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Archi di fuoco
«… Rachele asseconda la propria natura con biologica attenzione ai fatti, alle persone, che essa suscita, colorando la sua tela poetica, aforistica e anagrammatica, delle luci e delle ombre, ma soprattutto delle luci, di una vita, che ella è sempre riuscita a vedere e a stravedere con i suoi occhi di pittrice avida e attenta».
Dalla prefazione di Francesco D’Episcopo
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Sogno d’amore
La nostra autrice si schiude alla poesia come fiore di primavera, dopo aver sentito gemmare dentro di sé sensi e sentimenti, che invocavano di essere appunto espressi. Da crisalide si è fatta farfalla e si è posata sui fiori della vita, per congiungere i propri colori alla festa che essa spesso reclama; ape laboriosa, ha attinto tutto il nettare che essa sa dare quando la si ama e coltiva con costanza e fiducia.
Ecco, questa è la poesia della nostra Clotilde: un infinito canto d’amore, che si celebra in tutte le forme possibili.Dalla prefazione di Francesco D’Episcopo
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Iu sacciu ‘na canzona di Valle e ddi Capone
La Canzona di Valle e ddi Capone è una vecchia filastrocca che offre una chiave di lettura per svelare un mistero di Ariano: la città è stata un insediamento normanno,il popolo arianese parla un dialetto provenzale.
L’autrice si pone sulla scia dei medievali trovatori provenzali per innalzare il proprio canto di rabbia e d’amore nei confronti della sua patria, vilipesa e tradita nelle sue più autentiche aspettative.Francesco D’Episcopo
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La saggezza è l’ ultima illusione
L’aforisma è una goccia distillata di saggezza, l’accensione di una luce, provvisoria e parziale, nel buio delle illusioni esistenziali.
Poesia senza lirismo, filosofia senza sistema, dottrina senza credo, l’aforisma è un frutto maturo colto lungo il viaggio dal viandante libero e curioso del mondo. -
Oltre
La poesia è la più alta forma di inquietudine e non bisogna mai chiederle coerenza, compattezza, perché è dalla disgregazione che nasce l’unità, dal nulla il tutto, in un anelito ampio, assoluto, che avvolge e travolge, ancora una volta, corpo e anima, nei richiami segreti e misteriosi della vita, nello slancio conclamato e consapevole verso l’infinito. Alessandra Amprino queste emozioni e riflessioni le sente fortemente fremere dentro di sé e, grazie alla poesia, che si attorciglia e si libera, riesce a dare piena voce a ciò che non sempre si riesce a dire con tanta intensità e verità. -
In fondo per dormire… basta spegnere i perché!
Felice Romano racconta, come in un flusso di coscienza, il suo modo di vedere il mondo e il suo modo di intendere la vita partendo dalle piccole cose: un sorriso, il silenzio, il bianco e il nero, un vecchio sotto la pioggia, una bancarella di dolciumi.
Un vortice di riflessioni, aforismi, poesie, semplici messaggi della buonanotte in cui l’autore si mette a nudo, scrivendo dei suoi sogni, delle sue paure, dei suoi dubbi, che divengono il filo conduttore di un romanzo che si propone di spegnere… i nostri perché. -
Diario d’amore
La poesia è una barca che oscilla sulle onde della vita trovando slanci tanto più elevati e intensi quanto più i turbamenti si abbattono con forza. Diario d’amore vola sulle onde dell’inquietudine, traendo dalla poesia l’impeto d’amore per la vita nelle sue diverse manifestazioni: l’amore per una donna, per i figli, per Dio e la Natura e, non meno importante, per la poesia stessa, che trova in questa raccolta di componimenti un’espressione di rara profondità e intensità. -
Il domatore del jolly
Tra versi laici, eppure profondamente in contatto con il divino, tra accostamenti lessicali inediti e fortemente evocativi, Il domatore del jolly costituisce l’espressione lirica di un io che parla di sé e lo fa al femminile. Un io allo stesso tempo tormentato, compiaciuto, fragile, intriso di speranza e, soprattutto, consapevole.Raccolta squisitamente dinamica, che racconta con originalità l’esperienza umana di una brillante poetessa, e di una donna forte, in balia di una costante tensione ideologica e figurativa tra ciò che è umano e ciò che è divino; tra il male atavico ed il bene, quel bene che, solo, riesce a compensare le conseguenze spaventose del “negativo”. -
Cuore di drago
L’autrice, attraverso una serie di poesie di chiara impronta autobiografica, offre uno squarcio della “dimensione donna” facendosi portavoce del dolore e del vuoto che contraddistinguono tratti del percorso emotivo di ogni individuo. Eppure il flusso di pensieri, articolato in riflessioni apparentemente scollegate, si traduce in un inno alla vita che, a dispetto delle avversità e delle contingenze negative, riesce a regalare irripetibili emozioni attraverso la forza dell’amore, della fede e della consapevolezza. -
Oltre il buio
La luce e l’ombra. Il giorno e la notte. Uno sguardo nell’animo e oltre l’orizzonte. Sono liriche dell’incomunicabilità che cercano una comunione di spirito, attraverso i suoni, uno sguardo, i colori.
Una voce senza eco, le cui parole si odono tumultuose nel cuore.
Il nulla, non come assenza o vacuità ma come un cammino sull’orlo dell’abisso, teso alla luce, alla speranza.
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Gallinelle e nodi
Il coraggio della rinuncia all’abitudine in vista di una propria identità; l’importanza di cogliere le sfumature della vita, rifiutando visioni nette e rigide; la forza di guardare avanti superando i contrasti interiori dettati da tale scelta e la critica alla superficialità di una realtà ossequiosa verso l’apparenza: questi sono solo alcuni dei temi affrontati dall’autrice nei propri versi e nei propri testi, attenta all’analisi della “dimensione donna”. Portavoce di chi ad un certo punto della vita si sorprende a fare i conti con il proprio passato, ma allo stesso tempo risolutiva in merito alla sofferenza o le paure, a volte paralizzanti, che contraddistinguono l’età matura, attraverso queste riflessioni offre uno squarcio della donna di oggi, dei suoi rimorsi e rimpianti e della voglia di affrontarli in maniera costruttiva.
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Desiderio di metafisica
Una terra meravigliosa, ricca e pericolosa, che, come Circe, ammalia ma fa soffrire, rendendo il poeta “prigioniero d’una triste favola che sa d’eterno”. Come sulla tela di un pittore vengono alla luce, pagina dopo pagina, “poesie d’eterno canto”.