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La parola prima di tutto
Amori, sfortune, arte, incontri e riscoperte sono alla base della storia di Auretta, donna partenopea che racconta di sé, della sua storia fatta di alti e bassi che sconvolgono costantemente la sua vita. Le sue parole sono presentate attraverso la voce narrante della scrittrice che annota in un diario tutto ciò che le è stato raccontato da Auretta. Partendo dalle sue origini e quelle dei suoi genitori, ripercorrendo poi tutti gli eventi che l’hanno formata e resa la donna che è ora. A fare da cornice la storia d’Italia, dal Novecento fino ai giorni nostri, in un contesto tipicamente partenopeo. Ad arricchire la narrazione l’autrice, Daniela Punziano, conclude l’opera con due sketch ripresi da eventi caratteristici della vita di Auretta, già narrati precedentemente, rendendo più immersiva la lettura.
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Il passaporto strappato
L’autrice ripercorre in prima persona il corso della sua vita, partendo dai primi ricordi dell’infanzia fino ad ora. Il filo rosso delle sue vicende è una continua rinascita, resa a volte difficoltosa dagli avvenimenti storici, che inevitabilmente hanno avuto ripercussioni sulla pace famigliare, sia che lei ricoprisse il ruolo di figlia, moglie o madre. Prima tra le delusioni: la partenza del padre per gli Stati Uniti. Con un senso di abbandono che nasce lento, Gerardina deve farsi coraggio a soli quindici anni, prendendo tra le mani le sorti di ciò che rimane della sua famiglia. Altalenando fasi di forza personale al bisogno di protezione e affetto, tra le preoccupazioni del lavoro e la cura della casa, la Russo cede finalmente alle costanti attenzioni del giovane benestante Nunzio, sposandolo dopo un lungo periodo di fidanzamento. Il matrimonio diventa una collezione di piccole schegge appuntite di dolore: le incomprensioni con il marito, le gelosie e i vari aborti. Ma non tutto il male viene a nuocere. Seppure frutto di un matrimonio infelice, Gerardina e Nunzio hanno finalmente due figli, Giovanni e Loredana, molto amati dalla scrittrice. In questo caleidoscopio di eventi traumatici, la fede in Dio e l’amore incondizionato verso il prossimo fanno da forza trainante per Gerardina, che riemerge e diventa la Fenice della sua vita.
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Scoglitti
In questo breve amarcord, Elena, la voce narrante, racconta in modo pacato e riflessivo il viaggio che ha compiuto all’insegna dell’arte, del buon cibo e della compagnia di vecchi amici e parenti. Dalla Puglia, la protagonista approda nelle terre siciliane dove la attende il vivace percorso artistico itinerante “Articolando”. La permanenza in quei luoghi e la piacevolezza del tour la avvicinano al suo passato e le permettono di rinsaldare le sue radici, rendendo ancora più gioiosa e partecipativa la sua rassicurante vita e il mondo che le appartiene. La forza espressiva dell’autrice si carica di quella verve artistica che l’accompagna da sempre e dona alla sua esistenza una calma nient’affatto apparente, espressa piacevolmente dalla prima all’ultima pagina.
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La stanza nel cuore
Il romanzo narra la quotidianità di Agnese, giovane donna alle prese con la vita matrimoniale, un percorso universitario da ultimare e l’imminente maternità. Ma dietro la stabilità apparente si nasconde un passato fatto di intransigenti imposizioni paterne, accondiscendenza materna, problemi di alcolismo e violenza all’interno delle mura domestiche. Il suo difficile vissuto induce Agnese a rifugiarsi in un mondo tutto suo, lontano dagli abusi e dalle sofferenze, dove può essere padrona e protagonista della sua vita: una stanza nel cuore. Saranno i preziosi consigli degli amici di sempre, il supporto dell’affettuoso marito Daniele e l’imminente maternità a far capire ad Agnese l’importanza del perdono e a convincerla a riavvicinarsi alla sua famiglia, alle sue radici.
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Scritti sotto dettatura di anima e cuore
Tutto ciò emerge dai testi poetici di Romano Zega sono un santuario innalzato ai valori più autentici e assoluti, che dovrebbero guidare l’umanità: la famiglia, nelle figure struggenti del padre e della madre e dei suoi attuali componenti; l’amicizia; la forte attenzione rivolta ai più deboli, a coloro che più subiscono le ingiustizie e insufficienze della società. Il nostro autore instaura un dialogo ad alta tensione con ‘a fatica, quella che si è costretti a vivere e a subire per poter garantire, più che la vita, la sopravvivenza, alla specie umana e risulta quanto mai affabulante e avvincente il suo dialogo-monologo con la condanna biblica, a cui l’uomo è ciclicamente sottoposto e dalla quale egli è riuscito finalmente a liberarsi, conquistando l’utilità e la felicità del superfluo, di ciò che apparentemente non rende niente, ma invece rende libera e felice l’anima, la mente, il cuore, soprattutto, che può finalmente battere all’unisono con le esigenze più naturali, elementari ed essenziali, dell’essere umano.
dalla prefazione di Francesco d’Episcopo
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La Danza della Vita
Alma è una donna alla continua ricerca di una felicità che mai si concretizza realmente davanti ai suoi occhi. Privata sin da piccola dell’affetto dei genitori, dopo un vano tentativo di fuga, decide di lasciare la sua famiglia all’età di 18 anni, con l’intento di non lasciarsi modellare secondo il volere di sua madre. Dopo un soggiorno di tre anni presso una zia paterna, in cui stringe un forte legame con lo zio “Lu Baruni”, Alma decide di prendere in mano le redini della sua vita e trasferirsi, a causa della dipartita di quest’ultimo. Ma il destino beffardo non avrà riserve sulla giovane donna: Alma si ritroverà rinchiusa nella “prigione” di un uomo ingannevole, e sperimenterà il vero dolore quando la “signora nera” le porterà via gran parte della sua famiglia. Sarà, però, tutta questa sofferenza che permetterà ad Alma di chiedersi davvero quale sia il senso della vita e a trovarlo, seppur in maniera fugace.
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L’inganno della realtà
Charles Wilson ha tutto quello che si potrebbe desiderare: un buon lavoro, una bella casa, una ragazza che lo ama. Ma la vita non è sempre come appare e a Charles il suo mondo perfetto comincia a stare stretto. Le certezze, precariamente costruite, iniziano a vacillare e a sgretolarsi come un castello di sabbia, granello dopo granello, fino a condurlo, in un freddissimo giorno di dicembre, a un bivio: gettarsi nelle gelide acque del lago Champlain e farla finita o scegliere la vita a ogni costo? Giunto al punto di non ritorno, l’incontro con un bizzarro clochard dà inizio a un lungo flashback in cui il protagonista racconta le vicende che lo hanno condotto alla terribile decisione: la fuga dal paese d’origine, l’arrivo a New York, l’incontro con una donna bellissima e affascinante, intrighi e misteri, gioie e delusioni, amore e sofferenza.
Nazareno Palma ci regala un romanzo che si legge tutto d’un fiato, in cui la contrapposizione tra cuore e ragione è una lotta all’ultimo sangue e la separazione tra realtà e immaginazione è una linea sottile. All’uomo non resta che cercare di sopravvivere sforzandosi di trovare un equilibrio tra queste forze, nella consapevolezza che la felicità non è una strada in discesa, ma si costruisce passo dopo passo. -
Terra di nessuno
Nato e cresciuto in una provincia di Napoli, Federico Manfredi è un adolescente caparbio e curioso. Durante una delle sue lunghe passeggiate in bicicletta, riceve una sfida immaginaria dall’antico e affascinante castello che sovrasta la sua cittadina, Oikos, che lo induce a raggiungerlo. Al ragazzo spettano, così, lunghe pedalate durante le quali s’innamora dell’incontaminata e straordinaria natura che lo circonda.
Anni dopo, Federico è un brillante ingegnere ambientale, fino al momento in cui comprende che per migliorare il mondo non serve la retorica e non basta la tecnologia, ma bisogna partire dall’educazione ambientale rivolta soprattutto alle future generazioni. Tornato nella sua amata terra per insegnare, si ritrova in una valle completamente cambiata rispetto a quella della sua gioventù, oltremodo inquinata. Inizia così delle lezioni sull’ecologia, nel tentativo di appassionare e sensibilizzare i giovani, guidandoli verso il raggiungimento di una maggiore consapevolezza del proprio ambiente. A fare da sfondo al racconto è la relazione amorosa tra Federico e Gaia, seducente e bellissima collega, che non è altri che la metafora dell’amore profondo e disinteressato del protagonista per la natura e la Madre Terra.
Alberto Di Buono firma un romanzo ambientale che affronta in modo schietto, concreto, talvolta ironico, talvolta avvalendosi dell’artificio della poesia e dell’arte in generale, il tema dell’inquinamento, che attanaglia la società odierna. Attraverso un linguaggio semplice ma efficace, l’autore invita il lettore a una profonda riflessione, mostrando come sia necessario percorrere una strada comune e adeguata per contrastare questo male, nella piena consapevolezza che chi inquina e rovina la natura sta solo distruggendo se stesso. -
Donne bambine, colonne e regine
Mi auguro che tanti, attraverso le scintillanti rime di Marco, piuttosto che attraverso le mie narrazioni di viaggio, possano riscoprire il fascino seduttivo del bello della vita nelle sue espressioni più ampie, superando il greve e il cupo di una materialità spesso stringente e angosciante.
dalla prefazione di Paola Lauretano
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La mia ragazza è single
Un ragazzo, la sua fidanzata, i suoi genitori.
Una storia di tradimenti e di ritorni.
Il rapporto stretto tra padre e figlio non può servire a evitare
i problemi, ma può essere molto utile per superarli.
Leonardo e Diego non sono soltanto padre e figlio,
sono anche migliori amici, confidenti e insieme affrontano
tutti gli ostacoli che la vita pone sul loro cammino.
Ne usciranno sempre vincitori?
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Il Trionfo dell’Amore
La toccante storia d’amore senza tempo di Astin e Korin prende vita tramite le parole di Tina Marasca. Dopo i primi anni felici della loro relazione, alcune scelte sbagliate di Astin causano la fine del rapporto e una serie di conseguenze che avranno su di lui una pessima influenza, tanto da finire in carcere. Ma nonostante tutte le difficoltà incontrate, la ragazza diventa per l’uomo un pensiero fisso, finché dopo anni decide di riallacciare i rapporti con lei. Tramite una serie di messaggi, che l’autrice riporta, il lettore assiste al risentimento, alla rabbia e al rancore di Korin nei confronti di quello che considerava il suo grande amore: un dolore che, per quanto abbia reso difficili tanti anni della loro vita, non riesce a sovrastare il grande amore dei due protagonisti.
Astin e Korin si abbandonano così alle loro emozioni, cercando di dare una seconda possibilità a quel sentimento stroncato troppo in fretta e cercando stavolta di seguire il proprio cuore e far sbocciare finalmente il loro amore.
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Sulle orme della sclerosi multipla
Nel secondo volume di quest’opera autobiografica, l’autrice Maria De Giovanni racconta la sua vita dopo la pubblicazione del primo libro. Infatti, grazie anche all’affetto e alla riconoscenza del pubblico, Maria riesce a reagire di fronte alla sua malattia, la sclerosi multipla, che tuttavia continua a manifestarsi in maniera aggressiva, al punto da costringerla a cambiare terapia.
Il confronto con il suo pubblico è molto importante per Maria che, grazie ad una serie di interviste e presentazioni del suo libro, riesce a sensibilizzare un gran numero di persone ad un argomento così delicato.
“L’uragano Mary”, nonostante la sua malattia, cerca di infondere coraggio attraverso progetti che permettono ai disabili di vivere liberamente la propria vita.