• Il restauro dei Papiri dell’Universita’ di Liegi

    15,00

    La piccola Collezione di papiri greci e copti dell’Università di Liegi (20 papiri) fu acquistata al Cairo nel febbraio del 1954 dal papirologo belga P. Mertens, docente di Papirologia presso questo Ateneo, per scopi sostanzialmente didattici. Essa è custodita al Centre de Documentation de Papyrologie Littéraire (CEDOPAL) della medesima Università, Istituzione cardine nell’àmbito degli Studi Papirologici Internazionali, soprattutto letterari. I papiri, che avevano ricevuto una sistemazione provvisoria in un’epoca in cui le tecniche specifiche di trattamento e restauro erano ancora poco note, si erano notevolmente deteriorati e rischiavano un danneggiamento ancor più cospicuo ed irreversibile. Su invito di M.H. Marganne, Direttrice del CEDOPAL, nel giugno 2004 un’équipe di studiosi del Centro di Studi Papirologici, guidata dal Prof. M. Capasso, ha restaurato i preziosi documenti, con l’applicazione di tecniche moderne, non invasive, che hanno comportato da un lato un miglioramento dei papiri sul piano materiale e dall’altro una valorizzazione dei testi da essi restituiti, che sono divenuti più leggibili. L’intervento si è svolto nel segno di una pluriennale e preziosa collaborazione tra il CEDOPAL ed il Centro di Studi Papirologici dell’Università di Lecce.

  • Il ritorno di Cornelio Gallo. Il papiro di Qasr Ibrm venticinque anni dopo

    30,00

    Il frammento di rotolo con i versi elegiaci attribuiti a Gaio Cornelio Gallo fu rinvenuto nel 1978 a Qasr Ibrim, nell’Egitto meridionale, da una Missione Archeologica anglo-americana, patrocinata dall”Egypt Exploration Society. Il ritrovamento di quello che è legittimamente considerato quanto rimane del libro latino più antico a noi pervenuto costituisce una delle acquisizioni più importanti della Papirologia del secolo scorso. Ben presto del frammento di Qasr Ibrim si persero le tracce, nonostante l’imponente bibliografia che su di esso veniva via via prodotta: solo poche persone ebbero il privilegio di averlo tra le mani; tutti gli altri si sono basati sulle fotografie accluse all’ editio princeps. Dopo che, a venticinque anni dalla sua scoperta, il papiro è stato localizzato, recuperato, restaurato ed esposto in una teca all’interno della sala 29 del Museo Egizio del Cairo a cura del Centro di Studi Papirologici dell’Università di Lecce, oggi tutti possono ammirarlo e vederlo. Questo libro espone la vicenda del recupero del frammento ed i risultati di una nuova lettura autoptica e, al tempo stesso, riesamina alcune delle principali questioni storiche, letterarie e bibliologiche che esso pone. In un contributo finale, Paolo Radiciotti ne esamina la fenomenologia grafica.

  • The Bologna and Lecce Universities Joint Archaeological Mission in Egypt: Ten Years of Excavations at Bakchias (1993-2002)

    25,00

    Circa cento anni dopo i primi scavi, una spedizione delle Università di Bologna e di Lecce ha cominciato a scavare nel sito greco-romano di Bakchias, che gli abitanti locali chiamano “la collina di Tamarisks”. Lo scavo ha segnato l’inizio della moderna indagine archeologica del vecchio “kome” di Bakchias, grazie al quale alcune case e due templi sono stati portati alla luce. Questo album mostra sinteticamente i risultati del lavoro, particolarmente per persone non specializzate. Infatti, gli studenti possono consultare direttamente le relazioni annuali preliminari, pubblicate dalla Missione.

  • The Restoration of Egyptian and Greek Papyri Housed in Cairo Egyptian Museum (1997-2000)

    12,00

    Un opuscolo dedicato al lavoro di restauro, a cura del Centro di Studi Papirologici dell’Università degli Studi di Lecce, dei papiri del Museo Egizio del Cairo, inaugura una nuova serie di pubblicazioni del Centro. Caratteristica della collana editoriale è la presenza, accanto al testo, di un ricco corredo iconografico. La collana espone prevalentemente i risultati di indagini svolte o variamente promosse dal Centro. La scelta di fare uscire il primo numero in lingua inglese è dovuta all’intento di assicurarne la massima diffusione in Egitto.

  • Come tele di ragno sgualcite

    10,00

    Dominique Vivant Denon (1747-1825) e Jean François Champollion (1790-1832) viaggiando per l’Italia, rispettivamente nel 1777-1778 e nel 1825, visitarono l’Officina dei Papiri Ercolanesi all’epoca meta tradizionale degli eruditi europei. I due eruditi ricavarono da quella visita impressioni diverse, lasciandoci due testimonianze particolarmente illuminanti. Il presente opuscolo ricostruisce quelle loro due visite, molto poco note, inserendole nella storia della vicenda dei papiri della Villa dei Pisoni, più nota come Villa dei Papiri.

  • Dieci anni di Papirologia a Lecce. Il centro di Studi Papirologici dal 1992 al 2002

    25,00

    L’idea di fondare un Centro di Studi Papirologici fu concepita da Mario Capasso nel 1990. Pensò che una tale istituzione in concreto collegamento con altri Centri e Scuole Papirologiche italiane ed estere potesse sostenere il suo impegno nello studio e nella valorizzazione dei papiri che a partire da quell’anno Capasso cominciò ad acquisire sul mercato antiquario e contribuire in vario modo all’incremento della ricerca papirologica. Il Centro nacque con Decreto Rettorale del 18 marzo 1992. Successivamente, si trasformò in Centro Interdipartimentale con il concorso del Dipartimento di Scienze dell’Antichità. Nei suoi primi dieci anni di vita, il Centro ha svolto un’intensa attività scientifica che gli ha permesso di meritarsi un posto tra i Centri e le Scuole Papirologiche Internazionali. In questo volume sono esposti i risultati di un lavoro lungo dieci anni, tra pubblicazioni, spedizioni, lavori di restauro e acquisizioni.

  • Contributi alla Storia della Officina dei Papiri Ercolanesi vol 3

    25,00

    Il contenuto è nato da una serie di conversazioni con Agnese Travaglione, responsabile dell’Officina dei Papiri della Biblioteca Nazionale di Napoli, alcuni suoi collaboratori ed un paio di studiosi che hanno dedicato gran parte dela loro ricerca ai testi ercolanesi ed alla loro storia quali Anna Angeli ed Enzo Puglia. Abbiamo scelto di illuminare alcuni momenti della vicenda dell’Officina che ci sembravano ancora insufficientemente rischiarati. Fondamentale, a questo proposito, si è rivelato il supporto di una serie di documenti e di materiali iconografici inediti del ‘700, dell’800 e del ‘900 contenuti tra l’altro nell’Archivio dell’Officina e che ci sono stati messi liberamente a disposizione dalla Direzione della Biblioteca Nazionale.