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52 Milioni di Parole. Eleonora Duse racconta di sé
Il libro
Eleonora Duse posa a Parigi per la pubblicità del Chocolat Guérin-Boutron, a farle compagnia è Matilde Serao; invia in dono un oggetto a lei molto caro a Mary Pickford mentre è a New York; scrive alla poetessa e scrittrice Ada Negri di sua madre; discorre dei suoi fiori preferiti con Ida Rubinstein; ringrazia il padre di James Joyce per avere portato il figlio giovanissimo a teatro ad un suo spettacolo, apprenderà anni dopo dell’influenza che il vederla in scena ebbe per lui nel creare il personaggio di Molly Bloom nell’Ulysses; ricorda le lacrime di Giovanni Papini a causa delle sue difficoltà finanziarie e racconta di chi nella sua vita contò tanto, Boito, D’Annunzio e dice tanto altro, perfino di Pirandello sfidato a duello. Pertanto questo libro è da ritenersi come un’autobiografia trasposta di Eleonora Duse che dice di sé, delle sue peregrinazioni, delle sue frequentazioni, del suo Teatro.
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Il cenacolo delle donne
Il libro
Il cenacolo delle Donne vede riunite, nell’oggi, le donne che ebbero in anni lontani la ventura di ritrovarsi tante volte assieme nella stessa stanza, in una residenza dell’Ottocento. Chi seduta a capotavola, posto che le spettava in quanto madre del padrone di casa, chi seduta ai lati della tavola imbandita, chi in quella stanza a servire le pietanze, qualcuna altra ospite provvisoria venuta in visita e le donne che stettero assise nella mente del loro autore, da lui create e pure tanto vive nel romanzo manzoniano. Donne che si ritrovano assieme nel presente, autoconvocatesi per amore suo. Ma anche, venute a dire la loro versione dei fatti.
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Matilde Serao a Eleonora Duse. Lettere
Matilde Serao ed Eleonora Duse. Due amiche, due donne, ma anche due figure storiche importanti che hanno segnato entrambe, pur se in maniera diversa, lo scenario culturale e sociale di uno scorcio del primo Novecento. E Matilde Tortora, consapevole del rilievo che tali personaggi ebbero nella vicenda culturale italiana del secolo scorso, ha deciso di riportare, indagare e travasare sulla pagina scritta quest’incontro spirituale, umano, oltre che letterario. Lo ha fatto proprio tramite altre pagine vergate: la fitta corrispondenza tra le due donne, documenti significativi e testimonianza veritiera di un legame profondo che si andò instaurando nell’arco del primo ventennio del Novecento. La perizia filologica con cui la Tortora ha compiuto questa ricostruzione va di pari passo con una ricerca storica caparbia e attenta, ma sempre rispettosa e fedele. E se l’esito di tutto ciò è rappresentato dagli aspetti, per così dire, “istituzionali” delle due figure, la curiositas che ha accompagnato l’indagine è riuscita a far emergere anche il lato più autentico e privato della Serao e della Duse, messe a confronto tra loro e in relazione all’evolvere di un’epoca. Una scambio di missive, molto probabilmente solo un’esigua parte, quella rimasta, che si muove, toccando gli estremi della confessione muliebre e dell’intimità di un affetto sincero, da un parte, e quelli della lucida coscienza del momento storico vissuto e di una sua acuta critica, dall’altra. Ed è così che nelle epistole tornano numerosi ed energici interrogativi, nonché l’aurorale tema di una rinascita personale e professionale, condivisa sia dalla giornalista che dall’attrice. -
Lettere di Roberto Bracco a Ruggero Ruggeri
Queste lettere, fino a oggi rimaste inedite, furono scritte dal drammaturgo Roberto Bracco, all’epoca già famoso per le sue opere rappresentate nei maggiori teatri in Italia e all’estero, all’attore Ruggero Ruggeri, dal febbraio 1912 all’ottobre 1914, e riguardano le fasi di approccio e convincimento a che il grande interprete accetti di portare in scena il suo lavoro teatrale Il Piccolo Santo e infine, ottenuto il suo assenso, il costante intervento di Bracco durante le varie fasi d’allestimento di questa sua opera, sebbene affermi di volersene tenere in disparte. L’interesse che queste lettere suscitano è dovuto al fatto che esse disvelano per la prima volta il back-stage di un lavoro teatrale bracchiano, non solo il suo chiedere, incitare e infine persuadere Ruggeri a interpretare Il Piccolo santo, ma anche il suo intervenire con suggerimenti, proposte, indicazioni di scenografia e insistiti consigli per la scelta degli interpreti per quello che era il più difficile dei suoi testi teatrali, e per sua stessa ammissione, il suo testo “più letterario e meno teatrale”. Inoltre è qui anche pubblicata l’azione cinematografica inedita di Roberto Bracco dal titolo Il primo raggio di Sole, recentemente rinvenuta, nel prezioso autografo originale dell’autore.