si ama e coltiva con costanza e fiducia.
    Ecco, questa è la poesia della nostra Clotilde: un infinito canto d’amore, che si celebra in tutte le forme possibili.

    Dalla prefazione di Francesco D’Episcopo

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    Fiori di… vita e poesia

    12,00

    Il fiore, la pianta, allora, assurge a simbolo di una realtà, di una identità, che si congiunge intimamente, intensamente, con quella dell’autrice, la quale parte dalla sua specifica bellezza e funzione per inoltrarsi in un itinerario, del tutto inedito e imprevisto, che può rinviare alla mitologia, come nel caso, davvero emblematico e inevitabile, del Narciso, ma anche, e forse soprattutto, alla mitologia, familiare e personale, che l’autrice ri-crea, superando spesso luoghi comuni e immergendosi in un territorio che appartiene a lei sola, ai suoi ricordi, ai suoi desideri, ai suoi sogni.

    Dalla prefazione di Francesco D’Episcopo

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    Firme a palchetto

    12,00

    Luisa Nigro, giovane giornalista napoletana, decide di abbandonare la sua vita di cane da strada. La scintilla scocca una sera, dopo aver partecipato a una conferenza stampa convocata in questura. In seguito a quella circostanza banale, scatta la molla che la condurrà a lasciare quella vita a un passo dal successo. Da lontano, nell’ombra, ogni sera un uomo viene a spiarla mentre lascia la redazione e si avvia verso casa. Per la prima volta, grazie a lei, Piero si scoprirà innamorato. Accanto alla loro, a fare da contrappunto, è anche la storia di Marco e Michela a scivolare via silenziosa. Sarà l’inizio di un epilogo destinato a consumarsi nei soliloqui interiori di un silenzio che urla e divora parole. “Firme a palchetto” è uno spaccato di vita vissuta dentro quel mondo di carta che aleggia dietro le “vetrine” dei quotidiani, oltre la notizia. È la critica caustica e spietata a un giornalismo miope e rampante, impantanato nella palude dei compromessi e delle opportunità mancate, in una città dilaniata dai luoghi comuni.

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    Aprite le porte a Cristo

    12,00

    Il Papa e i giovani: una missione lunga un Pontificato. Lo storico viaggio nel 1998 a Cuba e l’incontro con Fidel Castro. Il Giubileo del 2000, coronamento di un Pontificato lungo ventisette anni. Il silenzio del Papa che ha commosso e toccato i cuori di milioni di persone. I giorni del lutto, l’interminabile omaggio alle spoglie del Papa. L’elezione del Successore e il bilancio del suo primo anno di Pontificato. L’inizio della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II con le interviste a mons. Slawomir Oder, Postulatore della causa, e a Joaquin Navarro-Valls, direttore della sala stampa della Santa Sede. La pubblicazione di alcune testimonianze di fedeli riguardanti la figura di Papa Wojtyla. Questi i temi trattati nel testo che in maniera chiara vuole far riflettere sull’enorme portata del Pontificato di un uomo e di un santo.

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    La tutela delle DOP e delle IGP

    12,00

    Nell’epoca della globalizzazione l’Italia può risultare competitiva sul mercato esclusivamente puntando sulla qualità dei prodotti. Nasce quindi l’esigenza di proteggere le produzioni agroalimentari di eccellenza e allo stesso tempo di definirne le caratteristiche specifiche. Con cura giurisprudenziale, ma con un lessico accessibile a tutti, gli autori fanno luce sul tema – molto attuale e discusso – delle produzioni tipiche di qualità in Italia e nella Comunità Europea.

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    Amico dell’Eterno. Iedidia

    12,00

    In un momento delicato della propria vita, col timore che il mondo potrebbe crollargli addosso, l’autore scopre la forza travolgente e determinante dell’Amore, che da solo può permetterci di continuare a vivere con entusiasmo, e che ci insegna a curarci poco del corpo, ma molto dello spirito. Iedidia ci svela il percorso intrapreso da Antonio Castaldo nel corso della propria esistenza e che gli ha permesso di trovare in se stesso Dio. Consapevole che solo l’Amore Universale può far sì che l’uomo sia in armonia con tutto ciò che lo circonda, l’autore mette la sua vita a servizio degli altri, riuscendo a sopravvivere a se stesso e a ritrovarsi quando si era smarrito in un percorso lungo e tortuoso.

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    Sotto le stelle d’agosto

    12,00

    L’amore e il dolore accompagnano la vita di ogni persona, con intensità diversa a seconda delle esperienze. L’amore verso i propri figli, verso la propria terra, per il proprio compagno accomunano i protagonisti di questi racconti e tutti noi nello splendido viaggio della vita.

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    Mangio solo cioccolato fondente

    12,00

    Concluso il percorso universitario brillantemente, Amelia si ritrova sulla soglia della vita da adulta in una situazione di precariato affettivo e lavorativo e l’unica libertà che può concedersi è quella del pensiero, che allena con continue letture e studio. Eppure una notte, una singola notte, che avrebbe voluto non fosse mai esistita, le sconvolgerà l’anima e la mente per sempre. Quel bambino non voluto, soprattutto per evitare di fare del male ai suoi affetti più cari, l’abbandonerà lentamente, e mai del tutto, pesandole sul cuore in ogni momento importante della sua vita. Eppure ci sarà un momento in cui rimpiangerà quel bambino perché sentirà il bisogno di completarsi come donna “per tracciare un percorso di vita”.

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    La Faitja

    12,00

    Alle falde del monte Faito domina incontrastata la faitja, una coltre di nebbia e semioscurità che crea una nevrosi collettiva influenzando la vita degli abitanti del paesino ribattezzato Qui-si-crepa, in cui vivono Cicatiello, che studia quel particolare fenomeno atmosferico servendosi di un cannocchiale, e il suo aiutante Centrella, innamorato della bella Schiuvatella, la tavernara Ddoje bott e il tordo Sciociolà, il barbone Scapuzza, il prete Don Lametta e alcuni ragazzi, tra cui NunziatellaRafiluccio e Peppe ‘a seccia, organizzati in gang locali dedite a piccole rapine.

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    Te voglio cunta’ ‘a vita mia (primm ca fernisce)

    12,00
    Commovente ritorno all’oralità tra aneddoti toccanti, tradizione popolare e memoria. Te voglio cunta’ ‘a vita mia non è propriamente cronaca: è puro gusto, quasi necessità, di registrare e raccontare fatti – storie vere – che, altrimenti, andrebbero irrimediabilmente perduti.
    Tra favole, poesie dialettali, folclore e preghiere, gli anziani di Pomigliano d’Arco e dintorni raccontano vissuti, versioni di fatti storici e stralci delle proprie esistenze, in una sintesi organica e marcatamente affettuosa che ricorda al lettore, ed alle generazioni a venire, che non esiste differenza tra cultura bassa e cultura alta: solo cultura.