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Un mistico ribelle
Letteratura e teologia, ragione e sentimento, fede e critica, immanenza e trascendenza. Sono solo alcune delle duplici matrici, ma anche chiavi interpretative, del pensiero e della scrittura di Guido Morselli, nel suo incontro col divino, con un Dio assurdo nella sua convivenza con il male; che è male dell’uomo, dell’umanità, del mondo. È il doloroso enigma di un intellettuale postumo e insieme attento al suo tempo, lettore onnivoro, autore ‘contro’, autore del dissenso, che «ha incastrato nell’anima il problema di Dio». Un problema tutto umano, concreto, tangibile. È questo il punto di partenza di un percorso in cerca di un senso. Percorso teologico, ma anche di scrittura. Per una a-teologia in forma di racconto. Il testo offre il primo studio sul Morselli a-teologo, o controteologo che abbracci l’intera parabola dell’Autore. In questa prospettiva, attraversa testi editi e inediti, privati e pubblici, saggistica e narrativa, cercando le immagini, le forme, i modi della scrittura di fede. Ed offre in lettura l’ultimo grande saggio a-teologico, inedito, Teologia in crisi, steso in un significativo 1968 e conservato oggi nel Fondo Morselli del Centro sulla tradizione manoscritta degli autori moderni e contemporanei dell’Università degli Studi di Pavia.
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Ridatemi il mio mare
Pensieri che scivolano sulle pagine bianche come fumetti senza personaggi, pensieri che, incastrandosi, vanno a tracciare i contorni della tragedia della Concordia all’isola del Giglio. Dall’analisi istintiva ed intuitiva della data dell’incidente, il 13 gennaio di questo anno, si passa a rubare le riflessioni di chi, su quella nave, avrebbe dovuto passare momenti lieti e spensierati, fino a giungere alle fantasie del capitano, al suo contare i minuti che lo separano dalla sua ballerina. Ma “l’immenso gabbiano” è li, già piegato su un fianco, non “è tutto come prima”.
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La soglia del sublime
Napoli: la guerra, la crisi, il sogno e la realtà. Ma è l’amore il sentimento dominante, eterno, il vero motore del mondo, che riesce, con la sua forza, ad illuminare anche i momenti più cupi della storia, ad alleggerire i sospiri più gravi. È l’amore che propone una “soglia del sublime”, dalla quale intraprendere un nuovo cammino.
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Un bandito perbene
Seduto al tavolo di una stanza di un fatiscente albergo di provincia dove si compirà il suo destino, Gennaro Carrese, il boss dai due volti, ripensa al passato riavvolgendo come in un film il libro della sua vita. Figlio di persone umili, scontratosi subito con privazioni e miseria, decide di abbandonare la poco redditizia via dell’onestà per la facile ricchezza. Al suo fianco Angela, orgogliosa compagna e abile donna “d’affari”, l’unica a conoscere l’altro volto del criminale: quello umano, che lo spinge ad aiutare chi, a causa sua, si scontra con la gustizia, rappresentata dal tenente Marini. I due si studiano, si osservano, si inseguono e si scontrano in un duello che avrà come esito la fine di “un bandito perbene”.
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Profili di parole napoletane e italiane
Molte parole hanno una lunga storia alle spalle. Tanti anni fa, durante i tornei cavallereschi, le dame donavano ai loro campioni, quale segno di ammirazione, una manica del loro vestito. In francese, queste maniche si chiamarono manches honorables, cioè maniche d’onore. Dal francese il termine manche, trasferito in Italia, divenne “mancia”, che inizialmente significava proprio regalo. Poi, man mano, questo regalo è decaduto, e da un bel dono è stato declassato a una piccola ricompensa, che si dà a chi ci fa un servizio. L’autore spera che al lettore che sta dando una scorsa a questa breve presentazione, piaccia l’esempio riportato, che rappresenta un po’ il leitmotiv di questo libro, col quale ha trattato alcune parole napoletane ed italiane, spesso rivisitandone l’etimologia e riportando gli aneddoti e le curiose storielle ad esse legate.
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Epomeo, figlio di Agarthi
Cosa si cela nelle terre di Ischia? Da dove sorgono i bagliori che ne solcano il cielo? Perché gli anziani consigliano di evitare i boschi e i pendii del monte Epomeo? Un’appassionata testimonianza, ricca di episodi, molti dei quali vissuti in prima persona dall’autore stesso, nell’instancabile ricerca della presenza di alieni sull’isola. Il saggio è supportato da un’analisi meticolosa delle fonti e delle testimonianze, nonché da numerose citazioni di racconti mitologici e di leggende folkloristiche sulle “presenze” che animano i boschi e le colline ischitane.
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Il volo degli uccelli
Una partenza affrettata, quasi una fuga, alla quale segue, dopo anni, il ritorno verso i luoghi dell’adolescenza e della prima gioventù. Qui il protagonista, Carlo, si ritrova a chiudere i conti con il proprio passato, che si snoderà nella memoria attraverso il racconto dell’intensa amicizia con Vincenzo, iniziata sui banchi di scuola e poi ombrata dall’arrivo di Rosa Maria, una fanciulla venuta da lontano, il cui amore conteso finirà per separare i due amici. Ma un evento tragico di cui è vittima l’amico lo costringerà a tornare. Carlo svolge così una personale opera d’investigazione, ritrovandosi poco a poco coinvolto in un triangolo di passioni. Intanto, le indagini lasciano affiorare un mondo duro e omertoso, in molti casi segnato dall’interesse personale oltre i limiti del lecito.
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La luna di sopra
Un anziano zingaro colto nella caotica Napoli, immerso in antichi ricordi e attuali rimpianti. Nella tumultuosa stazione napoletana, tra venditori ambulanti, rivolte cittadine, roghi di spazzatura e sbandati passeggeri di treni, “il vecchio”, reduce da un campo di concentramento nazista, cerca di dare un senso alla propria esistenza, accompagnato dall’intima amicizia con “la maestra”. Il cerchio si chiude nella sua Milano, dove visse i più intensi momenti di vita con Lei, la grande poetessa.
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Passo doppio
Una vita vissuta tra Italia e Germania, attraverso episodi, aneddoti, usanze, luoghi, personaggi e ricordi, come in una dolce danza, dà luogo a Passo Doppio. Inizia così un viaggio della memoria, a partire dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. Si parte da una Napoli in cui gli americani dispensano cioccolata e sigarette in cambio delle “attenzioni” delle donne costrette dalla necessità e si giunge a Offenbach, in Germania, dove gli italiani cercano fortuna. Il ritorno coincide con il luogo della partenza, ma niente è più come prima.
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Giulia e Partenope
Giulia Grimaldi ha 26 anni e conduce una vita noiosa e solitaria tra casa e lavoro, segretamente innamorata di Lorenzo. Dopo la recente scomparsa del padre, l’unica compagnia della ragazza è Rosa, la governante con la quale è cresciuta da quando la madre è rimasta vittima di un incidente stradale che a lei, invece, ha sfigurato la gamba destra. Una soleggiata domenica di giugno, inebriata da una improvvisa quanto irrefrenabile voglia di cambiamento e libertà, Giulia corre sulla spiaggia, ma un oggetto appuntito le si conficca in un piede: una insolita, lunga, candida piuma. È l’inizio di un prodigio. La mattina seguente è scomparsa ogni traccia della cicatrice dalla sua gamba; Lorenzo, come per incanto le chiede di uscire; Rosa si mostra improvvisamente esperta di riti magici e antiche leggende. Ogni notte, inoltre, nei suoi sogni Giulia si trasforma in una sirena e vede luoghi e personaggi molto lontani nel tempo, che a lei risultano tuttavia stranamente familiari. Da dove provengono quelle insolite piume? Cosa c’entrano la Sibilla Cumana e Giulia Gonzaga con lei? Rosa è la donna semplice e un po’ ignorante che credeva? Lorenzo è sinceramente innamorato di lei? Alla scoperta di queste verità nascoste Giulia scopre se stessa.
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Risacca sulla riva del cuore
Sullo sfondo di una Italia ancora travolta dalla furia della guerra, riparte da Serdiana – un paese di campagna della Sardegna – il viaggio sulle ali della memoria di Giusy e della sua famiglia. Dopo il fatidico 8 settembre arriva il tempo di lasciare l’isola e raggiungere il continente e con l’isola Giusy si lascia alle spalle anche il primo amore, l’amica del cuore, un fratello di appena 3 anni morto di tifo. La famiglia si stabilisce a Santa Maria la Bruna e qui Giusy scopre la gioia di un’adolescenza vissuta con spensieratezza. Il dolore, però si sa, non risparmia nemmeno chi cerca la pace dopo la sofferenza e scova anche chi si è rifugiato in un angolo di paradiso alle falde del Vesuvio, con Capri di fronte. Con la morte di Carmen – la madre che ama, accudisce, cura – si sfalda una certezza granitica; eppure neanche la disperazione può fermare il flusso della Vita. Il viaggio continua e a Napoli Giusy incontra Al, l’amore vero; per lui e insieme a lui si trasferisce a Pompei. È l’inizio di un nuovo tempo, foriero di una nuova famiglia. Nascono cinque figli, stelle, che con i genitori formano una novella costellazione, nella quale ognuna di loro brilla della propria luce, ma insieme quelle luci diventano splendenti …
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L’estate che ho imparato ad andare in bici
Un coro di bambini, di età diverse, in luoghi e tempi diversi, racconta storie di un’Italia che – forse – non esiste più. Attraverso l’eco di esperienze, vissute o ascoltate, emerge un ritratto delicato – eppure assolutamente vivido – di piccoli uomini e donne, che continuano ad avere paure, desideri, aspettative e dubbi non molto diversi da coloro che li hanno preceduti in un Paese, unito da appena 150 anni.
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Colori d’Africa
Luca, un aitante commerciante di abiti etnici, attraversa l’Africa per raggiungere Laura, amica di sempre che lavora per le Nazioni Unite. Da Nairobi a Bujumbura, il Continente Nero si svela in una straordinaria gamma di sfumature, che si rispecchiano nelle vesti multicolori delle donne, rese ancora più abbaglianti dalla loro pelle di ebano. Terra di contrasti, nella quale il rosa unico dei fenicotteri cede il passo all’ocra della savana e si trasforma nel verde lussureggiante dei boschi. In Africa, però, il rosso non è solo quello aranciato dei tramonti, ma anche quello porpora del sangue, il sangue versato in tante spietate guerre per il dominio straniero o in assurde lotte fratricide. Tra incredibili peripezie, aneddoti, sciamani, mercati e mercanti; di paese in paese, di donna in donna, a bordo di improbabili mezzi di trasporto, Luca cede al fascino mitico del viaggio – distante anni luce dalla concezione nord-occidentale di partenza da un punto A per raggiungere un punto B nel minor tempo possibile – che si trasforma in una irripetibile fonte di piacere e di conoscenza, alla scoperta forse anche di se stesso.
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Come nuvole rapide
Una donna in balia di una vita che non le appartiene, se ne immagina una parallela, fatta di corse al suono di musica, in appassionanti, speranze da inseguire. La sera del suo quarantaseiesimo compleanno, però, il video di Nuvole rapide – una canzone dei Subsonica – la riporta bruscamente alla realtà. Sarà questa la scintilla che la convincerà a prendere per mano la propria vita e a darle un senso, un ritmo, una colonna sonora. Andare alla ricerca di se stessi non è un percorso facile, rettilineo: trovare il bandolo della matassa è spesso impossibile, soprattutto quando quello che si vuole non è solo un luogo sicuro, un caldo abbraccio, ma una continua ricerca, per essere liberi, leggeri e rapidi.
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Nella prospettiva dei tempi
Un uomo cresciuto troppo in fretta si ritrova a quindici anni solo, con una figlia da crescere e una vita tutta da inventare. Divide i suoi giorni con Massimo, amico del cuore sin dai tempi della scuola, cercando un lavoro soddisfacente e una musa ispiratrice per i suoi romanzi. Insieme a lui apre un ristorante, che presto catalizza attorno a sé un eterogeneo gruppo di amici. Tra avventure strampalate e incontri surreali, mercatini di paese, parrucchieri e Internet – con entusiasmo e ingenuità – i due amici tentano di promuovere il romanzo nato durante la nuova attività. I personaggi, monadi metafisiche sospese nella nostalgia, si muovono oscillanti in un orizzonte precario e discontinuo, alla ricerca di un adattamento, di una collocazione nella prospettiva dei tempi: dove molto si perde, ma qualcosa – come un amore – può tornare.
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Il gran Visir
Cerca le sacre spoglie del tuo signore terreno,faraone del basso e dell’alto Egitto. Cercale nel luogo a te destinato in qualità di Gran Visir del faraone tuo. Da lì attraverso ciò che mai fu mio accanto a lui, mio amato sposo, troverai la strada che ti condurrà all’immenso suo tesoro situato nella settima grande granaglia …
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Per chi suona il Calascione?
Un angolo di paradiso, ai piedi del Vesuvio e affacciato sul Golfo più famoso del mondo: Spapokkia. In questa fantastica città, doppio di una Napoli allo strenuo delle forze, gli scugnizzi – caratteristica unica, vanto e contrasto della città – stanno tristemente scomparendo. Spapokkia si è trasformata in “un paradiso abitato da diavoli”, in cui la corruzione e la violenza dilagano fin dentro le pieghe più intime della popolazione. Un gruppo di giovani ribelli – gli ultimi veri e autentici scugnizzi, capitanati dal giusto e impavido Mammoletta – si oppone allo strapotere del terribile boss Jakkett. Attraverso l’affresco dello scontro del bene e del male, tradizioni popolari e degrado, tra episodi fantastici e surreali, il romanzo dà vita a una moderna epopea degli scugnizzi, esaltandone le antiche virtù e auspicando – grazie a loro – l’agognato, quanto necessario, riscatto sociale di un intero popolo.
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La tutela delle DOP e delle IGP
Nell’epoca della globalizzazione l’Italia può risultare competitiva sul mercato esclusivamente puntando sulla qualità dei prodotti. Nasce quindi l’esigenza di proteggere le produzioni agroalimentari di eccellenza e allo stesso tempo di definirne le caratteristiche specifiche. Con cura giurisprudenziale, ma con un lessico accessibile a tutti, gli autori fanno luce sul tema – molto attuale e discusso – delle produzioni tipiche di qualità in Italia e nella Comunità Europea.
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Il trasformista
Ciro Aiello ha 50 anni, è un truffatore e sta scontando la propria pena nel carcere di Poggioreale. Tra le sbarre della cella l’uomo ripercorre, sul filo della memoria, i tipici episodi degli scugnizzi della Napoli degli anni Settanta. Quando gli si presenta l’occasione di evadere dalla prigione, però, Ciro si rende conto di non avere ancora vissuto l’esistenza che desiderava. Sarà troppo tardi o si è sempre in tempo per cambiare?
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Maratea – Il sogno di una cosa
Emblema di quel Sud dove il bene comune viene vissuto come ostacolo per la realizzazione dei propri interessi personali, Maratea, il suo fascino e bellezza, sono l’oggetto delle considerazioni dell’autore che ha assistito, dagli anni ‘70 ad oggi, ai mutamenti non sempre positivi di quello che dovrebbe essere preservato come angolo di paradiso. Sorretto da un tono critico – accompagnato da una nota costante di ironia – il libro affronta nodi e problemi del territorio, mettendone in luce le grandi potenzialità.
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Il giudice della pena
Saggio giuridico
In verità la confusione totale che accompagna l’esecuzione penale in questo momento, risolvendosi in una incertezza del diritto della pena, costituisce forse la causa principale della crisi che il nostro intero sistema giuridico sta attraversando.
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Essere internettiani
Essere internettiani è un saggio, scritto a quattro mani da due insegnanti, sulle potenzialità della Scuola italiana. Per una volta, oggetto delle ri_essioni non sono i problemi, gli errori, i limiti del sistema scolastico. Al contrario, le autrici svelano ai lettori alcune forme di eccellenza, attuate e attuabili, nella Scuola. Attraverso l’autonomia e la modularità la Scuola sta cambiando, mentre, fuori di essa, l’a_ermazione di internet continua a rivoluzionare il mondo della Comunicazione e dell’Informazione. Perché non impiegare internet per insegnare ai ragazzi nozioni previste dai programmi ministeriali? Da tale straordinaria intuizione nasce il modulo “Essere internettiani”, che in queste pagine diventa un vero e proprio metodo didattico. Avvalendosi di internet la Scuola, per una volta, appare al passo con i tempi.