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La città insensibile
Carmine Zamprotta affronta, in maniera lucida e dettagliata, le problematiche di Napoli, rappresentata come una città “insensibile” di fronte all’ascesa al potere della criminalità organizzata e sorda ai bisogni della società. Le infiltrazioni camorristiche, presenti ormai in ogni strato e settore, sotto l’occhio accomodante di politica e istituzioni, sono un elemento di causa-effetto che scatena e crea quanto di mortale e fetido c’è e può esserci nella cittadina partenopea e in tutta Italia. Con lo stile diretto tipico di un’inchiesta giornalistica vengono analizzati avvenimenti crudi e spietati accaduti negli anni e che ancora oggi restano ben saldi nella memoria di chi li ha vissuti o di chi ne è stato spettatore. Un quadro clinico di argomenti di questi tempi scottanti, ma allo stesso tempo di estrema rilevanza per sanare le patologie che alterano la normale esistenza di una buona società.
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35.000 piedi
Cos’hanno in comune una nave che salpa dal porto di Reykjavik e un aereo in partenza da New York direzione Roma? Un fatto delittuoso ammantato come disgrazia naturale avviene a 35.000 piedi, le storie dei passeggeri si intrecciano in un susseguirsi di misteriosi eventi e relazioni oscure, prima, durante e dopo il volo. Depistaggi e doppi giochi si frappongono tra il vice Questore e la verità, una storia raccontata da due dei protagonisti di una vicenda che ha dell’impossibile in un crescendo di suspense e colpi di scena. Gli interessi privati, l’amore e gli affari narrati in un thriller che lascia con il fiato sospeso fino all’ultimo, inatteso accadimento.
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Indelebile come un tatuaggio
Uccio è ancora un bambino quando la sua famiglia, spaventata dai rivolgimenti politici e militari del 1954, è costretta a scappare dall’Istria per trasferirsi a Napoli, dove avrebbe dovuto ricevere ospitalità presso parenti facoltosi. Da quel momento si susseguono esperienze destinate a restare impresse nel corpo e nella mente: dalle cattiverie dell’accoglienza rifiutata e del pregiudizio, subite nella stazione di Bologna, alla povertà e precarietà sperimentate nei ballatoi del condominio partenopeo. La curiosità spinge Uccio a esplorare la nuova città: dalla Chiesa delle Capuzzelle alla Basilica di Santa Chiara, dai vicoli dei Tribunali fino alla spiaggia di Coroglio. A fargli da mentore, John Smith, un ex soldato americano costretto a vivere nascosto poiché aveva disertato. Con i suoi racconti, egli lo spinge a vedere oltre le apparenze, a credere in valori autentici e a riconoscere una Napoli viva, pulsante e chiaroscurale, in cui la crudeltà della criminalità organizzata è bilanciata dall’infinita generosità della gente comune e degli ultimi, come i femminielli e le prostitute, che erano stati attivamente impegnati nella rivolta popolare antinazista delle “Quattro Giornate”. Fondamentali si rivelano anche gli incontri con Tommaso, ragazzo nero figlio della guerra, e con Anna, ex prostituta e compagna di John. Grazie a loro, Uccio riesce a fronteggiare ogni avversità, arrivando a comprendere come l’amicizia e l’amore possano cambiare un’esistenza. Di questi sentimenti, in particolare, il ragazzo coglie fin da subito la natura universale, battendosi contro chiunque voglia considerarli appannaggio di uno specifico orientamento sessuale, una razza o una religione. Ben presto, però, per Uccio l’amore da àncora di salvezza si trasforma in condanna. La traumatica rottura con Elvira, sua prima ragazza, la triste morte di John e l’ingiusta incarcerazione di Tommaso rappresentano altrettanti momenti di crisi, che lo fanno sprofondare nella disperazione. Nel pieno della crisi Uccio incontra don Gino, un prete semplice che ha dedicato la sua intera esistenza all’Altro, il cui esempio gli permette di riscoprire Dio e di riconciliarsi con il mondo.
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Cento passi per la Consapevolezza
Il romanzo racconta il percorso di una donna dentro la disabilità: il passaggio dalla delicata fase dello smarrimento alla crescita morale ed etica per la costruzione di una nuova identità. Un percorso tutt’altro che lineare, nel quale la protagonista, quando sembra risalire la china, ricade, si nega alla vita, all’aiuto e alle cure. Il suo nome è Zenaide. Sin da bambina deve superare la perdita dei genitori, morti in un incidente automobilistico. A quasi diciotto anni scappa dalla casa degli zii e dal paese di Rotonda, in Lucania, e giunge a Paestum, dove si inizia al mondo della prostituzione, e in seguito a Salerno, dove incontra l’amore di Sergio che la toglie dalla strada. Tuttavia, presto compaiono i sintomi di una malattia che causa atrofia progressiva della muscolatura scheletrica. Zenaide assiste al graduale cambiamento del suo corpo, tanto abusato in passato. Man mano che si amplia la vista, gli eterni ghiacciai si sciolgono dentro l’abbraccio dell’amore per Sergio, e la malattia appare a Zenaide come una montagna da scalare, sempre pi. difficile da vivere per i rischi e le emozioni da affrontare. Una montagna alla quale, tuttavia, si avvicina gradualmente con la volontà di fare ogni giorno cento passi: una scelta di responsabilità quando tutto sembrava perduto; l’opportunità di vivere con sicurezza la sua nuova vita nella disabilità.
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Cuorineri – Il Direttore
Sullo sfondo di una Brindisi deturpata dal contrabbando, dallo spaccio e dalla corruzione s’intrecciano le vicende di Franco Altavilla, Luigi Narcisi e Luigi Patisso.
Tre nomi reali, tre storie vere segnate da rapine, omicidi, reati penali da scontare in carcere per conto di una criminalità organizzata che sembra essere l’unica strada da percorrere per i tre protagonisti; il romanzo, infatti, sottolinea come diventare professionisti del malaffare (così li definisce l’autrice) sia la diretta conseguenza di un’infanzia dominata dalla povertà e dalla privazione, da genitori anaffettivi o violenze domestiche; di un’adolescenza in cui l’ossessione di arricchirsi diventa un bisogno impellente, così come la necessità di emergere nel ruolo di leader del gruppo.
Agli occhi dei protagonisti, quindi, la vita del mafioso appare come una chiave d’accesso all’agiatezza e alla gloria a cui hanno sempre aspirato. Ben presto, però, questo stesso stile di vita ardentemente desiderato costringerà i personaggi a sacriici sempre più grandi: la salute, gli affetti, l’integrità. Sarà proprio il richiamo di quest’ultima che porterà Narcisi e Patisso alla decisione di cambiare, di cominciare a vivere all’insegna dell’onestà, di investire in istituzioni cittadine non più corrotte, sostenendo la candidatura di Anna, ex-compagna di classe di Narcisi, come sindaco di Brindisi.
Da questo si evince il punto cruciale di tutta la narrazione, il destino della città e quello dei protagonisti sono uniti da un legame inscindibile: così come l’ambiente ha determinato le loro scelte di vita, il loro cambiamento etico contribuirà a salvare Brindisi, a liberarla dall’alone di corruzione che la sta lentamente annientando. -
Io ce l’ho fatta – Rinascere dopo il Bullismo
L’autrice si mette in gioco raccontando episodi della sua vita, partendo dalla più tenera infanzia arrivando fino all’età adulta. Descrive appassionatamente eventi drammatici che hanno segnato la sua esistenza, come la perdita di sua madre proprio alle porte dell’adolescenza e i diversi e numerosi episodi in cui lei stessa era vittima di bullismo.
Katia Greco firma un romanzo autobiografico che fa riflettere sui più cruenti meccanismi che la nostra sfera sociale ci costringe ad affrontare, ma allo stesso tempo si fa portavoce di un messaggio positivo di speranza, ponendo al servizio del lettore il racconto della sua “rinascita dopo il bullismo”. -
Storie Napoletane… e d’Abruzzo
Una storia. Tante storie si rincorrono e si ripercorrono nel corso dei secoli – dal Settecento al Novecento − tra le pagine del testo di Aurelio Bramante. Vicende inevitabilmente legate da un filo comune, la riscoperta di un antico e scomparso borgo napoletano: il Borgo Loreto, fuori alle mura aragonesi. Protagonisti dei fatti narrati sono popolani – Giovanni Basile, Alberto De Vico, Gennaro Cacace –, gente del malaffare, re, regine, le cui vicissitudini s’intrecciano in una narrazione coinvolgente che non lascia nulla al caso, tracciando in maniera lucida e dettagliata lo sviluppo storico, economico e sociale di quegli anni: dalla nascita di una nuova camorra organizzata, la Bella Società Riformata, alla triste e ambigua morte di Ferdinando II di Borbone; dal secolo che segnò la fine di un regno e la nascita di un’unità nazionale, che non migliorò la condizione del Sud, al progresso industriale e alla realizzazione di opere gigantesche come il prosciugamento del lago del Fucino − ancora oggi una delle maggiori opere di ingegneria idraulica con Suez e Panama − al viaggio nell’Abruzzo Ulteriore Secondo, la Marsica abruzzese ai confini del regno borbonico.
Storie Napoletane… e d’Abruzzo è un’opera storica preziosa e d’inestimabile valore, un romanzo che racconta, attraverso l’uso del dialetto e di immagini antiche, la realtà e la straripante vivacità della società napoletana, nei suoi aspetti più veritieri e intimi, regalando al lettore un viaggio nel passato alla riscoperta di ambienti, situazioni e costumi. -
L’inganno della realtà
Charles Wilson ha tutto quello che si potrebbe desiderare: un buon lavoro, una bella casa, una ragazza che lo ama. Ma la vita non è sempre come appare e a Charles il suo mondo perfetto comincia a stare stretto. Le certezze, precariamente costruite, iniziano a vacillare e a sgretolarsi come un castello di sabbia, granello dopo granello, fino a condurlo, in un freddissimo giorno di dicembre, a un bivio: gettarsi nelle gelide acque del lago Champlain e farla finita o scegliere la vita a ogni costo? Giunto al punto di non ritorno, l’incontro con un bizzarro clochard dà inizio a un lungo flashback in cui il protagonista racconta le vicende che lo hanno condotto alla terribile decisione: la fuga dal paese d’origine, l’arrivo a New York, l’incontro con una donna bellissima e affascinante, intrighi e misteri, gioie e delusioni, amore e sofferenza.
Nazareno Palma ci regala un romanzo che si legge tutto d’un fiato, in cui la contrapposizione tra cuore e ragione è una lotta all’ultimo sangue e la separazione tra realtà e immaginazione è una linea sottile. All’uomo non resta che cercare di sopravvivere sforzandosi di trovare un equilibrio tra queste forze, nella consapevolezza che la felicità non è una strada in discesa, ma si costruisce passo dopo passo. -
Vietri sul Mare – La porta della Costiera
“E alla fine, quando l’ombra della sera sembra averti ormai
definitivamente avvolto e sopraffatto, ecco spalancarsi davanti a te
lo scenario luminoso delle case di Vietri, coi vetri di balconi,
finestre e verande incendiati dal riflesso dell’ultimo sole”.Così scrive Costantino Montesanto nel suo saggio, un excursus temporale spaziale sullo sviluppo della caratteristica cittadina di Vietri, porta e crocevia per la radiosa Costiera amalfitana. Una descrizione accurata che rasenta il pittorico dei paesaggi e dell’essenza dell’urbe dai tempi gloriosi degli antichi Romani ai giorni nostri.
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L’invasore
Il testo è la biografia di Mario Ferri, ormai conosciuto come il Falco. Per la prima volta, il pescarese racconta i retroscena di tutte le invasioni di campo con la maglietta di Superman: dalla battaglia per “Cassano in Nazionale” alla denuncia sociale “Ciro Vive”. La vita di Mario Ferri, però, viene sviscerata non solo nelle sue sfaccettature più estreme, che lo hanno portato a vivere unʼesistenza sopra le righe, attraverso la dura esperienza della prigione, i viaggi e la conoscenza di personaggi sui generis. Il testo, infatti, racconta la vita di un ragazzo semplice, cresciuto in un paesino, e legato inesorabilmente alla figura del suo dolce nonno Mario.
Un libro avventuroso, che si legge tutto dʼun fiato, ma che fa riflettere sulla società di oggi e sulle sue dinamiche, a volte, malate, in cui – come lʼautore tende a stigmatizzare – lʼapparenza e il denaro la fanno da padroni. -
Terra di nessuno
Nato e cresciuto in una provincia di Napoli, Federico Manfredi è un adolescente caparbio e curioso. Durante una delle sue lunghe passeggiate in bicicletta, riceve una sfida immaginaria dall’antico e affascinante castello che sovrasta la sua cittadina, Oikos, che lo induce a raggiungerlo. Al ragazzo spettano, così, lunghe pedalate durante le quali s’innamora dell’incontaminata e straordinaria natura che lo circonda.
Anni dopo, Federico è un brillante ingegnere ambientale, fino al momento in cui comprende che per migliorare il mondo non serve la retorica e non basta la tecnologia, ma bisogna partire dall’educazione ambientale rivolta soprattutto alle future generazioni. Tornato nella sua amata terra per insegnare, si ritrova in una valle completamente cambiata rispetto a quella della sua gioventù, oltremodo inquinata. Inizia così delle lezioni sull’ecologia, nel tentativo di appassionare e sensibilizzare i giovani, guidandoli verso il raggiungimento di una maggiore consapevolezza del proprio ambiente. A fare da sfondo al racconto è la relazione amorosa tra Federico e Gaia, seducente e bellissima collega, che non è altri che la metafora dell’amore profondo e disinteressato del protagonista per la natura e la Madre Terra.
Alberto Di Buono firma un romanzo ambientale che affronta in modo schietto, concreto, talvolta ironico, talvolta avvalendosi dell’artificio della poesia e dell’arte in generale, il tema dell’inquinamento, che attanaglia la società odierna. Attraverso un linguaggio semplice ma efficace, l’autore invita il lettore a una profonda riflessione, mostrando come sia necessario percorrere una strada comune e adeguata per contrastare questo male, nella piena consapevolezza che chi inquina e rovina la natura sta solo distruggendo se stesso. -
Amico del cuore
I ragazzi del muretto sono un’istituzione degli anni ’80/’90, quando non esistevano gli smartphone e la PlayStation, quando ancora si scendeva in piazza a giocare a pallone o al parco per divertirsi a nascondino.
I ragazzi del muretto sono quelli che si volevano bene, che si chiamavano per soprannome, quelli che ti venivano a citofonare chiedendo a tua madre il permesso di farti scendere.
I ragazzi del muretto sono gli stessi anche dopo il passar delle stagioni, e nonostante i matrimoni e i figli in arrivo, non mancano mai di rinnovarsi il bene e di rifugiarsi nei ricordi di un passato spensierato, il ricordo delle loro anime di bambini.