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Le verità sommerse
“…Agli insulti che ho subìto in quest’aula di Tribunale, vorrei rispondere con una preghiera che sono certo sia condivisa da tutte le persone presenti qui oggi. Una preghiera che rivolgo tutti i giorni di questa mia non vita alle persone che non ci sono più, le vittime di questo maledetto incidente. Sono queste le ultime frasi di quella dichiarazione spontanea interrotta, parole che la commozione mi ha impedito di riferire pubblicamente in questi tre anni”.
Tracce di queste emozioni si ritrovano nei fuori onda di quelle poche interviste televisive rilasciate dal Comandante che ha chiesto ai cronisti di interrompere la registrazione durante i momenti di commozione, perché ritenuti intimi e personali. In questo memoriale, la storia del Comandante, la sua vita, le sue esperienze professionali, i suoi ricordi prima e dopo quella tragica notte.
Chi è l’uomo accusato di aver fatto naufragare la Concordia? Trenta anni in mare. Aneddoti, ricordi, testimonianze mai sentite prima. Tutto ciò che non è stato ancora raccontato e compreso del naufragio della Costa Concordia. -
Luigi Libra – Napoli e l’incanto melodico degli anni Cinquanta
La canzone napoletana come veicolo di storia e cultura: toccante, entusiasmante intervista all’eclettico Luigi Libra, recentemente insignito della nomina di Ambasciatore della Canzone Napoletana nel mondo.Attraverso l’esperienza del giovane cantautore e la sua formazione, con quegli incontri che hanno cambiato la sua carriera e la sua vita, ripercorriamo tappa per tappa la vicenda di un genere musicale che è stato, e che è tutt’ora, fondamenta della nostra identità culturale.Dalla prefazione di Paolo Limiti ad un aneddoto su Teddy Reno e Totò, dal ricordo di Massimo Troisi alla storia dell’industria discografica made in Italy: una vita, quella di Luigi Libra, le cui parole chiave non possono che essere Napoli e, soprattutto, musica. -
Ciro Vive
La storia di Ciro Esposito dall’infanzia al giorno del drammatico incidente a Roma. I suoi 52 giorni di agonia al Policlinico Gemelli raccontati dalla madre vissuti da tutta la famiglia. Interviste ai familiari, alla fidanzata e agli amici che raccontano la sua vita ed il suo dramma da diverse angolazioni.
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Licio Gelli – Il burrattinaio d’Italia
“…il pezzo più emotivo dell’Autore è quando non solo racconta con perizia e oggettività esemplare il percorso di vita di Licio Gelli coincidente con gli anni dei segreti e dei misteri, della strategia della tensione, delle stragi che vanno da quella della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano del 1969 a quella della stazione di Bologna del 1980. L’autore sottolinea le connivenze e le condanne (ma mai il carcere) per l’ex venerabile. Le posizioni politiche ed etiche dell’Autore, evangelico professante, lo portano naturalmente ad approfondire e a scavare nelle domande all’ex venerabile ma le risposte e le lettere, gentili nella forma, riportate nel libro in fotocopia, ci presentano un Gelli ormai stanco, esaurito, che non può aderire alla richiesta di ulteriori colloqui…”.
(dalla prefazione di Antonio Caldoro) -
Sansevero e altri insoliti fantasmi
Breve, organico viaggio visivo nel folclore partenopeo.Fantasmi illustri, mostri spaventosi ed inquietanti personaggi leggendari ci accompagnano nella scoperta della Napoli più esoterica, e più gotica, che affonda le radici della propria cultura nell’aneddoto, nella leggenda e nel figurativo.Sansevero e altri insoliti fantasmi pare voglia ricordarci che Napoli è una città popolata dagli spiriti, e che tradizione e spiritualità sono le più indispensabili fondamenta ideologiche dell’identità di un popolo. -
La Napoli letteraria di Francesco D’Episcopo
Questa città «rampicante», ma anche città-donna, come in più occasioni il D’Episcopo ha asserito, se profondamente amata, si lascia squarciare e penetrare fin nelle sue pieghe più riposte, anche attraverso i suoi scrittori, quelli che hanno saputo trovare le parole, che il napoletano verace, il solo che «può raccontare e rappresentare dal di dentro la “sua” città», come egli afferma in un intervento dedicato a Domenico Starnone, non sempre però riesce a trovare. È per questo che, nell’intento e nel desiderio di offrire di Napoli, di cui il nostro critico si sente parte verace, nonostante la nascita molisana, una rappresentazione non oleografica, ma vera e viva nella sua sorprendente imprevedibilità, il D’Episcopo si è appassionatamente immerso nelle pagine vive di grandi napoletani, più o meno conosciuti, per trarne fuori l’essenza contraddittoria e sfuggente della città. -
Il ruolo della comunità nella sessualità africana
Lucido ed illuminante excursus antropologico sul ruolo svolto nella comunità dalla sfera sessuale nell’Africa subsahariana.
Questo ruolo è lo sguardo libero e disinibito di un insider su una realtà per noi diversa, dove ogni tradizione trova significato e dignità, superando la barriera dell’incomprensione, indagando sulle origini di pratiche considerate primitive e incivili, e sul modo in cui l’imposizione delle culture dominanti abbia snaturato alcune di quelle consuetudini. -
Il domatore del jolly
Tra versi laici, eppure profondamente in contatto con il divino, tra accostamenti lessicali inediti e fortemente evocativi, Il domatore del jolly costituisce l’espressione lirica di un io che parla di sé e lo fa al femminile. Un io allo stesso tempo tormentato, compiaciuto, fragile, intriso di speranza e, soprattutto, consapevole.Raccolta squisitamente dinamica, che racconta con originalità l’esperienza umana di una brillante poetessa, e di una donna forte, in balia di una costante tensione ideologica e figurativa tra ciò che è umano e ciò che è divino; tra il male atavico ed il bene, quel bene che, solo, riesce a compensare le conseguenze spaventose del “negativo”. -
100
100 è un numero tondo, pieno, allegro e caloroso. 100 può essere un punto di arrivo, ma spesso anche di partenza, proprio come accade in questo caso, con questo libro. Una raccolta di creatività, la migliore, ma anche un carosello di amicizia, di speranza e solidarietà: il “Natale dei 100 Alberi d’autore”, realizzato dalla Associazione Sergio Valente, racconta, da anni, tutto questo. E da anni sostiene quel progetto di un futuro che, a volte, pare troppo lontano da raggiungere, anche solo con il pensiero.
Sergio ha deciso di farlo, di spingere con energia ed entusiasmo le persone che avevano, e che hanno, bisogno di un sostegno anche affettivo e possibilmente allegro, ma soprattutto di quel futuro. Per questo si è rivolto al “suo” mondo, quello della moda e del made in Italy, della bellezza e dello spettacolo, del cinema, della televisione, della cultura e del design con cui da oltre 50 anni intreccia, annoda, allunga, ritaglia, colora e illumina rapporti di lavoro e di amicizia. Sfogliando le pagine di “100” ve ne accorgerete: i grandi protagonisti che nel tempo hanno messo in gioco e a confronto la propria creatività sugli Alberi di Natale sono qui riuniti in un volume che “sa” di tante cose, soprattutto di crescita e di condivisone di un progetto. (dalla prefazione di Cinzia Malvini).
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I brindisi che ho in mente
Un’interessante panoramica di approccio storico del percorso e dei significati assunti dall’uso del brindare, funge da sfondo alla raccolta di brindisi elaborati dall’autore in relazione agli aspetti cruciali dell’esistenza umana. Il testo, attraverso una serie di interessanti e famose citazioni, si traduce in un invito alla rivisitazione del “brindisi moderno” attraverso il recupero dei valori classici.
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Cameriere, champagne!…
Il testo offre un originale scenario su episodi inediti, curiosità e contingenze che contribuiscono alla nascita di uno dei più grandi artisti del panorama internazionale che, con la sua canzone Champagne, ha lasciato tracce indelebili nella storia della grande musica italiana. Mimmo di Francia racconta, per la prima volta, la genesi della leggendaria canzone, l’elaborazione del testo condiviso con Depsa e Sergio Iodice, i successi ed i primati raggiunti dal brano, oltre a parlarci della sua fortunata carriera di songwriter. Dalle periodiche ed amichevoli “chiacchierate a due voci” con il giornalista e scrittore Michelangelo Iossa, sorseggiando un buon caffè e ammirando il panorama di una Napoli nobile ed ammaliatrice, nasce un libro/testimonianza che dimostra che, dietro un così notevole successo, c’è un uomo di grande spessore umano, prima che artistico. -
Omero, l’osso del mistero e i segreti di radio orecchio
Un libro che ha per protagonista Omero, un Ossetto curioso e appassionato di mistero. Insieme a lui l’amico GinoOcchio, Piedone e la deliziosa Costoletta. Omero e gli amici vivono ad Ossicelli, un paese un po’ bizzarro, dove si fabbricano gessi per ossa arrugginite e stampelle con super rotelle per le gare di Forza Rotella, ed è abitato da tanti Ossetti, molto simili fra loro e contraddistinti da colorati cappelli. Omero ascolta Radio Orecchio che, dalla fabbrica dei gessi, raccoglie e trasmette i bisbigli del paese e si adopera per risolvere i piccoli rebus di cui viene a conoscenza. Ma la Banda dei Mancini, guidata da Mancinello è sempre in agguato…Un modo giocoso per introdurre un argomento solitamente trattato in maniera scientifica o “da brividi”. Un “osso per amico” per avvicinare con simpatia e sensibilizzare i bambini, a partire dagli otto anni, e le famiglie su tematiche importanti per la nostra salute.
Nel libro la rubrica Salute in spalla: consigli semplici e mirati, per prendersi cura delle ossa sin da piccoli a cura dell’esperto. -
Cuore di drago
L’autrice, attraverso una serie di poesie di chiara impronta autobiografica, offre uno squarcio della “dimensione donna” facendosi portavoce del dolore e del vuoto che contraddistinguono tratti del percorso emotivo di ogni individuo. Eppure il flusso di pensieri, articolato in riflessioni apparentemente scollegate, si traduce in un inno alla vita che, a dispetto delle avversità e delle contingenze negative, riesce a regalare irripetibili emozioni attraverso la forza dell’amore, della fede e della consapevolezza. -
Storia di un meccanico ingegnere
Luigi Gorga, un ingegnere col sogno di diventare titolare di una grande officina meccanica, che invece si ritrova a lavorare per il sistema bancario italiano. Una vita professionale la sua, coincisa con un periodo particolare del sistema bancario del sud Italia. Dipendente dell’IMI per lungo tempo, assisterà alla fusione con l’Istituto San Paolo di Torino prima e all’acquisizione del Banco di Napoli poi. Attraverso foto, articoli di giornale, atti di convegni, biglietti personali e da visita viene ricostruita la sua storia e il suo percorso umano, ma soprattutto professionale.
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Gabriele D’Annunzio socialista
Letterato e politico: due figure spesso agli antipodi, che sembrano non trovare mai un punto d’incontro, ma che si fusero nella personalità eclettica di Gabriele d’Annunzio. Legato in vita alle idee della Destra, che traspaiono in maniera evidente nel suo fare poetico, soprattutto in seguito all’incontro con Nietzsche e alle teorie del Superuomo, ed associato da sempre al Fascismo, ebbe un percorso socialista. Per anni si è glissato sull’argomento, ma il prof. Antonio Alosco, grazie a documenti inediti, ci svelerà questa parentesi nella vita del Vate, che visse sempre con convinzione le sue idee e i suoi cambiamenti.
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Mater
Mario Ascione dedica a sua madre questa intensa raccolta di poesie; raccontando il dolore della perdita, ma anche l’incondizionato amore nel rapporto tra madre e figlio, la poesia diviene catarsi, sedativo per un’anima tormentata. Versi ricchi di coinvolgenti immagini di Fede e di delicati ricordi, dipingono un ritratto immortale di una madre che è fonte di vita e pura ispirazione per il poeta.
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Oltre il buio
La luce e l’ombra. Il giorno e la notte. Uno sguardo nell’animo e oltre l’orizzonte. Sono liriche dell’incomunicabilità che cercano una comunione di spirito, attraverso i suoni, uno sguardo, i colori.
Una voce senza eco, le cui parole si odono tumultuose nel cuore.
Il nulla, non come assenza o vacuità ma come un cammino sull’orlo dell’abisso, teso alla luce, alla speranza.
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28 lezioni per capire l’Europa
L’Europa, nonostante i suoi 500 milioni di abitanti, rappresenta una minoranza nel contesto internazionale, tenuto conto del blocco orientale che diventa sempre più forte. Per diventare cittadini consapevoli dell’Unione Europea bisogna conoscere la sua storia, il percorso intrapreso da popoli diversi per diventare, forse un giorno, un unico popolo. Ed è proprio quello che si prefigge questo testo, darci la possibilità di cogliere le opportunità dell’Europa e riuscire a comprendere le dinamiche dalle quali scaturirà il suo futuro.
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Traiettoria di una stella rissosa
Il saggio prende spunto dalla creatività di un genio precoce, diventato emblema della moderna visibilità mediatica, al fine di riflettere sui mutamenti del costume concomitanti all’avvento, alla crescita e all’evoluzione della stella rissosa rispondente al nome di Vittorio Sgarbi. Chi scrive su di lui si trova a dover rendere conto di casi limite, di litigi e insulti, ingiurie via etere e carta stampata, ricorsi in tribunale, condanne per diffamazione e appelli a prescrizioni ininfluenti, reiterazioni d’intemperanze anche fisiche in un tourbillon collerico cui diventa necessario applicare il medesimo filtro che si applica alla disciplina del wrestling.Studiando la parabola di questo astro dalle molte sfaccettature non si può trascurare la singolarità che ha reso Vittorio Sgarbi il campione di un genere di grande attualità nell’ambito della nuova frontiera televisiva, acutamente denominato da Pascal Schembri: tivùmachia. La tivùmachia è una forma di comunicazione catodica che si basa sulla distruzione della comunicazione e sui tentativi di ripristino della stessa da parte di un arbitro scientemente svogliato. Il saggio di Schembri ne sviscera i meccanismi con vivace acutezza e tratteggia un ritratto che sconfina talora nell’analisi antropologica della “società dello spettacolo”.Marco Ongaro -
Gallinelle e nodi
Il coraggio della rinuncia all’abitudine in vista di una propria identità; l’importanza di cogliere le sfumature della vita, rifiutando visioni nette e rigide; la forza di guardare avanti superando i contrasti interiori dettati da tale scelta e la critica alla superficialità di una realtà ossequiosa verso l’apparenza: questi sono solo alcuni dei temi affrontati dall’autrice nei propri versi e nei propri testi, attenta all’analisi della “dimensione donna”. Portavoce di chi ad un certo punto della vita si sorprende a fare i conti con il proprio passato, ma allo stesso tempo risolutiva in merito alla sofferenza o le paure, a volte paralizzanti, che contraddistinguono l’età matura, attraverso queste riflessioni offre uno squarcio della donna di oggi, dei suoi rimorsi e rimpianti e della voglia di affrontarli in maniera costruttiva.
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Novecento letterario molisano
L’intento di questo volume vuole essere soprattutto didattico; perciò è rivolto agli studenti affinché si accostino ad alcune significative esperienze da parte di letterati ed artisti molisani, la cui opera connota meglio temi ed aspetti della nostra identità regionale, attualmente seriamente minacciata dai duri colpi dell’omologazione e della globalizzazione.
Il Preside dell’ I.R.R.E. Molise
Prof. Andrea Calarco
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Desiderio di metafisica
Una terra meravigliosa, ricca e pericolosa, che, come Circe, ammalia ma fa soffrire, rendendo il poeta “prigioniero d’una triste favola che sa d’eterno”. Come sulla tela di un pittore vengono alla luce, pagina dopo pagina, “poesie d’eterno canto”.
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Un amore all’improvviso
Dietro un’immagine in bianco e nero si cela un vecchio fotografo che, come un moderno Cupido, custodisce un eterno messaggio: seguire sempre il cuore, non la ragione. Lucy non crede più nell’amore. Luca non lo cerca. Ma all’improvviso s’incontrano e s’innamorano. Ma l’Amore può essere fragile e insidioso.
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Un’eterna melodia
Uomo e artista straordinario, per il quale “la musica è linfa vitale”, Stelvio Cipriani ci ha emozionati con la sua musica che ha animato e sottolineato le scene di più di 300 film, da Anonimo Veneziano a Cristoforo Colombo, da Dedicato ad una stella a Pirahna-paura.Nella sua autobiografia il Maestro ci racconta la propria vita; il suo rapporto con la musica e il cinema; la prima volta in cui “le immagini si animavano con la mia musica”, in modo schietto e senza fronzoli, ma guidandoci nel magico mondo della musica. -
Dello stesso amore
E siccome questa vita
non dimenticherà
di donarti dolore,
perché neppure questa vita
ti ama e ti avrà amata
come io ti amo,
con le mani calde dell’estate
asciugherò il tempo
delle tue piogge amare. -
La lungara. Un fiume di piombo
Jean Paul Devera, archeologo e ricercatore francese, al ritorno da Malaucene si reca a Roma dall’amico e artista Fabio Sermoneta. La scena che si presenta ai suoi occhi è sconvolgente: Fabio ferito, la casa a soqquadro, una giovane donna assassinata in bagno… Tra personaggi oscuri, sette, antichi richiami, meditazioni e lunghe passeggiate, Jean Paul ci guida alla risoluzione di un delitto che è al contempo espressivo di una società clericale e laica ormai corrotta e guidata unicamente da interessi economici.
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Una goccia di fuoco
Scavarsi dentro, mettere a nudo la propria anima, vivere se stessi con le proprie fragilità è il percorso che avrebbe potuto e dovuto seguire Luca. È il percorso che, nonostante il dolore profondo, Chiara cerca di seguire, ma alcuni avvenimenti, anche se credi di averli metabolizzati, “ti segnano profondamente e lasciano inevitabilmente delle cicatrici profonde”.
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Carlo Emilio Gadda e il romanzo giallo
Un approccio sistematico (o asistematico) alla produzione di Carlo Emilio Gadda consente di evidenziare un atteggiamento letterario (o antiletterario) costante, che acquisterà, in diacronìa, uno spessore sempre più consapevole e rilevante: vivere la letteratura, le sue forme e funzioni, le sue difformità e disfunzioni, come un grande mercato di occasioni, da cogliere al volo, al momento, perché quello seguente è un altro tempo e potrebbe non essere baciato dal sorriso di quell’istante felice. Quest’ultimo è la creazione, che giunge imprevista, improvvisa, inattesa, inedita, certo preparata da letture e interpretazioni, da passioni e visioni, ma poi reinventata ex novo dal momento magico in cui la parola si fa scrittura. La metafora del mercato aiuta forse ad entrare nel laboratorio sperimentale di uno scrittore, che sembra fare della teoria bacthiniana del grottesco lo strumento avido e avventuroso di un approccio “diverso” alla letteratura, grazie all’abbassamento antropologico di quei materiali culturali che il teorico del Carnevale europeo invocava come sostanza ineludibile di creazione artistica alternativa.
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Alterego
Marco, affermato scrittore, è abituato a comporre senza sosta, ad osservare i personaggi che si muovono nella sua mente come in un film. Ma il successo, trovandolo impreparato, lo ha travolto. I soldi, la notorietà, le belle donne… tutto è svanito. Rinchiusosi in se stesso, con la sola compagnia delle sigarette e dei sonniferi, trascorre giorni tutti uguali, desiderando “di mettere indietro le lancette del tempo, e agire in un altro modo”. Grazie all’aiuto di Tony e della sua assistente Madda, potrà uscire dall’angolino nel quale si era rifugiato a pugni chiusi ed aiutare persone in qualche modo sconfitte come lui, riappropriandosi della propria vita. Ma scoprirà che “in fondo, il lieto fine è solo una questione di punti di vista”.
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Sono figlio di Oscar Wilde
Biagio Arixi pubblico e privato. Ci apre le porte della sua vita privata e professionale e attraverso ricordi, pensieri, parole e immagini scopriamo la doppia anima del “poeta mondano”, proiettato nel futuro ma pur sempre legato a quella terra lontana e misteriosa che è la sua Sardegna. Biagio scarlatto e peccaminoso, sensibile e casto, innamorato delle lettere, della vita, dell’amore, in continua tensione tra frenesia e intimismo.
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Teodora e Giustiniano
Giustiniano e Teodora, una prostituta e un bifolco che per caso si trovano a reggere il più grande impero del mondo; due che non dimenticarono la tristezza della loro infanzia; due che vissero la più bella storia d’amore.
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Scivolare via come il vento
Una rapina, una pistola puntata al petto per uno scooter e la vita di Claudio, giovane napoletano con tanti sogni ancora da realizzare, sembra valere davvero poco. Tanti ricordi, tanti pensieri scorrono velocemente nella sua mente: l’agognato viaggio a New York; un nuovo lavoro alla radio; un nuovo amore; il ritorno a casa. Ma è mai partito davvero?
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Crisalide – Il volo della vita
Crisalide, il volo della vita, quello dovrebbe essere l’apice di vita per una farfalla. Le farfalle, secondo me, assomigliano un po’ alla vita, racchiudono in sé il simbolo della “perfezione imperfetta”. Sono bellissime con i loro colori, delicate nei movimenti e libere di volare ovunque. Spesso la superficialità delle cose nasconde però verità ben diverse. L’impegno e la forza della loro trasformazione per raggiungere il loro splendore completo di farfalla, le porta in breve tempo alla loro fine. In particolare la farfalla monarca è il più incredibile simbolo del cammino interiore e della vita, quasi magica, l’anima di un sogno reale.
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Sergio Campailla
Una raccolta di Romanzi, Racconti e Saggi critici con un unico tema predominante: la Sicilia coi suoi colori e profumi irresistibili che lasciano un ricordo di loro indelebile nella memoria del cuore.
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Ignazio Gaudiosi Poeta mediterraneo
Ci troviamo di fronte ad una poesia complessa, quando leggiamo le liriche di Ignazio Gaudiosi, una poesia che si fonda, sì, sul sentimento del vivere, ma va alla continua ricerca della parola e della locuzione, che possano meglio infrangere il muro del significato. Un tormento, questo, che da sempre accompagna la sua vasta e variegata produzione poetica, che fin dagli esordi si è presentata come una costante creazione lessicale, sfrondata dalle regole più rigide, ma rispettosa delle regole fondamentali della lingua italiana. Un lavorio incessante, un limare e ritoccare, che punta alla perfezione, ma senza meticolosità, libero nel coniare termini assiomatici, onomatopeici, o semplicemente neologismi, con lo scopo precipuo di dare voce alla miriade di emozioni che si muovono nel complesso sentire lirico del poeta. Sentire difficile, certo, ché si muove insieme alla riflessione sul vissuto, al fine di dare un significato ad ogni singolo evento, a collegarlo agli altri, affinché la vita non si dipani come una serie inspiegabile di fatti, bensì come un continuo svolgersi, che ha un fine e una giustificazione. L’uso frequente della metafora, la creazione di ampie immagini, che vanno assumendo sovente i contorni dell’allegoria, l’originale utilizzo del lessico, tutto concorre ad una poetica raffinata ed intensa, e ad una lirica nuova, affascinante e scabra, decisamente suggestiva, se pure adatta ad un pubblico preparato a comprenderla.
L’opera di Ignazio Gaudiosi è stata recensita moltissimo: di lui si sono occupati illustri critici e articoli sono apparsi su numerosissime riviste culturali. Difficile, pertanto, scegliere stralci di brani critici e recensioni, cosicché ci limiteremo a trarre dal testo di Francesco D’Episcopo “Ignazio Gaudiosi poeta mediterraneo”alcuni passi significativi.
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Danza?
Grande determinazione e volontà ferrea sono necessarie per chi, come Elisabetta Testa, ha deciso di dedicare la propria vita alla danza. Un’arte che l’accompagna da sempre e che ha vissuto sul palcoscenico e dietro le quinte, condividendo momenti emozionanti con Carla Fracci, Rudolf Nureyev, Mikhail Baryshnikov. Ma che cos’è la danza? A questa domanda nessuno può rispondere meglio di coloro che ne hanno fatto la propria ragione di vita.
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Elvira la modella di Modigliani
Montmartre con i grand-cafè, la sagoma del Moulin Rouge e le coppie che si baciano in libertà accolgono Elvira, fuggita da una vita di stenti e scandalosa che le avrebbe reso impossibile rimanere a Marsiglia. Giunta a Parigi diventerà il simbolo femminile di una stagione provocatoria, creativa e pulsante: l’avanguardia. Con i suoi occhi, “di un marrone impastato col nero, brillanti, espressivi, provocanti”, riuscirà ad imbarazzare Amedeo Modigliani, italiano eccentrico e raffinato, irrequieto, squattrinato e grande seduttore. Elvira, “pronta all’avventura, assetata di conoscere, amante della vita senza pudori, gioiosa anche nell’avversità”, diventerà la sua musa, la sua modella e la compagna, condividendo il senso più profondo di un’aspirazione libertaria. Nel marzo 1917 Modigliani vivrà una nuova primavera artistica con quadri dalle tonalità più dolci e una diversa luce che illuminerà i nudi di Jeanne, sua nuova compagna; ma il legame tra Elvira ed Amedeo non si spezzerà mai: “Impossibile lasciare la mia musa, ci cercheremo sempre”. E poco prima di morire, l’artista la ritrarrà ormai matura, ma con un’espressione infantile, in uno dei suoi nudi più casti: “Un omaggio d’amore alla sua Elvira che sfociava dal profondo dell’anima”.
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Dal dentista senza dolore
Sulla scia del fortunatissimo Il piacere di sorridere (Babook edizioni, 2003), Elio Bava mette a disposizione, ancora una volta, la sua esperienza scientifica soddisfacendo ulteriormente la curiosità dei lettori. L’autore ci invita a sorridere mostrandoci i mezzi con cui poterci riuscire, abbattendo, in primis, la barriera della paura e offrendoci un contributo innovativo sulla microinvasività applicata all’odontoiatria, vale a dire risolvere con il minor danno. Ci offre spiegazioni chiare e semplici, con un linguaggio sempre efficace.
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Mal d’amore
Carlo, protagonista del primo racconto, uomo alla soglia della maturità, narra in prima persona la sua storia, appassionante, ironica, intelligente, amara. In poco spazio riempie il cuore non solo d’inchiostro; metafora e non, il mal d’amore è la scenografia della sua vita, e nel comprenderlo sta la tristezza dell’essere…
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Carducciana
Che cosa ha da dire, di nuovo, al giorno d’oggi, la voce d’un poeta come Giosuè Carducci, espressione di quella fervida umanità che l’Ottocento riconobbe come tratto essenziale delle eterne leggi della natura?
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Non ho mai smesso di farlo
Nel pieno di una crisi esistenziale e svuotato da intense esperienze sentimentali, Luca scopre di avere un male incurabile. Una nuova vita avrà inizio quando gli sarà chiesto di donare il suo midollo a una ragazza gravemente malata di leucemia. Il ritorno nella sua Salerno sarà l’occasione per riconsiderare tutta la sua esistenza e per abbandonarsi ad una tormentata relazione con una donna matura e già segnata dalla vita…
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3 passi nel giardino del pensiero
3 Passi nel giardino del pensiero, antologia di filosofia per bambini, è il nuovo strumento didattico che Olimpia Ammendola affianca a Il cielo stellato sopra di me, indispensabile per avvicinare bambini e ragazzi allo studio della filosofia. L’autrice li accompagna in un viaggio tra i grandi quesiti filosofici, spingendoli alla riflessione su temi quali l’esistenza del male, la giustizia, l’amicizia, attraverso numerosi esempi, colori ed esercizi, rendendo semplice la comprensione dei concetti più profondi.
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Vurria
Ho iniziato per gioco perché è con gli occhi dei bambini che amo guardare il mondo. Ed è così, per gioco, che è cominciata la mia avventura. Un viaggio avvincente che ho affrontato per dare voce a quella parte di me che ho sempre custodito gelosamente e che provo adesso a raccontare a chi ascolta. A volte bisogna alzare un po’ la voce per risvegliare animi e passioni. Desidero parlare soprattutto ai giovani, perché possano imparare che senza memoria non c’è futuro e che, in fondo, è nella semplicità delle cose che si ritrova la vera essenza della vita e la forza per renderla migliore.
L’autrice
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Critici e miti del novecento
I saggi, qui raccolti, si propongono di verificare il rapporto privileggiato che autorevoli critici accademici del Novecento hanno instaurato con archetipi e personaggi della nostra tradizione letteraria. L’obbiettivo e il risultato è duplice: illuminare il soggetto, preso in esame dal critico, ma, anche, attraverso l’affondo euristico, ricomporre e rilanciare i motivi conduttori della metodologia del critico stesso, che nell’archetipo e nel personaggio si è intensamente riflesso. I particolari parallelismi, messi qui in luce, si proiettano all’interno di un panorama della critica letteraria novecentesca, che attende di essere rivisitata sulla base di un esperienza situazionale oltre che di un ideologia o metodologia preterintenzionale, anche se quest’ultima si è, talvolta, mostrata capace di condizionare e determinare le scelte della critica.
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Il riflesso di un arcobaleno sulla Colombaia: Luigi Patalano
Una semplice “scatola di cartone” può custodire un tesoro: appunti, vecchi giornali, manoscritti, bozze di discorsi, articoli, lettere. Ed è proprio attraverso una scatola che Luigi Patalano — poeta-giornalista e politico di formazione democratico-repubblicana — preserva e tramanda alle generazioni future il proprio pensiero e i suoi valori. Facendo propria la massima del maestro Bovio, “l’utopia di oggi rappresenta la realtà di domani”, Patalano dedica la propria esistenza alla realizzazione della sua utopia ischitana, volta alla realizzazione di una società pacifica dove la cultura domina e regola l’agire umano, rendendo così Ischia simile all’isola-regno descritta da Thomas More. Ponendo a servizio di tutti il suo impegno giornalistico, culturale e politico, il Patalano, il “venerando amico di tutti, il saggio consigliere di tutti, il gentiluomo per istinto e per tradizione di casato”, come un “arcobaleno”, ha vegliato per circa un secolo su Forio, soprattutto nei momenti più difficili, tanto da costituire una “guida speciale” per la popolazione…
Ma oltre a questa scatola, alle generazioni future ha lasciato anche un simbolo, un monumento per la civiltà: la Torre della “Colombaia”, arroccata sulle rocce trilitiche del promontorio brunito di Zaro. Una torre bianca che con un inconfondibile stile neogotico, alla pari della Statua della Libertà, rappresenta la “fiaccola della democrazia” volta ad illuminare i popoli lungo il sentiero del rispetto comune.
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BALLA ITALIA 150 buoni motivi per ballare italiano da Trieste in giù
150 anni di Italia. In piena crisi, bisogna più che mai celebrare. C’è tempo ancora fino al 17 marzo. Ma come festeggiare ancora?
Va bene la ricostruzione storica, perfette le Frecce Tricolori, ok le ricognizioni a Teano, le sfilate in costume garibaldino, le maratone televisive, i saggi, le nuove enciclopedie.
Ma che Festa d’Italia sarebbe senza un po’ di musica?
Perchè, a pensarci bene, dopo la Nazionale di Calcio, a unire il Belpaese c’è soprattutto la musica.
Si dirà: Verdi, Puccini, Caruso… E Mina dove la mettiamo? E Sanremo?
Per ricordare 150 anni d’Italia nel blu dipinto di blu ecco allora Balla Italia, un libro che è anzitutto una compilation, un party book perché l’Italia sia desta, bella e balli la tarantella.
In ordine alfabetico e senza soluzione di continuità, un flash (dance) di 150 canzoni azzurrissime, un po’ di “lenti” e molti “svelti” che, dall’Ottocento a oggi, sono ancora e per sempre capaci di tenere in piedi il Paese. Almeno per danzar!
Da Arbore a Celentano, da Volare a Fabri Fibra, da Ligabue a Raffaella Carrà, da Carosone a Peppino di Capri, dal Quartetto Cetra alle Kessler, da Vasco Rossi a Battisti, Battiato, Bertè…
Autori, interpreti, curiosità, collocazione e indicazioni d’uso e… inciuci più o meno attendibili.
Al mixer Ciro Cacciola, giornalista sui generis, che da anni gira i dischi, suoi, della mamma, del bisnonno e dei nipoti, impazzando nei più affollati party napoletani (e non solo) con lo pseudonimo di DJ Cerchietto.
In scaletta, 150 (e più) successi italiani tutti sperimentati sul campo – il dancefloor aka la pista ballo! – con un unico, imprescindibile comun denominatore: l’allegria.
Viva l’Italia, dunque. La Bella Italia. Ergo, signore e signori: Balla Italia!
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Semantica della nutrizione
Questo libro è un denso scrigno di informazioni distillate da concrete e testate ricerche biochimiche e psicologiche; un percorso inquietante e liberatorio, inoltrato negli occultati meandri del significato della nutrizione, ove si radicano le essenze antropologiche che generano l’estetica fisica e le risposte organiche.
Stefania Miccio
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L’ignorante è schiavo – Ideologia
Un prezioso saggio di Economia Sociale, Aziendale, Sanitaria che giunge a soluzioni eccezionalmente precorritrici in materia di Cooperazione Internazionale allo sviluppo del Terzo Mondo. L’autore attraversa il suo intenso percorso di vita, la passione per la musica e per la cultura in genere: i suoi amarcord lo vedono insieme a James Senese, insieme al gruppo musicale de “I 4 Con” o vincitore della 19° tappa de “Il Cantagiro” (1964), senza dimenticare il suo maestro Gaetano Patrone che, per primo, gli insegnò quanto l’ignoranza rende schiavi. Dunque, dagli esordi come musicista ai ruoli importanti ricoperti, come Direttore del Personale, Organizzazione e Relazioni Industriali, e come Manager di primo piano nel settore Sanità. Il libro di Francesco Testa invita a ragionare sulla necessità per cui ogni valido Dirigente deve essere innanzitutto un uomo dotato di cultura e dedizione umana e professionale.
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La mia vendetta è l’amore
Giorgia e Sandro si incontrano, si conoscono e s’innamorano. Entrambi studiano Giurisprudenza a Napoli e vengono dall’isola di Ischia. Il loro amore, come tanti, cresce di giorno in giorno, tanto che nell’aria si respira già il profumo di un imminente primavera. A volte, però, anche il più odoroso bocciolo di fior d’arancio, se sorpreso da un inaspettata gelata, può essere distrutto…
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Preferisco il teatro
Il tragico e il comico della vita di ogni giorno rappresentati in quattro pièce teatrali. Le storie si snodano con un ritmo incalzante e denso di colpi di scena. Non raccontano favole, ma mirano ad evidenziare, senza artificio e retorica, gli indiscussi ed eterni valori della vita, in un clima gaio e trasparente dove anche la fantasia ha motivo di esistere. È comunque sempre la vita che parla, insegna ed entra nel teatro per essere restituita al pubblico carica di ironia e di nuove emozioni. Le commedie mettono in risalto “la parte buona della vita”, ma anche l’ombra che, inevitabilmente, la accompagna. Ed ecco che la finzione teatrale perde i suoi impalpabili contorni per tradursi, ancora una volta, nella realtà che ci appartiene con i suoi mille colori e le numerose strade da percorrere. Nel buio della sala, ogni spettatore si riconosce in un volto, in una voce e la finzione diventa realtà, arricchita di nuova luce.
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Duecento e più anni
A partire dal 1799, anno di nascita di Mosè, si dipana – con lucidità e a volte commozione– la storia dei Bemporad, una famiglia di ebrei giunti in Italia, forse in seguito all’editto del 1492 con cui furono espulsi dalla Spagna i sudditi che rifiutavano di convertirsi al Cristianesimo. Michelangelo, nipote di Mosè, da Pitigliano si trasferisce a Gradoli e si innamora di una ragazza di buona famiglia, ma cattolica. Un matrimonio misto a quei tempi non era visto di buon occhio, ma alla luce delle leggi razziali si dimostrerà di vitale importanza. Alla morte del padre Flaminio entra nel collegio cattolico di Santa Maria a Roma ed è costretto a convertirsi al Cristianesimo. La città eterna trasforma il ragazzo in un vero gagà, ma il prosciugamento del patrimonio dei Bemporad distrugge ogni suo sogno di gioventù e impone a Flaminio di lasciare Roma e gli studi. Si trasferisce allora a Montefiascone dove si sposa, tuttavia la morte della moglie e poco dopo della figlia neonata gli infliggono un altro duro colpo. Flaminio sente la necessità di allontanarsi da quei luoghi resi esecrabili dalla sofferenza e di ritornare nel luogo dei suoi anni più felici: Roma. L’atmosfera stimolante della capitale lo riporta alla vita e gli dona, ancora una volta, l’amore; il fascismo e la guerra, però, tarpano le ali a lui e a un’intera generazione di italiani. Dopotutto la vita è così, un continuo mutare della fortuna, eppure di padre in figlio la storia di una famiglia scorre, irrefrenabile, attraverso le difficoltà del presente verso i sogni dell’avvenire. -
‘A vennégna
Pascoli ce lo insegna: esiste in ognuno di noi un fanciullino che, finchè siamo in tenera età, si esprime mediante il nostro corpo, così che si sente un solo palpito, un solo strillare, un solo guaire. Ma dopo il sopravvento della maturità, mentre noi ingrossiamo la voce e volgiamo l’anima verso nuovi interessi, il fanciullino non cresce e continua a far sentire la sua voce ingenua e primigenia, il suo “tinnulo squillo”, suggerendoci quelle emozioni e sensazioni che solo un bimbo può vivere.
Da Prefazione
di Marco di Mauro
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Cronaca di un assurdo normale
Un giorno qualunque il regista Stefano Calvagna, vittima di un tentato omicidio, è arrestato e tradotto in carcere. È l’inizio di un incubo attraverso il quale gli si spalancano le porte di un inferno, tanto lontano dalla propria immaginazione quanto concreto e scioccante. Stefano, in prima persona, dà voce alla sensazione di sradicamento, che è costretto a subire lontano dalla propria famiglia e dal proprio mondo…
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Philogelos – Cuorcontento (con testo greco a fronte)
Il riso fa buon sangue: lo convalida anche la ricerca scientifica. La “gelotologia”, la neonata disciplina che studia l’utilizzazione del sorriso in funzione terapeutica, sta tentando la scalata al mondo accademico e va imponendo la “geloterapia” (o “risoterapia”); e tanti ospedali, non solo pediatrici, aprono le porte al clown dottore. Eppure non pochi filosofi e religiosi hanno voluto relegare il riso in spazi assai ristretti, se non addirittura metterlo al bando. Fortunatamente l’attrattiva della battuta di spirito è irresistibile e travolgente. Così in ogni tempo e in ogni civiltà attori, scrittori e poeti, oratori, predicatori e politici, sono ricorsi all’umorismo. Il mondo antico greco-romano non ha fatto eccezione; anzi, in quel mondo in cui tanti professionisti dell’humour, buffoni e parassiti, si procuravano da vivere elargendo battute di spirito, ci fu perfino chi volle comporne sistematiche raccolte. Il Philogelos (“L’amante del riso”, “Cuorcontento”) è l’unica raccolta di barzellette e storielle del mondo classico giunta fino a noi: ne comprende circa 265, molte delle quali abbastanza gustose. Vale la pena dargli un’occhiata, anzi varie occhiate: nessuna raccolta di barzellette va letta d’un fiato, tutta di seguito.
La traduzione presenta anche l’originale testo greco a fronte.
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Ischra
Snello, pratico manuale di introduzione ad una scienza di ampio respiro e di innegabile interesse culturale e sociale: la genealogia. Rivolto a chiunque desideri cimentarsi in un lavoro contemporaneamente di ricerca attiva ed a contatto diretto con tradizioni e radici, il saggio si articola in una parte strettamente trattatistica sulla storia della genealogia attraverso i secoli ed, in aggiunta, un’appendice ampia ed esemplare che più approfonditamente illustra il modus operandi del genealogista.Superando tecnicismi e settorialismi, un volume che promuove valori, quello della tradizione e della ricerca di sé attraverso l’altrui vissuto, essenziali e sicuramente familiari a qualsiasi lettore. -
Io pedalo solo
Il tredicenne Ronny, animato da un forte desiderio di evasione e di avventura, corre veloce sulla sua bici multiaccessoriata, lasciandosi alle spalle i problemi dei genitori e i loro continui litigi. Il percorso, cominciato come fuga da una realtà ostile – grazie all’incontro con personaggi fervidi di umanità e solidarietà – si trasforma in un viaggio iniziatico, che assume il valore di esperienza salvifica, da cui traspare una lezione morale e concreta per il lettore.
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Piovono barattoli dal cielo
Un album di delicati ricordi attraverso luoghi, profumi e parole tessuti in una trama che trascina con sé i frammenti della biografia di Pietra, forte e appassionata, intimamente legata alle sue origini. Figlia di una Sicilia povera e stremata, emigra in Belgio con la sua famiglia, poi in Inghilterra con il suo amore: due lunghi viaggi che la allontanano dalla sua amata isola, ma al contempo l’avvicinano a una esistenza migliore, costruita giorno dopo giorno con fatiche e rinunce, opportunità e soddisfazioni. La storia di una donna moderna, intrisa di incontri e struggenti addii, che vede il suo epilogo nel ritorno alla madre Sicilia. Le tracce della memoria, come barattoli piovuti dal cielo, danno a Pietra il coraggio di lottare senza sosta per i suoi sogni. Il racconto di una vita intensa, declinata attraverso la complessa realtà del mondo e dei suoi conflitti, da cui, come un’isola in mezzo al mare, Pietra emerge dalle acque in tutta la sua bellezza. -
Monotremi
H. 18:45 Milano Centrale – Un treno viaggia nel cuore dell’Italia, attraverso le profondità dell’anima, per svelare la natura vera dei rapporti umani. Sistemati i bagagli, osservati i compagni di viaggio, il viaggiatore riflette – e si perde – sui sentimenti più vitali: amore, odio, amicizia, sesso, affetto. Esiste una definizione per ogni cosa? È possibile inserire tutto in una categoria? Quando furono “scoperti” gli ornitorinchi – animali con il becco che depongono uova e allattano i cuccioli – fu necessario coniare un nuovo ordine: Monotremi. Viaggiando – dopo una sosta alla carrozza ristorante, passato il buio delle gallerie – si scopre che monotremi sono anche alcuni rapporti: indefinibili eppure reali quanto necessari – H. 23:35 Napoli Centrale
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La morte ha bussato alla mia porta
“Una fragile dama di cristallo, ma con l’anima d’acciaio”. Ecco la descrizione di una donna che, improvvisamente, si ritrova ad affrontare la paura più grande che possa spaventare un essere umano: la morte. Una data, il 10 giugno 2008, fa da spartiacque tra il prima e il dopo. Basta una sola parola – cancro – e in un unico attimo tutto non è più come prima. Un viaggio interiore alla scoperta dell’Io più profondo, un disperato tentativo di attaccamento alla vita di una donna che decide di combattere per sfuggire a una profonda angoscia e alla sensazione di essere sospesa tra la vita e la morte. Non sempre la disperazione spalanca le porte di un abisso. A volte, proprio essa – se ispirata dalla volontà – si trasforma nella più potente risorsa dell’Io. -
Adattiamoci!
Adattiamoci! non è un’autobiografia in senso proprio di Anna Mazzamauro, anche se lei stessa ne è autrice; né si può definire biografia, seppure si parli della sua vita. In realtà Adattiamoci! offre al lettore molte più sfumature delle caratteristiche e delle qualità di un’attrice, in quanto “è più facile raccontare la propria storia come se fosse una serie di memorie altrui”, nella quale si affidano “il dolore o il godimento a personaggi che li hanno già vissuti”. Attraverso tre pièce teatrali ideate dalla Mazzamauro si scoprono – e si godono – tre personaggi unici e straordinari: “Anna Magnani”, “la Silvani” e “un Pazzo”, protagonista di un racconto di Gogol, “ma con una mutazione che soltanto la mia storia ha provocato”. I buoni attori sono capaci di adattarsi ai personaggi che interpretano, ma solo pochi riescono ad adattare i personaggi alla propria vita. -
Sqpr [Escupir]
Un venerdì mattina come tanti altri. Napoli è paralizzata dal traffico caotico, Marte Corona, il tipico trentenne solitario e insoddisfatto, attraversa la città affrontando con rassegnazione gli ostacoli del percorso stradale. Appena arriva all’azienda di famiglia, però, si rende conto che quella giornata sarà diversa da tutte le altre: i suoi fratelli gli confessano di aver subìto il ricatto dell’estorsione. È l’inizio di un interminabile finesettimana, in cui la vita mostra la sua faccia più tagliente «e chi desidera emergere finisce per galleggiare come uno sputo tra le onde»…
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La mia generazione dalla A alla Z
Ogni generazione si caratterizza in un modo diverso e di regola gli adulti, che appartengono alle generazioni passate, non fanno che decretare la smodatezza dei ragazzi: “i giovani d’oggi non hanno più ideali”, “non esistono più le buone maniere” e così via … ma quando è un giovane a passare al vetriolo i suoi coetanei, e se poi questo è anche un comico di talento, il discorso cambia. Il punto di osservazione si sposta da fuori a dentro e da qui si scopre che non emerge un elemento unitario che rappresenti i ragazzi di oggi…
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Il cielo stellato sopra di me
Il cielo stellato sopra di me è un indispensabile strumento didattico per avvicinare bambini e ragazzi, tra gli 8 e i 12 anni, alla storia della filosofia. Tale approccio, per quanto semplificato, non risulta però banale. Attraverso numerosi esempi, colori ed esercizi, l’autrice conduce per mano i suoi giovani lettori alla scoperta del mondo dei più grandi filosofi di tutti i tempi.
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Di nobili speranze
A oltre quindici anni dall’inizio della sua esperienza da sindaco di Aversa Lello Ferrara, nella forma del libro-intervista, offre una interpretazione di quel periodo alla luce dei fatti accaduti fino a oggi. Il punto di partenza della riflessione è Aversa, una periferia meridionale, ma sin da subito è chiaro che l’oggetto dell’analisi si estende al tempo della Campania e dell’Italia post-Tangentopoli. Il quinquennio 1993-1998, tempo dell’esperienza comunale di Ferrara, avrebbe realmente potuto attuare e soprattutto stabilizzare a livello nazionale l’auspicato processo di rinnovamento della classe dirigente e della politica, ma tale tentativo – che pure era nell’aria – fallisce. Di fatto la crisi del nostro tempo non riguarda solo una periferia meridionale, ma estende il proprio dominio negativo al Paese intero e si spinge ancora più oltre, fino a svelare la crisi della stessa democrazia. Di nobili speranze è il suo primo libro. -
Piatto freddo
Da questo momento le donne potranno avvalersi di Piatto Freddo quale prezioso alleato per “difendersi” – è ovvio che le donne non attaccano mai, ma si difendono solo – dagli amati-odiati uomini e il confine tra odio e amore è labile. La vendetta, si sa, è un piatto da gustare freddo, ma attenzione anche gli uomini potranno fruire di queste “confidenze tra donne” per imparare a riconoscere le diaboliche trame ordite – a loro discapito – dal “gentil sesso”. Il diavolo è femmina!
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Corrente alternata
La corrente alternata è il metodo comunemente usato nelle case per la trasmissione dell’energia elettrica. È l’energia caratterizzata dal susseguirsi arbitrario di alti e bassi, positivo e negativo, destra e sinistra, 1 e 0. È la ruota della felicità e della sofferenza, fortuna e sfortuna, gloria e umiliazione…
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Ho scelto te
Una sera d’estate Roberta, Alessia e Martina si scatenano in discoteca. Tra sguardi rubati, sorrisi ammiccanti e risate innocenti, Roberta incontra Davide. Tra i due ragazzi si accende, da subito, una scintilla. L’esame di maturità è alle porte, Roberta s’impegna per realizzare il suo sogno di diventare una ballerina, Davide ha un’altra, ma la vita non concede nessuna pausa: si deve scegliere… senza esitazioni. La forza di una complicità esplosiva riuscirà a vincere la stabilità di un rapporto profondo? Da tante generazioni i ragazzi vanno alla ricerca dell’Amore con la A maiuscola, le modalità delle loro scelte cambiano con i tempi, ma alla base rimane sempre la voglia di dire: ho scelto te!
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L’amore sospeso
Gioventù incatenata. Dall’amore, dagli ideali politici, dalla voglia di rinnovamento, da nuova musica da versare nelle vene per giungere dritta al cuore. Dalla nostalgia, l’erba del ricordo. Zara lo sa bene. Lei, che a dispetto dei suoi vent’anni, conosce il potere della stregoneria, del maledetto specchio di Vincent, delle lacrime di Giuda. Intorno a lei, i suoi coetanei scoprono quanto può far male l’amore…
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Per fare un uomo
Giulia, affascinata dai racconti di suo nonno Alfonso, decide di ripercorrere insieme a lui le tappe più importanti della sua vita. Sulle orme dei luoghi della giovinezza di Alfonso, sulla scia dei ricordi, la ragazza scopre quanto la vita di uomo – per lei molto speciale, ma “comune” su un piano assoluto – faccia invece parte della Storia. Una scrittura estremamente serena mette a confronto due generazioni, separate non solo dagli anni, ma dall’efferatezza della Seconda Guerra Mondiale, e rivendica, con dolce fermezza, lo straordinario valore della memoria.
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Due Berline Nere
“Due automobili nere percorrono l’autostrada dirette verso nord. Sono due berline di grossa cilindrata, con i vetri oscurati e dotate di targhe contraffatte”. Così inizia una lunga giornata in cui i destini di personaggi differenti si scontrano in un crescendo di vessazioni e di violenza. Un romanzo breve e dalla struttura perfettamente circolare, attraverso la quale l’autore gioca abilmente con il tema dell’esercizio dell’autorità e con la paradossale inversione dei ruoli. Uno stile narrativo ricco, compatto ed incalzante per una storia che si tinge di toni noir e non lascia presagire alcuna via d’uscita.
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Volevo dirti che ti amo
Luca è un ragazzo giovane e pieno di vita. Incontra Checca appena diciassettenne e da quel giorno crescono insieme a Salerno, amandosi alla follia. Ma il loro amore si spezza. La vita divide le loro strade. Luca lascia l’Italia e si trasferisce a Miami, Checca decide di studiare a Roma. Dopo due anni, però, Luca torna in Italia per il matrimonio del suo vecchio amico Alex e si stabilisce a Milano, dove torna a pensare a Checca, anche se ad animare i suoi giorni ci sono altre donne. I due ragazzi si incontrano ancora una volta dopo tanto tempo di silenzio. Una composizione di scene piccanti, bollenti, in cui chi vince non è sempre l’amore. Una storia che segna il confine tra amore e sentimento, dove il tradimento è il compagno di sempre. Un sogno che non può finire, una storia già scritta da qualche altra parte. Tutto questo sono solo cinque semplici parole: volevo dirti che ti amo.
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Napoletani si nasce…o quasi
…nella mia cucina voglio ‘a cappa infiltrante e ‘o piano antiscippo! …se potete lasciatemi un lampionario o almeno un depilante per mia moglie! …Adamo disse: “me-la dai?” …Eva capì: “dai la me-la!” …la donna primitiva: “scopri il fuoco e… corri a spegnerlo!”, nacque così l? Homo Erectus! …papà mi diceva: “vide addò miette ‘e piere!”, ed io: “anche se esco con una stronza non è detto che debba calpestarla!!!”…lei: “eri un maialino e adesso sei un porco!”, lui: “anche tu eri una bella topina…” …ma chi l’ha detto c’a’ munezza è fuorilegge!? Semmai è ‘a legge che è n’a’ munnezza!!!
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Del comunicare e dell’informare
Un libro non semplice, ma allo stesso tempo didascalico. Scritto con un linguaggio tecnico e accademico. Quello compiuto dall’autore è un esercizio culturale difficile per spiegare la distinzione tra comunicazione e informazione. E, di conseguenza, quale sia la differenziazione di ruolo tra i comunicatori e i giornalisti. Il tutto è arricchito da dotte citazioni di esperti e studiosi. Nel volume è denunciata anche la vera e propria “ignoranza” di tanti amministratori pubblici e altrettanti alti dirigenti delle burocrazie pubbliche in materia, spesso impegnati nella costruzione di fantomatici ed onnicomprensivi uffici di comunicazione, peraltro non previsti dalle norme, a cui tutto è demandato nella più totale confusione. Il lavoro dell’autore serve a prendere atto anche che la legge 150 del 2000 non è riuscita a sciogliere i nodi, a chiarire gli ambiti e le competenze,a far riconoscere e valorizzare – come era nei suoi obiettivi – le professionalità che pure ci sono, e non poche, negli ambiti della Pubblica Amministrazione.
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Napoli posti e personaggi
L’itinerario, che la Cacòpardo propone, si sviluppa lungo vicoli e piazze, chiese e palazzi, che hanno visto e vissuto la forza della cronaca rispetto alla fragilità di una storia, non sempre probabile e possibile. Il frinire dei mercati, i pianti dei bambini “esposti” alla vita, fanno da controcanto al silenzio dell’amore, della morte, dei misteri appunto, in ampi e austeri palazzi e chiese.Poi intervengono i personaggi a sancire il patto di alleanza tra vita e scrittura, tutti presi dalla voglia di lasciare un segno personale del proprio passaggio in una città che rifiuta, per natura, l’assenza e l’anonimato. I nomi sono tutti significativi e degni di particolare attenzione e amore, soprattutto per la capacità di coniugare cultura e natura, impegno intellettuale e antropologia del quotidiano con una carica indipendente e irregolare.
(Dalla Prefazione di Francesco D’Episcopo) -
Nisida: natura, arte, valori
“Nisida natura, arte e valori”, nasce dalla collaborazione tra la direzione dell’Istituto penale per minorenni di Nisida e la Nuova Accademia Ercolanense, con la collaborazione della Fondazione Banco di Napoli per l’assistenza all’infanzia. Il progetto di allestire una mostra permanente d’arte risponde al bisogno di predisporre percorsi di reintegrazione sociale, attraverso un costante rapporto tra i ragazzi detenuti e la società civile, oltre che alla imprescindibile necessità di allacciare un dialogo con i minori deviati.
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Una piccola donna fra due millenni (1916-200?)
Alle soglie dei 90 anni, più che fieramente portati, Marcella De Marchis Rossellini ripercorre, con i toni del ricordo, della favola e del diario, la sua vicenda di vita: dall’incontro con Roberto Rossellini ai rapporti con i più celebri nomi del cinema italiano e straniero, attraversando i momenti storici più significativi vissuti durante un’esistenza così lunga, ricca e soprattutto intensa. I frammenti del racconto dell’autrice scorrono come fotogrammi di un film avvincente: leggendo, è come assistere ad una sequenza di scene delle quali il lettore riesce a percepire gli odori, a vedere i colori, a carpire sinanche le sensazioni. In una forma sempre diretta, schietta, che anche nella rievocazione non accetta la facile lusinga della retorica, si susseguono le immagini della chiesetta di Palo (dove la scrittrice sposò Rossellini), i primi tempi del loro amore, i sogni e l’aspirazione di crescere in fretta, i momenti atroci e terribili della Guerra, la caduta del fascismo, il ritorno a Roma e, finalmente, l’inizio delle riprese del celeberrimo Roma, città aperta. Il confronto tra passato e presente, il rapporto moglie/marito, la folgorante carriera del regista, i figli, la morte prematura del primogenito, la fine, dopo non molto, del matrimonio, gli altri rapporti del regista, l’incontro con Anna Magnani, il matrimonio con Ingrid Bergman, i viaggi e le relazioni con il magico mondo del cinema scorrono di pari passo con la realizzazione di capolavori del neorealismo, da Paisà a La vispa Teresa, sino alla morte di Rossellini nel 1977. Ma il resoconto dell’autrice prosegue, tra aneddoti ed esperienze le più varie, sino a immaginare, con una punta di brillante ironia, il suo stesso funerale, messo in scena per finta e con l’augurio di poter “concludere la propria vita regalando a tutti un ultimo sorriso”. Come scrive Carlo Lizzani: “Molti episodi, molti personaggi raccontati in questo libro contribuiranno a tener vivo per le giovani generazioni il ricordo di una stagione artistica straordinaria. Non c’è futuro senza memoria. Grazie Marcellina. E altri novant’anni!” -
Coop-etition
L’Autore offre una guida pratica per conoscere il mercato australiano con tutte le sue opportunità a quegli operatori che desiderino intraprendere lì una nuova attività. Attraverso una analisi dei settori economici e delle best practices vengono evidenziati i fattori strategici per una internazionalizzazione vincente. Vengono approfonditi il sistema produttivo e distributivo australiano e in particolar modo il settore agroalimentare e manifatturiero. Vengono esaminati, inoltre, tutti i possibili interscambi relativi a Turismo, Ricerca e Sviluppo, Information & Communication Technology, indicando i criteri metodologici che, attraverso il Fattore 4, possano far raddoppiare le opportunità e dimezzare i rischi nel confronto internazionale. Attraverso un’abbondante offerta di grafici e statistiche l’Autore fotografa il complesso delle relazioni australiane con il mondo, l’Europa, l’Italia e in particolare la Campania, per accompagnare l’operatore in un mercato che, oltre ad offrire delle interessanti opportunità, può anche essere una strategica ed eccellente piattaforma economica per il sempre più interessante continente asiatico.
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Matilde Serao a Eleonora Duse. Lettere
Matilde Serao ed Eleonora Duse. Due amiche, due donne, ma anche due figure storiche importanti che hanno segnato entrambe, pur se in maniera diversa, lo scenario culturale e sociale di uno scorcio del primo Novecento. E Matilde Tortora, consapevole del rilievo che tali personaggi ebbero nella vicenda culturale italiana del secolo scorso, ha deciso di riportare, indagare e travasare sulla pagina scritta quest’incontro spirituale, umano, oltre che letterario. Lo ha fatto proprio tramite altre pagine vergate: la fitta corrispondenza tra le due donne, documenti significativi e testimonianza veritiera di un legame profondo che si andò instaurando nell’arco del primo ventennio del Novecento. La perizia filologica con cui la Tortora ha compiuto questa ricostruzione va di pari passo con una ricerca storica caparbia e attenta, ma sempre rispettosa e fedele. E se l’esito di tutto ciò è rappresentato dagli aspetti, per così dire, “istituzionali” delle due figure, la curiositas che ha accompagnato l’indagine è riuscita a far emergere anche il lato più autentico e privato della Serao e della Duse, messe a confronto tra loro e in relazione all’evolvere di un’epoca. Una scambio di missive, molto probabilmente solo un’esigua parte, quella rimasta, che si muove, toccando gli estremi della confessione muliebre e dell’intimità di un affetto sincero, da un parte, e quelli della lucida coscienza del momento storico vissuto e di una sua acuta critica, dall’altra. Ed è così che nelle epistole tornano numerosi ed energici interrogativi, nonché l’aurorale tema di una rinascita personale e professionale, condivisa sia dalla giornalista che dall’attrice. -
Le guerre di Dadà
Dada e le sue guerre. Con mano sapiente ed amore profondo per la sua terra, l’autrice ripercorre le tappe della sua infanzia. Rie-voca gli anni della sua formazione, avvenuta in un contesto di lavoro in cui s’intrecciano memorie, racconti di famiglia, aneddoti, usi e costumi della terra visitata da Goethe, Stendhal, Dumas padre, che aveva conosciuto il massimo splendore nella seconda metà del Settecento. sorprendente e straordinario come Dada bambina soffra sulla sua pelle l’ultimo conflitto mondiale, sempre pronta ad accogliere i lati positivi di ogni situazione per uscirne pi forte e vitale che mai. Questa bambina ci d dei messaggi molto attuali: la sua guerra per vivere la sua arte nell’industria di famiglia e l’opposizione del padre che non la vuole perché femmina. Come non commuoversi di fronte alla famiglia milanese della madre che la considera di razza inferiore perché terrona. Grazie al suo dialogo con Dio e alla sua positivista Dada riesce a superare tutto, tanto da essere considerata speciale, diversa, e quindi non compresa. Rinuncia al principe azzurro perché per lei l’amore conoscenza reciproca, affinità e accoglimento totale. Certamente fu un angelo a farle incontrare ad Amalfi l’Amore, l’uomo della sua vita che aveva queste capacità. -
Il restauro dei Papiri dell’Universita’ di Liegi
La piccola Collezione di papiri greci e copti dell’Università di Liegi (20 papiri) fu acquistata al Cairo nel febbraio del 1954 dal papirologo belga P. Mertens, docente di Papirologia presso questo Ateneo, per scopi sostanzialmente didattici. Essa è custodita al Centre de Documentation de Papyrologie Littéraire (CEDOPAL) della medesima Università, Istituzione cardine nell’àmbito degli Studi Papirologici Internazionali, soprattutto letterari. I papiri, che avevano ricevuto una sistemazione provvisoria in un’epoca in cui le tecniche specifiche di trattamento e restauro erano ancora poco note, si erano notevolmente deteriorati e rischiavano un danneggiamento ancor più cospicuo ed irreversibile. Su invito di M.H. Marganne, Direttrice del CEDOPAL, nel giugno 2004 un’équipe di studiosi del Centro di Studi Papirologici, guidata dal Prof. M. Capasso, ha restaurato i preziosi documenti, con l’applicazione di tecniche moderne, non invasive, che hanno comportato da un lato un miglioramento dei papiri sul piano materiale e dall’altro una valorizzazione dei testi da essi restituiti, che sono divenuti più leggibili. L’intervento si è svolto nel segno di una pluriennale e preziosa collaborazione tra il CEDOPAL ed il Centro di Studi Papirologici dell’Università di Lecce.