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Le lancette spezzate
La spensieratezza e la quotidianità della vita di un bambino di otto anni si fermano improvvisamente in una notte di maggio del 1978, quando apprende che il padre, un giornalista investigativo che lavorava al quotidiano “XX Secolo”, si è suicidato lanciandosi nelle acque del Po, a Torino. Vent’anni dopo, Giovanni Parente, divenuto ormai adulto, andrà alla ricerca dei motivi di quel terribile gesto che continua a pesare come un macigno sulla sua esistenza: leggerà gli articoli scritti dal padre negli ultimi mesi della sua vita, conoscerà colleghi, amici e confidenti del genitore che gli mostreranno, pian piano, i tasselli di un puzzle difficile da ricostruire.
Entrerà, così, nel tunnel del più grande mistero della storia della Repubblica Italiana: il sequestro e l’omicidio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.
Antonio Pesca firma un romanzo storico dalle tinte gialle il cui protagonista, riportando indietro le lancette dell’orologio spezzatesi in quella notte di maggio, scoprirà alcune verità inenarrabili che cambiarono la storia politica dell’Italia. -
Flusso
Nella successione dei racconti, si affollano le vicende di individui diversissimi tra loro e che a un primo sguardo sembrerebbero non avere nulla in comune: Luigi, che non ha mai finito il liceo e vive travolto da una perenne condizione umana di sconfitta e d’impotenza; Adriana, che si sente sull’orlo di un baratro che nemmeno riesce a descrivere e che cerca di destreggiarsi tra una situazione famigliare complicata e i mille dubbi sulla sua storia d’amore con un ragazzo più giovane di lei; Gianni che, rimasto su una sedia a rotelle dopo un brutto incidente, deve combattere ogni giorno per non lasciarsi andare; e ancora, Valerio, che combatte da anni con la depressione a seguito della morte della moglie, e Padre Corrado, che ormai ha perso perfino la fede, oltre che la speranza. Storie tanto diverse si intrecciano tra loro, legate indissolubilmente da una sensazione di inadeguatezza, che porta a interrogarsi sul senso profondo della vita, sul suo significato più intimo e sul desiderio costante di conoscere e conoscersi di più. Alcuni racconti hanno protagonisti comuni e, quindi, il raccordo è alquanto immediato. Tuttavia, il filo che lega tutto è sempre ben visibile perché tutti i racconti si muovono sempre intorno ad individui
posizionati, momentaneamente o definitivamente, sul limite di una sofferenza psichica, sociale, affettiva o altra. Sono storie di perdenti, perdenti in differenti ambiti ed in vario modo, ma pur sempre unici portatori del senso profondo della vita.
Alessandro Antonaia affronta un viaggio nell’io di ogni suo personaggio, penetrando nella sua psicologia ed esprimendo in maniera chiara, ma mai scontata, il profondo malessere che ognuno di essi vive nella sua quotidianità. -
La macchina anatomica
Nel 410 il condottiero visigoto Alarico si spegne nel suo accampamento a Cosenza. Dopo aver seppellito il suo corpo, i Visigoti riprendono la marcia sotto la guida del generale Ataulfo.
Nel giugno del 1740 l’architetto Angelo Aquilani si sveglia in una fredda cella del Maschio Angioino della Napoli di Don Raimondo di Sangro, incredulo e inconsapevole delle motivazioni che si celano dietro al suo rapimento, e terrorizzato dalla presenza del feroce coccodrillo che si aggira nelle acque del fossato.
Sullo sfondo di una Napoli esoterica, che abbraccia diverse stirpi accomunate da un misterioso filo conduttore, Angelo scopre di avere tra le mani qualcosa di scottante, su cui il re, la Chiesa, i Templari e gli inglesi non vedono l’ora di mettere le mani.
Lucio Sandon firma un romanzo esoterico accattivante e ricco di colpi di scena, che tengono il lettore in sospeso fino all’ultima pagina, grazie all’originalità di una penna che trasuda cultura, fantasia e mistero.
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Di Rabbia e d’Amuri
Tra le colline della Sicilia, le valli di Trento, gli scorci della Napoli campana, il vento del Salento e i panorami della Calabria prende forma la storia di Salvatore, giovane siciliano che si allontana dalla sua terra per studiare in Italia settentrionale.
I sacrifici e le rinunce del ragazzo offrono uno squarcio di quel dolore che, come l’infinito richiamo di una voce lontana, tormenta l’animo del “forestiero”, in cui la passione per la propria terra e l’amore per la donna che sembra raccogliere in sé tutta la bellezza scovata nel mondo si scontrano in maniera irreversibile.
Antonio Manuel Marco Cascio firma un romanzo di dolore, di passione, di speranza e di nostalgia. Attraverso l’intreccio di vite che si susseguono e che si affannano a riscrivere una storia forse già scritta, aiuta ad aprire la mente e il cuore all’imprevedibilità della vita e conduce il lettore a interrogarsi sulla possibilità del libero arbitrio e sulla forza travolgente dei sentimenti. -
Il passaggio
La protagonista, Elisa, legge testi per una casa editrice. Per caso le capita tra le mani un breve manoscritto, Il Passaggio, in cui lo scrittore – un giovane insegnante di italiano alla prima pubblicazione – racconta di sue esperienze particolari: ha delle visioni nei pochi istanti che precedono il sonno. La lettrice si appassiona alla storia e decide di proporlo in casa editrice, in realtà ne è turbata profondamente perché anche lei ha le stesse visioni, così incontra lo scrittore per indagare sul fenomeno che li accomuna.
Da qui, e dal fatto che continua a vedere “persone”, comincia a porsi delle domande sempre più pressanti: chi sono? da dove vengono? e, soprattutto, che cosa vogliono da lei? In preda al terrore che quelle apparizioni le provocano ma anche alla curiosità intellettuale, cerca di darsi delle risposte e, con l’aiuto del giovane scrittore, comincia a fare ricerche anche nel campo dell’astrofisica. Così, nella sua mente, si faranno strada convinzioni che inesorabilmente diventano ossessioni. -
Napoli: allegro, ma non troppo
Viaggio colto e affascinante nella storia di una Napoli da cartolina che è anche la più vera, la più verace, forse perché raccontata dalle voci virtuose dei suoi abitanti. La storia della città di Napoli non può prescindere dalla canzone popolare, sinonimo di memoria storica, inesauribile fonte di aneddoti e specchio di un’intera cultura. Dalla figura del “posteggiatore” a quella accattivante della “sciantosa”, da luoghi caratteristici scomparsi come la Torre Rossa della Lanterna a quelli ancora vivi come lo storico Gambrinus, dal malgoverno spagnolo al Fascismo, dal mitico Enrico Caruso alla vita straordinaria di Raffaele Viviani, passando in rassegna i testi – e le melodie – più significativi della tradizione partenopea. -
Invisibile napoletano
nvisibile napoletano, con un particolare alone di mistero fino alla fine della storia, racconta di Marcello, medico affermato del Policlinico di Napoli, vittima “stalkerata” da un enigmatico personaggio in cerca di vendetta. Gli indizi, i misteri svelati e l’aiuto del suo fedele amico avvocato gli permetteranno di scoprire l’identità di chi lo tormenta.Sullo sfondo di una Napoli a tratti esoterica, affascinante, i cui vicoli e monumenti, impregnati di storia, vengono descritti in modo dettagliato, i personaggi si raccontano alla ricerca di un equilibrio all’interno delle loro vite; di quell’equilibrio che è fulcro dell’intera storia.
Paolo di Martino, attraverso dialoghi divertenti, leggende e stralci di vita quotidiana, offre squarci identificativi di una città decisamente singolare e “sui generis”, e firma un giallo intrigante, spingendo il lettore a una riflessione profonda sui sentimenti che ognuno custodisce dentro di sé. -
Otto ore
La monotona vita di Daniele viene scossa dal ricevimento di una lettera anonima, accompagnata da un biglietto aereo per Londra e un invito a una misteriosa festa nel quartiere di Covent Garden.
Il ragazzo parte con tante titubanze per la capitale inglese, scoprendo ogni ora trascorsa nella sfarzosa villa Zero Hall un nuovo dettaglio sull’identità del mittente, avvicinandosi lentamente alla verità. Otto Ore è il racconto di una notte lunghissima, in cui Daniele si ferma a rispolverare la scatola di alcuni ricordi del passato, a toccare con la mente le cicatrici del cuore, a riscoprire la reale natura dei suoi sentimenti assopiti. -
Árpád ed Egri
Árpád, l’allenatore del Bologna che “tremare il mondo fa”, ed Egri, il deus ex machina del Grande Torino.
Due uomini, entrambi ebrei ungheresi, grandi allenatori che hanno fatto la storia calcistica italiana, accomunati anche da un’altra esperienza, tragica e disumana: la discriminazione e la de-portazione nei campi di concentramento durante la follia antisemita della Seconda Guerra Mondiale, a opera del nazismo tedesco e del fascismo italiano. Grandi carriere interrotte, egregi uomini di sport e di vita costretti ad abbandonare l’amata rete del campo di calcio per essere trascinati dietro a una rete metallica in un campo di lavoro.
Due esperienze simili, ma distinte nel finale.
Due storie reali romanzate, che rappresentano una delle grandi tragedie del mondo moderno da un punto di vista particolare e interessante. -
Al di là della rete
Al di là della rete. Attraverso la triste storia di una famiglia italiana, emigrata in Egitto in cerca di fortuna, l’autrice narra la drastica situazione italiana nel 1938, anno in cui Mussolini dichiarò guerra alla Gran Bretagna, mettendo a rischio la vita di milioni di italiani, perseguitati e deportati in campi di concentramento. La sofferenza causata dalla guerra, la violenza e gli innumerevoli soprusi subiti dai prigionieri italiani in Egitto e la ferocia e i maltrattamenti adottati dai russi nei confronti dei tedeschi sono evidenziati tramite le tragiche vicende del protagonista italiano, vissuto in Egitto e diventato in seguito membro dello spionaggio inglese. La sua forza, il suo coraggio e la sua intelligenza gli permettono di affrontare dure realtà e situazioni di estremo pericolo intrecciate con incredibili vicende d’amore, sensi di colpa e infiniti periodi di solitudine. In quegli anni di guerra, troppi innocenti hanno pagato il prezzo di appartenere semplicemente alla nazionalità “sbagliata”. Troppe vite sono state spezzate dall’odio e dal rancore di folli che, pur violando i diritti umani, non sono stati ritenuti punibili.
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L’amore non è un madrigale
Settimia nasce a Roma, figlia di un fratello del cardinale Domenico Jacobacci, è la sola superstite del Sacco della città da parte dei Lanzichenecchi, sopravvive allo sterminio dei suoi e alla devastazione del Palazzo in Piazza Sciarra, che si trova di fronte al Palazzo di Pompeo Colonna. La madre, donna bellissima, era stata la “donna angelo” di Pompeo Colonna, salva la bambina dal massacro. Settimia cresce fra le damigelle di Isabella d’Este e in seguito alla corte di Guidobaldo della Rovere, ad Urbino, dove Isabella si reca spesso con le sue damigelle. Durante queste visite che diventano a volte lunghe permanenze, respira l’atmosfera rinascimentale dell’ “amor cortese”, fatta di arte , poesia, filosofia. Una sera fra i musici c’è Luca Marenzio ed è subito amore. Non è possibile ottenere dai nobili tutori di Settimia il permesso per un matrimonio, Luca è considerato poco più di un menestrello, perciò Isabella manda Settimia a Parma perché si distragga e consoli, alla corte dei Farnese dove conosce Alessandro, il giovane cardinale sensibile al fascino femminile. Durante un ballo Settimia incontra di nuovo Luca Marenzio, non si sfugge al destino due volte, si lasciano promettendosi di studiare un piano per incontrarsi ancora, seguono messaggi segreti e un disegno per sottrarre Settimia alla corte. L’unico modo è simulare un matrimonio con un personaggio ben accetto a Parma. Luca convince un amico a presentarsi fingendosi un
ricco gentiluomo veneziano. L’inganno viene messo in opera ma a questo punto Luca perde le tracce di Settimia. Chiamato dal cardinale a Roma scopre che è appena partito, la gelosia lo travolge, pensa che Settimia si sia abbandonata al suo fascino e lo abbia seguito chissà dove, ora bisogna cercarla. Da dove cominciare? -
Sui docks si muore
Un omicidio tra i container immagazzinati nel porto di Napoli fa scattare un’indagine che ben presto rivela una tela intricata di connessioni tra diversi clan malavitosi, italiani e cinesi. Il commissario Franco Argento ha il compito di sbrogliare la matassa, seguendo le poche tracce a disposizione. Sul suo cammino incontra diverse figure femminili, che conquista grazie al proprio fascino maturo, ma che in un modo o nell’altro finiscono per essere coinvolte pericolosamente nel caso scottante. Gradualmente le tracce lo conducono alla rivelazione di un traffico di droga che coinvolge trafficanti cinesi, nello specifico la persona del mastodontico Jumbo e di suo zio e boss Suun-Yi, e il clan napoletano capeggiato da Carmine Torricelli. Ma qualcosa continua a non tornare nella mente di Franco Argento, ma la sua esperienza, unita al supporto dei suoi colleghi e del magistrato Imma Boccia, gli permette infine di scoprire l’esistenza di un conflitto interno dell’organizzazione criminale cinese, proprio tra Jumbo e suo zio, che ha scatenato una faida sanguinosa.
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Polvere di Las Tunas
“Com’è lontana l’Europa quando sei a Las Tunas…”: di questa città inondata dalla polvere e di una Cuba inedita, Marco Martone ci offre un magistrale ritratto fatto di tanti tasselli, istantanee che l’autore ha catturato durante i vari soggiorni nell’isola caraibica. Protagonisti indiscussi del viaggio in questo remoto angolo della Terra sono le emozioni e i ricordi: sensazioni contrastanti, a volte di estraneità, altre di profonda empatia e familiarità per un mondo che in qualche modo riporta lo scrittore alla sua spensierata infanzia napoletana. Vento, polvere, strade chiassose, sconnesse, solcate da carretti trainati da cavalli o da enormi camion al cui interno decine di persone viaggiano pazienti verso il lavoro dei campi: immagini che volano tra le pagine del romanzo di Marcone con vivacità e leggerezza, catturano il lettore e lo proiettano in una realtà quasi onirica, scandita da una calda lentezza tropicale. -
Un binomio perfetto
Una grande azienda. Il dominio del mercato della plastica.
Il presidente, Amilcare Mantovani, autoritario e mai remissivo, ha in mano gli affari di famiglia da oltre trent’anni e, al di là delle sensazioni, sa che è giunto il tempo di farsi da parte e lasciare ai suoi figli l’intero patrimonio: Filippo, intuitivo e cinico; Marcello, esuberante e scontroso, e Giorgio, il più piccolo, chiuso e introverso.
I conflitti tra loro rischieranno di mandare in frantumi il futuro dell’azienda. L’inevitabile rottura si placherà d’improvviso dinanzi al fato che coglierà di sorpresa: Filippo, il giovane rampollo, diviso tra amicizie, sesso e alcool, non accetterà i consigli di una donna, firmando la sua fine. Un movente difficile da cogliere che aprirà le porte a un’indagine senza esclusioni di colpi.
A risolvere l’enigma, entrerà prepotentemente l’avvocato Michele Colantuono, un civilista stretto dalla routine quotidiana in Tribunale, cause che non gli danno più emozioni, il divorzio con Francesca e l’amore per la figlia Alessandra.
Un mosaico di colori e sensazioni, i cui pezzi si muoveranno senza sosta, fino alla soluzione. -
Indian Napoli
Lunedì. Un incidente. Una guardia giurata muore precipitando in una scarpata con la sua auto di pattuglia. L’ispettore Romano e il suo vice ispettore Ajello, mossi dal sospetto che si tratti di una morte misteriosa, avviano le indagini. Con l’aiuto di una giornalista ficcanaso, riporteranno alla luce la fitta trama di relazioni compromettenti e di crimini che hanno come unico movente il dio denaro. Tra segreti inconfessati, scoperte dolorose e vita quotidiana, il passato torna a scuotere l’animo dei protagonisti, accompagnandoli verso la risoluzione del caso, sullo sfondo di una Napoli tribale, o meglio Indian Napoli, “la città degli indiani […] dove le tribù si affrontano lasciando i morti dove capita”. -
Le figlie della fortuna
Il senso di appartenenza a terra, tradizione e famiglia passa per le donne: Fortuna, Concetta e Fortunata, tre generazioni di donne in circa cento anni di storia si misurano con un’oscura maledizione, con la superstizione e con l’imprevedibile corrispondenza di contingenze che è la vita. Tra esoterismo, malinteso senso dell’onore, storia e personaggi femminili quasi divini, perché insieme veicoli di valori e fragili matrone piangenti, Le figlie della Fortuna si fa portavoce di temi quali femminilità, religiosità, cultura e ritorno alla terra, progresso e radici, in una critica raffinata e “materna” di una Campania che è allo stesso tempo legata al passato ed afflitta da drammi tutti contemporanei.Maria Elefante ha scritto questo libro con grande senso di umiltà, ubbidendo solo alla voce imperiosa del cuore che grida l’amore per la sua terra. L’afflato divino dell’ispirazione, forza prepotente alla quale la scrittrice non riesce a sottrarsi – provandone dolore come gli antichi poeti invasati dal Nume – percorre anche la scrittura, caratterizzata da un pluralismo linguistico, specchio della realtà rappresentata. Colpiscono l’udito voci e canti soavi assieme a grida ed imprecazioni laceranti, arrivano all’olfatto profumi della terra da tempo dimenticati, invano offuscati dal fetore nauseante delle discariche. -
Prigionieri di noi stessi
Romanzo introspettivo, che mette a nudo le conseguenze dolorose di certe dinamiche familiari perverse. È la storia del viaggio tortuoso verso gli angoli più bui della psiche dei personaggi. Saro è vittima degli errori della sua famiglia e diventa un uomo instabile, divorato dal senso di inadeguatezza nei confronti della vita. A un certo punto, però, troverà la forza di riscattarsi grazie all’amore di suo figlio che lo libererà dalla condizione psicologica di vinto. Livia è l’avvocato che cerca di portare giustizia e pacificazione nella complessa vicenda, ma che – a sua volta – mostra fragilità e paure.Entrambi troveranno, anche attraverso il difficile percorso dell’onesta presa di coscienza dei propri limiti, il coraggio di vivere. -
Le gru di carta volano
Una passione che sembra nata per caso, quella tra Philip e Benedetta, passione totale, travolgente, ma che sembra coinvolgere solo il corpo e non il cuore dei due giovani. Eppure una tale passione può nascere solo se suffragata da un amore intenso e assoluto. Un sentimento che riusciranno a vivere solo col tempo, fondendo le loro vite così come era accaduto già a due persone a loro tanto vicine eppure lontane. Compreso che “il dolore e la felicità sono separati da una membrana sottile”, dovranno scegliere se vivere la realtà o cercare di capire da dove tutto ha avuto inizio. Legati a loro altri personaggi vivono intensamente la loro vita in luoghi lontani e a volte misteriosi. Si incontrano, si lasciano, si ritrovano. Il segreto di questo loro comportamento sta in una culla di legno costruita da un avo.
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L’amante di Cristo
L’amante di Cristo è una mescolanza di realtà e fantasia, l’intera vicenda narrata elaborata su diversi episodi realmente accaduti, svoltasi in luoghi esistenti, e i cui personaggi principali rimandano a figure verosimili, tra cui: il cardinale Hòffemberg, la piccola Ilaria, il ras politico Giuseppe Palmieri, don Luigi, sacerdote assassinato dalla camorra.
Indiscutibilmente vera è la forza morale di monsignor Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, difensore degli umili, degli emarginati, dei bisognosi di cibo e di cittadinanza, degli scarti d’umanità, dei privati di opportunità e diritti, delle vittime di ogni forma d’ingiustizia.
Il romanzo è la trasposizione letteraria della vita e dell’opera di questo umile interprete e apostolo del Vangelo, il cui magistero ha sovente suscitato scandalo in quella parte della gerarchia ecclesiastica protesa a vivere l’uomo anzichè Gesù.
Con Papa Francesco, dopo circa duemila anni, finalmente comincia ad intravedersi una Chiesa non temporale ma cristiana, non ricca ma povera, non autoreferenziale ma di frontiera! Quella Chiesa da sempre agognata da Nogaro. Quella Chiesa che ogni autentico fedele desidera, perchè fu voluta essere costruita sulle pietre dell’Amore. -
Splendore degli abissi
L’amicizia e il senso di lealtà vanno oltre le differenze: ne sono consapevoli Andrea, Marcello e Luigi, ragazzi coraggiosi, che non hanno timore delle diversità. Divenuti amici del giovane tritone Arhamos, dovranno aiutarlo a salvare la principessa Splendore dai tentacoli del perfido conte Chironex Fleckeri. Attraverso la loro missione elimineranno le differenze tra il popolo del mare e quello della terra, riuscendo a portare avanti un messaggio di fraternità ed uguaglianza, abbattendo i muri costruiti da discriminazioni e diversità. -
Melchi – Vi racconto una storia
Un giovane scrittore vede crollare tutti i propri sogni quando perde ciò che ha cercato per tutta la vita: la sua Storia da Raccontare, la più bella di tutte le storie, l’unico racconto capace di procurare l’immortalità a chi sarà così fortunato da catturarlo. Ritornato sulla sua isola natia, incontra un eccentrico personaggio che darà una scossa alla sua esistenza disincantata: un vecchio vagabondo, apparentemente privo di passato, che, senza meta e senza scopo, erra per le strade dispensando sorrisi e regalando cianfrusaglie ai passanti. Eppure il vecchio non è benvoluto dagli isolani, e il motivo è che di notte, sotto la luce fatata dei lampioni, egli misteriosamente pare trasformarsi e ringiovanire. Malgrado la diffidenza dell’intero paese, il giovane scrittore si affeziona a lui, sperando inconsciamente che possa aiutarlo a ritrovare la sua Storia da Raccontare. Ma forse la storia che si nasconde dietro quell’uomo è ben lungi dal poter essere narrata… E così il segreto di cui è portatore peserà come un macigno sul cuore del giovane scrittore, e il mondo in cui il vecchio lo trascina rovescerà tutte le sue certezze e lo indurrà a chiedersi se ciò che vede sia la realtà o solo un sogno. -
Caro Adamo
Il lungo cammino delle donne, intrapreso all’origine della storia dell’umanità e che continua ancora oggi. Un percorso verso l’emancipazione e i diritti che è stato più lungo e cruento durante il ‘900, il secolo che viene analizzato dall’autore attraverso i suoi racconti, portati avanti da un uomo che ama le donne e la loro forza. -
Un assaggio di Napoli
Un assaggio di Napoli di Aldo di Mauro contiene assaggi di Napoli nella musica, la poesia, l’arte, la storia, la cultura, la gastronomia, la medicina, la religione. Il libro oltre alle informazioni sulle eccellenze napoletane nei vari campi, contiene testi di canzoni e poesie, proverbi e modi di dire napoletani, ricette originali della cucina napoletana… tanto materiale per divertirsi pure con gli amici.
“Un assaggio di Napoli”, dice nella prefazione Pietro Gargano, è un libro “da leggere d’un fiato solo e poi da riporre in un luogo comodo della casa, per riaprirlo e nutrire la propria speranza con qualche assaggio degli assaggi. Napoli è una città esagerata, certo, ma se impari a conoscerla davvero ogni mattino ringrazierai Iddio di averti fatto nascere sotto il vulcano”. -
Il muro d’ombra
Ho sentito il silenzio insieme a lei (il cane Bella) nel bosco di Piana Romana. Ormai grande di tre anni, quando il sole aveva cessato di dardeggiare la Piana, si usciva per strada e mi facevo trascinare da lei che, con grande forza, inarcava il collo e tirava dritto verso un luogo che solo lei aveva in mente e, dopo un bel tratto di strada, strattonandomi, cominciava a correre nel bosco alla ricerca di un mondo impresso nel suo subconscio […] Poi, stanca dell’inutile ricerca e di sentire le infinite sfumature degli odori del bosco, si accovacciava tra le foglie secche mettendo la testa tra le zampe, con le orecchie tese ad ascoltare il silenzio. Fu allora che capii che cosa tu volevi dire quando nella prima ado- lescenza mi parlavi del silenzio della campagna. Ricordo che dicevi: «Ascolta, non è vero che il silenzio è assenza di suoni e di voci, il silenzio è fatto di voci, come il tremolio dei colori, delle luci e delle ombre, del respiro della terra e degli alberi, dell’erba tenera nata dopo la pioggia». Compresi, allora, che il silenzio, l’assenza dei suoni, non esiste neppure per i sordi. -
Colloqui con mio padre
Ho sentito il silenzio insieme a lei (il cane Bella) nel bosco di Piana Romana. Ormai grande di tre anni, quando il sole aveva cessato di dardeggiare la Piana, si usciva per strada e mi facevo trascinare da lei che, con grande forza, inarcava il collo e tirava dritto verso un luogo che solo lei aveva in mente e, dopo un bel tratto di strada, strattonandomi, cominciava a correre nel bosco alla ricerca di un mondo impresso nel suo subconscio […] Poi, stanca dell’inutile ricerca e di sentire le infinite sfumature degli odori del bosco, si accovacciava tra le foglie secche mettendo la testa tra le zampe, con le orecchie tese ad ascoltare il silenzio. Fu allora che capii che cosa tu volevi dire quando nella prima ado- lescenza mi parlavi del silenzio della campagna. Ricordo che dicevi: «Ascolta, non è vero che il silenzio è assenza di suoni e di voci, il silenzio è fatto di voci, come il tremolio dei colori, delle luci e delle ombre, del respiro della terra e degli alberi, dell’erba tenera nata dopo la pioggia». Compresi, allora, che il silenzio, l’assenza dei suoni, non esiste neppure per i sordi. -
Diario proibito
Un giorno qualunque, un uomo qualunque torna a casa dopo il lavoro. Quando si accorge di non sentirsi bene si mette a letto e, nella valigia che porta con sé da oltre dieci anni, scopre un diario; non si tratta, però, di un taccuino qualunque, ma di un diario proibito, scritto da lui stesso tra il 1944 e il 1945.Un itinerario di formazione nella natia L’Aquila. Le pagine ingiallite raccontano all’uomo, ormai maturo, facce, luoghi ed episodi della propria giovinezza. Comincia un serrato dialogo tra l’innocenza, a volte un po’ crudele, di un io-bambino; la freddezza folle di un io-giovanissimo che, da ufficiale “nero”, si macchia di crimini efferati e la rassegnata consapevolezza dell’io-adulto che, approdato all’ autoconservazione, sa che “la propria pelle vale più di qualunque impulso pulito”.Se l’orrore non si può cancellare, si può scegliere di chiuderlo nel più remoto angolo della propria coscienza. -
Nica e la radice del cedro
La timidezza ci imprigiona, ci isola da inutili paure, perché spesso temiamo sentenze drastiche. Ma tra due donne, che “messe insieme aprono le porte all’infinito”, non c’è modo, né tempo, né spazio per tutto ciò. Nonna Lalla, l’anziana contadina esperta della vita, “ma quella di una generazione precedente”, accompagnerà la dolce e giovane Nica “nel profondo”. Attraverso l’amore per la natura, Nonna Lalla le insegnerà “a leggere all’interno, dentro di noi la nostra immagine”, senza finzioni e maschere.
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Iaia delle isole
In un tempo non troppo lontano della nostra Preistoria, il mondo delle isole è un mondo di colori, canti, profumi, suoni. Ma è anche un mondo di misteri, delitti, lotte per il potere tra le famiglie dominanti. È in questo mondo che vive Iaia, una ragazzina con il sogno di diventare una donna dei colori. Alla scoperta del territorio, indagando su un omicidio senza perché, Iaia, il suo amico Didi, le loro famiglie e alcuni amici intraprenderanno un viaggio che si rivelerà anche un viaggio dello spirito. Alla fine una regata, la Corsa del Cerchio, assegnerà lo scettro ai reali vincitori, premiando la forza, la libertà e la verità.
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L’anello del pescatore
Il Cardinale Filippo Sartori reca con sé un’inconfessabile pena. Papa Gregorio XVII è morto. Un lungo Conclave. Due fazioni, la conservatrice e la liberale, si affrontano attraverso maneggi e alleanze. Un nuovo pontefice, Pietro Faleri, un non papabile, nelle intenzioni di altri, facilmente manovrabile. Il giovane pontefice si troverà ad affrontare nemici e difficoltà, e, tra ombre e spiragli di luce, porterà il messaggio evangelico della Chiesa tra la gente, demolendo la torre d’avorio in cui il potere papale si è ormai arroccato. Pietro, salito al soglio pontificio col nome di Francesco I è un outsider, un missionario, è l’Uomo Nuovo.
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Nero Paradiso
Anni ’90, ex Jugoslavia, Guerra nei Balcani: Un gruppo di periti dell’Esercito Italiano si ritrova “ad avere un posto in prima fila all’inferno”, dopo essere stato catturato dalle tigri di Arkan. Paesino del Cilento oggi: Billy Montella, giovane imprenditore salernitano, vinto il reality “Playboy”, si ritrova all’apice del successo e della fama.
Un moderno “Mangiafuoco” manovra i protagonisti delle due vicende che scorrono davanti agli occhi del lettore, così come nella favola di Collodi, intrecciando i fili e i loro destini. Soltanto il Commissario Senese e i membri dell’UCS – già protagonisti de Il paese nasconde – potranno tagliare i fili e sciogliere la matassa, perché c’è “un momento in ogni indagine nel quale i pezzi iniziano improvvisamente ad andare al loro posto”.
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Yan Fen
Questa è la storia vera del rapporto innocente e straordinario, nato in maniera del tutto particolare, tra un signore occidentale non più giovane, e Yan Fen, una timida ragazza orientale di vent’anni dotata di un personalissimo modo di vedere la vita, e forse di qualcos’altro di più difficile da comprendere.
L’autore, attraverso i neri occhi a mandorla di questa ragazza cinese, pur così lontana dal suo mondo, è riuscito per la prima volta a vedere la Cina, e la vita stessa, da una prospettiva a lui completamente nuova ed insolita. E da questo straordinario rapporto è stato probabilmente lui quello che ha imparato di più.
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Una nuvola persa nel cielo
A distanza di tempo il padre ha raccontato la sua storia di quel giorno d’estate. È riuscito a farci provare cosa significa nella realtà per un padre trovarsi in un autentico incubo e, nelle sue parole, la figlia si è animata; ed è tornata a vivere brevemente sulla pagina. Ora il padre ha evocato ancora la sua Prosperina dal mondo delle ombre e attraverso una serie di impressioni – prosa e poesia, sogno e memoria – ha dato nuova vita a Simonetta e, attraverso il suo dolore, ha fatto arte.
Gore Vidal
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Un angelo blu
Dalla scrivania del suo studio medico Dante, immerso nei ricordi dei primi anni universitari, decide di raccontare la sua storia. Sullo sfondo dei moti studenteschi del ’68 in Emilia Romagna, nasce e si fortifica il rapporto d’amicizia tra Dante e Angelo, un giovane napoletano. Sulle note dei Blu Angel — il gruppo musicale di cui Angelo è il leader — e i goliardici scherzi nati dalla spensieratezza della giovane compagnia di amici, i ragazzi affrontano i primi esami universitari, le prime delusioni e le dure sfide della vita. Niente lascia presagire la tragica separazione dei due, influenzata proprio da quegli eventi sessantottini che sembravano non sfiorarli. Ormai, di quella amicizia, restano a Dante solo una foto ed il dolore.
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Socialismo tricolore
Il socialismo nazionale come partito venne realizzato all’inizio del secolo scorso
da Bissolati e Bonomi con la fondazione del Partito Socialista Riformista. L’evoluzione del socialismo venne affiancata da quella sindacale della CGL, che ebbe
in Rigola il suo principale alfiere. Negli stessi anni il socialismo nazionale realizzò una significativa esperienza nella città di Fiume. In queste vicende sia del
PSRI che dei Legionari fiumani, si è inserito il ruolo del Mussolini-giovane, che
dialogò in modo profondo con entrambi i movimenti. In una certa continuità
con Fiume, l’autore evidenzia gli aspetti sociali del regime corporativo in Italia
durante il Ventennio. Antonio Alosco ricostruisce in modo puntuale e autentico del tutto inedito – al di là delle memorie di alcuni protagonisti – la seduta
del gran Consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943; ricostruzione consentita
all’Autore dalla scoperta di un prezioso documento, che può assurgere a Verbale della storica riunione, in mancanza del Verbale ufficiale con appunti relativi distrutti da alcuni gerarchi (Scorza-Buffarini Guidi) dopo l’arresto di
Mussolini. In tale ambito, nell’elaborazione dell’ordine del giorno Grandi, si
è evidenziato il ruolo non certo secondario del Ministro della Giustizia De Marsico, finora ignorato. Inoltre si sono ricostruite le successive, subdole manovre
di Senise, capo della Polizia, per la riuscita del colpo di Stato, mai finora rilevate
in modo autentico. In tale contesto temporale si è ripristinato il reale valore e
la reale dimensione del fuoriuscitismo antifascista del fenomeno partigiano.
Infine un tentativo di socialismo nazionale venne ripreso in tempi recenti da
Craxi, tentativo però mal riuscito