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Napoli: allegro, ma non troppo
Viaggio colto e affascinante nella storia di una Napoli da cartolina che è anche la più vera, la più verace, forse perché raccontata dalle voci virtuose dei suoi abitanti. La storia della città di Napoli non può prescindere dalla canzone popolare, sinonimo di memoria storica, inesauribile fonte di aneddoti e specchio di un’intera cultura. Dalla figura del “posteggiatore” a quella accattivante della “sciantosa”, da luoghi caratteristici scomparsi come la Torre Rossa della Lanterna a quelli ancora vivi come lo storico Gambrinus, dal malgoverno spagnolo al Fascismo, dal mitico Enrico Caruso alla vita straordinaria di Raffaele Viviani, passando in rassegna i testi – e le melodie – più significativi della tradizione partenopea. -
Invisibile napoletano
nvisibile napoletano, con un particolare alone di mistero fino alla fine della storia, racconta di Marcello, medico affermato del Policlinico di Napoli, vittima “stalkerata” da un enigmatico personaggio in cerca di vendetta. Gli indizi, i misteri svelati e l’aiuto del suo fedele amico avvocato gli permetteranno di scoprire l’identità di chi lo tormenta.Sullo sfondo di una Napoli a tratti esoterica, affascinante, i cui vicoli e monumenti, impregnati di storia, vengono descritti in modo dettagliato, i personaggi si raccontano alla ricerca di un equilibrio all’interno delle loro vite; di quell’equilibrio che è fulcro dell’intera storia.
Paolo di Martino, attraverso dialoghi divertenti, leggende e stralci di vita quotidiana, offre squarci identificativi di una città decisamente singolare e “sui generis”, e firma un giallo intrigante, spingendo il lettore a una riflessione profonda sui sentimenti che ognuno custodisce dentro di sé. -
Otto ore
La monotona vita di Daniele viene scossa dal ricevimento di una lettera anonima, accompagnata da un biglietto aereo per Londra e un invito a una misteriosa festa nel quartiere di Covent Garden.
Il ragazzo parte con tante titubanze per la capitale inglese, scoprendo ogni ora trascorsa nella sfarzosa villa Zero Hall un nuovo dettaglio sull’identità del mittente, avvicinandosi lentamente alla verità. Otto Ore è il racconto di una notte lunghissima, in cui Daniele si ferma a rispolverare la scatola di alcuni ricordi del passato, a toccare con la mente le cicatrici del cuore, a riscoprire la reale natura dei suoi sentimenti assopiti. -
Al di là della rete
Al di là della rete. Attraverso la triste storia di una famiglia italiana, emigrata in Egitto in cerca di fortuna, l’autrice narra la drastica situazione italiana nel 1938, anno in cui Mussolini dichiarò guerra alla Gran Bretagna, mettendo a rischio la vita di milioni di italiani, perseguitati e deportati in campi di concentramento. La sofferenza causata dalla guerra, la violenza e gli innumerevoli soprusi subiti dai prigionieri italiani in Egitto e la ferocia e i maltrattamenti adottati dai russi nei confronti dei tedeschi sono evidenziati tramite le tragiche vicende del protagonista italiano, vissuto in Egitto e diventato in seguito membro dello spionaggio inglese. La sua forza, il suo coraggio e la sua intelligenza gli permettono di affrontare dure realtà e situazioni di estremo pericolo intrecciate con incredibili vicende d’amore, sensi di colpa e infiniti periodi di solitudine. In quegli anni di guerra, troppi innocenti hanno pagato il prezzo di appartenere semplicemente alla nazionalità “sbagliata”. Troppe vite sono state spezzate dall’odio e dal rancore di folli che, pur violando i diritti umani, non sono stati ritenuti punibili.
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L’amore non è un madrigale
Settimia nasce a Roma, figlia di un fratello del cardinale Domenico Jacobacci, è la sola superstite del Sacco della città da parte dei Lanzichenecchi, sopravvive allo sterminio dei suoi e alla devastazione del Palazzo in Piazza Sciarra, che si trova di fronte al Palazzo di Pompeo Colonna. La madre, donna bellissima, era stata la “donna angelo” di Pompeo Colonna, salva la bambina dal massacro. Settimia cresce fra le damigelle di Isabella d’Este e in seguito alla corte di Guidobaldo della Rovere, ad Urbino, dove Isabella si reca spesso con le sue damigelle. Durante queste visite che diventano a volte lunghe permanenze, respira l’atmosfera rinascimentale dell’ “amor cortese”, fatta di arte , poesia, filosofia. Una sera fra i musici c’è Luca Marenzio ed è subito amore. Non è possibile ottenere dai nobili tutori di Settimia il permesso per un matrimonio, Luca è considerato poco più di un menestrello, perciò Isabella manda Settimia a Parma perché si distragga e consoli, alla corte dei Farnese dove conosce Alessandro, il giovane cardinale sensibile al fascino femminile. Durante un ballo Settimia incontra di nuovo Luca Marenzio, non si sfugge al destino due volte, si lasciano promettendosi di studiare un piano per incontrarsi ancora, seguono messaggi segreti e un disegno per sottrarre Settimia alla corte. L’unico modo è simulare un matrimonio con un personaggio ben accetto a Parma. Luca convince un amico a presentarsi fingendosi un
ricco gentiluomo veneziano. L’inganno viene messo in opera ma a questo punto Luca perde le tracce di Settimia. Chiamato dal cardinale a Roma scopre che è appena partito, la gelosia lo travolge, pensa che Settimia si sia abbandonata al suo fascino e lo abbia seguito chissà dove, ora bisogna cercarla. Da dove cominciare? -
Sui docks si muore
Un omicidio tra i container immagazzinati nel porto di Napoli fa scattare un’indagine che ben presto rivela una tela intricata di connessioni tra diversi clan malavitosi, italiani e cinesi. Il commissario Franco Argento ha il compito di sbrogliare la matassa, seguendo le poche tracce a disposizione. Sul suo cammino incontra diverse figure femminili, che conquista grazie al proprio fascino maturo, ma che in un modo o nell’altro finiscono per essere coinvolte pericolosamente nel caso scottante. Gradualmente le tracce lo conducono alla rivelazione di un traffico di droga che coinvolge trafficanti cinesi, nello specifico la persona del mastodontico Jumbo e di suo zio e boss Suun-Yi, e il clan napoletano capeggiato da Carmine Torricelli. Ma qualcosa continua a non tornare nella mente di Franco Argento, ma la sua esperienza, unita al supporto dei suoi colleghi e del magistrato Imma Boccia, gli permette infine di scoprire l’esistenza di un conflitto interno dell’organizzazione criminale cinese, proprio tra Jumbo e suo zio, che ha scatenato una faida sanguinosa.
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Polvere di Las Tunas
“Com’è lontana l’Europa quando sei a Las Tunas…”: di questa città inondata dalla polvere e di una Cuba inedita, Marco Martone ci offre un magistrale ritratto fatto di tanti tasselli, istantanee che l’autore ha catturato durante i vari soggiorni nell’isola caraibica. Protagonisti indiscussi del viaggio in questo remoto angolo della Terra sono le emozioni e i ricordi: sensazioni contrastanti, a volte di estraneità, altre di profonda empatia e familiarità per un mondo che in qualche modo riporta lo scrittore alla sua spensierata infanzia napoletana. Vento, polvere, strade chiassose, sconnesse, solcate da carretti trainati da cavalli o da enormi camion al cui interno decine di persone viaggiano pazienti verso il lavoro dei campi: immagini che volano tra le pagine del romanzo di Marcone con vivacità e leggerezza, catturano il lettore e lo proiettano in una realtà quasi onirica, scandita da una calda lentezza tropicale. -
Un binomio perfetto
Una grande azienda. Il dominio del mercato della plastica.
Il presidente, Amilcare Mantovani, autoritario e mai remissivo, ha in mano gli affari di famiglia da oltre trent’anni e, al di là delle sensazioni, sa che è giunto il tempo di farsi da parte e lasciare ai suoi figli l’intero patrimonio: Filippo, intuitivo e cinico; Marcello, esuberante e scontroso, e Giorgio, il più piccolo, chiuso e introverso.
I conflitti tra loro rischieranno di mandare in frantumi il futuro dell’azienda. L’inevitabile rottura si placherà d’improvviso dinanzi al fato che coglierà di sorpresa: Filippo, il giovane rampollo, diviso tra amicizie, sesso e alcool, non accetterà i consigli di una donna, firmando la sua fine. Un movente difficile da cogliere che aprirà le porte a un’indagine senza esclusioni di colpi.
A risolvere l’enigma, entrerà prepotentemente l’avvocato Michele Colantuono, un civilista stretto dalla routine quotidiana in Tribunale, cause che non gli danno più emozioni, il divorzio con Francesca e l’amore per la figlia Alessandra.
Un mosaico di colori e sensazioni, i cui pezzi si muoveranno senza sosta, fino alla soluzione. -
Indian Napoli
Lunedì. Un incidente. Una guardia giurata muore precipitando in una scarpata con la sua auto di pattuglia. L’ispettore Romano e il suo vice ispettore Ajello, mossi dal sospetto che si tratti di una morte misteriosa, avviano le indagini. Con l’aiuto di una giornalista ficcanaso, riporteranno alla luce la fitta trama di relazioni compromettenti e di crimini che hanno come unico movente il dio denaro. Tra segreti inconfessati, scoperte dolorose e vita quotidiana, il passato torna a scuotere l’animo dei protagonisti, accompagnandoli verso la risoluzione del caso, sullo sfondo di una Napoli tribale, o meglio Indian Napoli, “la città degli indiani […] dove le tribù si affrontano lasciando i morti dove capita”. -
Le figlie della fortuna
Il senso di appartenenza a terra, tradizione e famiglia passa per le donne: Fortuna, Concetta e Fortunata, tre generazioni di donne in circa cento anni di storia si misurano con un’oscura maledizione, con la superstizione e con l’imprevedibile corrispondenza di contingenze che è la vita. Tra esoterismo, malinteso senso dell’onore, storia e personaggi femminili quasi divini, perché insieme veicoli di valori e fragili matrone piangenti, Le figlie della Fortuna si fa portavoce di temi quali femminilità, religiosità, cultura e ritorno alla terra, progresso e radici, in una critica raffinata e “materna” di una Campania che è allo stesso tempo legata al passato ed afflitta da drammi tutti contemporanei.Maria Elefante ha scritto questo libro con grande senso di umiltà, ubbidendo solo alla voce imperiosa del cuore che grida l’amore per la sua terra. L’afflato divino dell’ispirazione, forza prepotente alla quale la scrittrice non riesce a sottrarsi – provandone dolore come gli antichi poeti invasati dal Nume – percorre anche la scrittura, caratterizzata da un pluralismo linguistico, specchio della realtà rappresentata. Colpiscono l’udito voci e canti soavi assieme a grida ed imprecazioni laceranti, arrivano all’olfatto profumi della terra da tempo dimenticati, invano offuscati dal fetore nauseante delle discariche. -
Prigionieri di noi stessi
Romanzo introspettivo, che mette a nudo le conseguenze dolorose di certe dinamiche familiari perverse. È la storia del viaggio tortuoso verso gli angoli più bui della psiche dei personaggi. Saro è vittima degli errori della sua famiglia e diventa un uomo instabile, divorato dal senso di inadeguatezza nei confronti della vita. A un certo punto, però, troverà la forza di riscattarsi grazie all’amore di suo figlio che lo libererà dalla condizione psicologica di vinto. Livia è l’avvocato che cerca di portare giustizia e pacificazione nella complessa vicenda, ma che – a sua volta – mostra fragilità e paure.Entrambi troveranno, anche attraverso il difficile percorso dell’onesta presa di coscienza dei propri limiti, il coraggio di vivere.