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Tutta colpa della mirra
“Tutto cominciò quando mi resi conto di non farcela più a sopportare mio padre. Per carità, non che Lui non sia un brav’uomo, anzi, per essere ‘bravo’ lo è fin troppo: il vero problema è che mio padre non è un uomo. Di un uomo, ad esempio, non si sopportano i difetti, di mio padre, che difetti non ne ha, non sopportavo più i pregi. E che pregi! Provate a vivere tutti i vostri giorni con un essere che non sa cosa sia il peccato: roba da farlo ‘santo’ se non fosse che così mio padre verrebbe declassato. Perché mio padre, se non l’avete ancora capito, è addirittura Dio”.
Inizia così il racconto di Gesù che, pur di lasciare un noiosissimo Paradiso, chiede al padre di scegliere lui come Messia da inviare sulla terra, come promesso agli ebrei. Il padre accetta, ma a una condizione: se la deve cavare da solo, a cominciare dalla nascita. Non figlio di imperatore o console, non a Roma o Atene, ma figlio di un falegname, in un paesino sperduto a Sud della Palestina, e pure senza una casa! E come se non bastasse, gli effetti iettatori di un regalo che gli porta uno dei re magi, un unguento che usavano per i morti: la mirra.Prefazione di Gino Landi
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Lascia che sia sempre amore
Il viaggio letterario, dunque, che Laura Croce propone dentro e fuori se stessa, coinvolge direttamente il lettore, il quale non si sente mai estraneo o forestiero alla sua vita, ma subito suo nuovo amico, al quale confidare i segreti più scoperti, quelli che fanno talvolta male al cuore e alla mente, ma che le parole della prosa poetica dell’autrice propongono con la forza e la fragilità di una donna, che non può fare a meno di amare e di gridare al mondo la sua voglia di attenzione e di ascolto.
Dalla Prefazione
di Francesco D’Episcopo -
Il volo del gregario
Negli anni del dopoguerra, la famiglia Mele decide di lasciare Calvi Risorta e
spostarsi a Torino, portandosi dietro tutti i valori nei quali ha sempre creduto.
Gigi ha solo sei anni, ma ha già maturato in sé la consapevolezza di ciò che diventerà un giorno: un ciclista. Realizzare il suo sogno non significa soltanto vivere profondamente la sua più grande passione, ma rappresenta il riscatto dai sacrifici a cui erano stati costretti lui e la sua famiglia. Grazie alla grinta e alla velocità che lo contraddistinguono, Gigi riesce a partecipare a gare sempre più importanti, fino a entrare nel professionismo e restarvi per sette anni.
Silver Mele firma la storia di un ciclista degli anni Sessanta, ma, prima ancora, la storia di un uomo che insegna che credere in un sogno è il più ambìto dei traguardi. -
Sergio Brio – L’ultimo Stopper
Sergio Brio ha attraversato da protagonista 16 anni di calcio, tutti con la maglia bianconera, 13 da stopper e 3 da assistente di Giovanni Trapattoni.
Uomo vincente, adesso ha deciso di raccontarsi. E lo fa con l’entusiasmo e l’umiltà tipica del suo carattere.
Il racconto parte da lontano e abbraccia tutta la sua storia calcistica, da quando ha mosso i primi passi nel Lecce, passando per la Pistoiese per approdare alla Juventus.
E i ricordi si inseguono: la sua famiglia, le lezioni di Attilio Adamo con le dovute riflessioni sull’attuale crisi del settore giovanile, il Lecce, la gavetta alla Pistoiese e l’arrivo alla Juventus.
E poi gli infortuni, il periodo dei consensi e quello delle critiche, lo spirito di una squadra, che ormai è diventata una cantilena, il morso del cane all’Olimpico, la delusione di Atene, la storica rivalità tra la Juve e la Roma, il pallone arancione della SuperCoppa Europea.
Ricorda anche la tragedia dell’Heysel, ferita ancora aperta, la sua prima espulsione, la felicità di Tokyo fino alla partita di addio.
Brio si sofferma sugli aneddoti a lui cari relativi agli attaccanti più famosi che ha incontrato.
Interessante anche il racconto della sua avventura di allenatore e l’immancabile omaggio alla famiglia Agnelli.
Brio, con la mano di Luigia Casertano, ci accompagna nell’avvincente viaggio di una vita che ha dell’inimmaginabile. -
Il viaggio di Alberto Pizzo
Una telefonata di pochi minuti segna l’inizio di un’amicizia che trascende i confini dell’umanità ed eleva l’animo dei due protagonisti alla vera conoscenza.
Gianluca vive ad Amalfi, ma decide di trasferirsi a Napoli grazie al suo profondo amore per il pianoforte. Alberto è un “folle genio della musica”, le cui doti artistiche godono enorme successo tra gli studenti di pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella. È proprio in questo contesto che tra i due nasce una singolare amicizia, il cui filo conduttore, che li accompagnerà in un percorso di crescita professionale ed interiore, sarà l’amore smisurato per la musica. Il corso di perfezionamento a Tivoli diventa un’occasione di viaggio introspettivo nell’animo dei due, che percepiscono il suono come una magia, che prescinde dalla semplice tecnica pianistica, e il cui fine ultimo si concretizza nella ricerca di armonia tra il mondo esteriore e l’universo interiore.
La storia di un’amicizia che spinge alla consapevolezza. La vera storia di un viaggio spirituale verso “l’equilibrio” e verso quelle “occasioni di impronta quasi divina” che Alberto Pizzo riesce abilmente a riconoscere, non senza difficoltà, e che trovano espressione nell’amore, nel viaggio in Giappone, nel viaggio negli Stati Uniti e, infine, nella conoscenza elevata della spiritualità. Il racconto di un “percorso” singolare, che segnerà le tappe di un’evoluzione continua e infinita, perché, come sostiene Alberto Pizzo: “Ogni successo trascina con sé la consapevolezza degli ulteriori traguardi da raggiungere. Si può sempre crescere e migliorare”. -
Micol Olivieri – Le donne della mia vita
Un momento magico, come quello della favola della buona notte, si trasforma per Micol nella possibilità di raccontare ad Arya, la sua bambina, la storia delle donne della loro famiglia. Donne che hanno conosciuto la guerra, il dolore, la solitudine, che hanno dovuto fare i conti con uomini spesso assenti, ma che hanno amato con tutte se stesse.
Importanti sono i valori che mamma Micol trasmette alla sua piccola: l’amore e la determinazione, ma soprattutto la magia di essere donne. -
Love – Le canzoni d’Amore dei Beatles
La Terra è un pianeta ricoperto per tre quarti dalle acque dei mari e per un quarto dai dischi dei Beatles!
Quella dei Beatles è un’autentica storia d’Amore con il mondo intero.
Dal loro singolo d’esordio Love Me Do del 1962 al colossale collage sonoro Love degli anni Duemila, i Beatles hanno cantato l’Amore, ne hanno perlustrato le profondità, riproponendole al loro pubblico con disinvoltura e intelligenza.
I loro testi sono riusciti ad entrare nei cuori, nelle sensibilità e nelle menti di milioni di ascoltatori, frantumando barriere sociali, linguistiche, culturali e geografiche: il volume LOVE – Le canzoni d’Amore dei Beatles di Michelangelo Iossa propone una critica ragionata dei brani più amati della discografia ufficiale dei Fab Four con traduzioni in italiano.
Innamoramento, Coppia, Famiglia, Amicizia, Memoria e Amore Universale sono i titoli dei capitoli di LOVE: a più di cinquant’anni dall’esordio discografico dei Beatles, Iossa propone sei aspetti-chiave della poetica amorosa beatlesiana, sei punti di vista, sei differenti angoli di visione sull’Amore, spesso sorprendenti per il loro straordinario equilibrio tra semplicità e raffinatezza.
Sintetiche notazioni biografiche ed aneddotiche accompagnano il commento storico-critico di ogni canzone del repertorio dei Beatles, ambasciatori di una straordinaria evoluzione poetica ed espressiva. Il libro è arricchito da un’ampia appendice sulla discografia ufficiale del quartetto di Liverpool. -
Luigi Libra – Napoli e l’incanto melodico degli anni Cinquanta
La canzone napoletana come veicolo di storia e cultura: toccante, entusiasmante intervista all’eclettico Luigi Libra, recentemente insignito della nomina di Ambasciatore della Canzone Napoletana nel mondo.Attraverso l’esperienza del giovane cantautore e la sua formazione, con quegli incontri che hanno cambiato la sua carriera e la sua vita, ripercorriamo tappa per tappa la vicenda di un genere musicale che è stato, e che è tutt’ora, fondamenta della nostra identità culturale.Dalla prefazione di Paolo Limiti ad un aneddoto su Teddy Reno e Totò, dal ricordo di Massimo Troisi alla storia dell’industria discografica made in Italy: una vita, quella di Luigi Libra, le cui parole chiave non possono che essere Napoli e, soprattutto, musica. -
Sono figlio di Oscar Wilde
Biagio Arixi pubblico e privato. Ci apre le porte della sua vita privata e professionale e attraverso ricordi, pensieri, parole e immagini scopriamo la doppia anima del “poeta mondano”, proiettato nel futuro ma pur sempre legato a quella terra lontana e misteriosa che è la sua Sardegna. Biagio scarlatto e peccaminoso, sensibile e casto, innamorato delle lettere, della vita, dell’amore, in continua tensione tra frenesia e intimismo.
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Carla Fracci dalla A alla Z
Una etoile. E una giornalista. Una stella. E la sua migliore amica. Una donna. E un’altra ancora. Carla Fracci. E Giuliana Gargiulo. A tu per tu. Faccia a faccia. Un grande rapporto di amicizia che si svela, a quarant’anni dal primo incontro, in una nuova forma di libro/intervista. Un alfabeto. Fatto di ricordi, di emozioni, di prove, di studio quotidiano, di ballerini e di balletti. Quanti successi! Non solo. In questo inedito alfabeto, la grande etoile, celebratissima star della danza in tutto il mondo, racconta anche un pizzico del suo privato, la sua famiglia, se stessa. Procedendo per argomenti (ad esempio: M come mare, come matrimonio, come mozzarella, come Margot Fontayn; R come Roma, come Romeo e Giulietta, come Rudolf Nureyev), Carla e Giuliana parlano del più e del meno, ricordano questo e quello: i partner indimenticabili, i grandi coreografi, le tourneè più faticose, i momenti della vita più significativi. Pieno zeppo di immagini che esprimono la bellezza – immutata nel tempo – di un vero e proprio mito vivente, fotografie attinte non solo agli archivi dei grandi fotografi che nel corso della sua luminosa carriera sono rimasti catturati da così tanta grazia e bellezza, ma anche agli album di famiglia, Carla Fracci. Dalla A alla Z, tra pubblico e privato è un libro già attesissimo e pieno di sorprese. Per sapere di più sul personaggio, per imparare a conoscere la persona. Giuliana Gargiulo ha conosciuto il regista Beppe Menegatti, marito di Carla Fracci, nel 1958 a Milano per l’inaugurazione della stagione del Piccolo Teatro, lei attrice appena ventenne, lui assistente alla regia, insieme nella compagnia di Eduardo De Filippo. Vite che s’intrecciano, dunque, storie parallele. Come in una coreografia. Come dire: una Fracci per amica. -
Le lancette spezzate
La spensieratezza e la quotidianità della vita di un bambino di otto anni si fermano improvvisamente in una notte di maggio del 1978, quando apprende che il padre, un giornalista investigativo che lavorava al quotidiano “XX Secolo”, si è suicidato lanciandosi nelle acque del Po, a Torino. Vent’anni dopo, Giovanni Parente, divenuto ormai adulto, andrà alla ricerca dei motivi di quel terribile gesto che continua a pesare come un macigno sulla sua esistenza: leggerà gli articoli scritti dal padre negli ultimi mesi della sua vita, conoscerà colleghi, amici e confidenti del genitore che gli mostreranno, pian piano, i tasselli di un puzzle difficile da ricostruire.
Entrerà, così, nel tunnel del più grande mistero della storia della Repubblica Italiana: il sequestro e l’omicidio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.
Antonio Pesca firma un romanzo storico dalle tinte gialle il cui protagonista, riportando indietro le lancette dell’orologio spezzatesi in quella notte di maggio, scoprirà alcune verità inenarrabili che cambiarono la storia politica dell’Italia. -
Flusso
Nella successione dei racconti, si affollano le vicende di individui diversissimi tra loro e che a un primo sguardo sembrerebbero non avere nulla in comune: Luigi, che non ha mai finito il liceo e vive travolto da una perenne condizione umana di sconfitta e d’impotenza; Adriana, che si sente sull’orlo di un baratro che nemmeno riesce a descrivere e che cerca di destreggiarsi tra una situazione famigliare complicata e i mille dubbi sulla sua storia d’amore con un ragazzo più giovane di lei; Gianni che, rimasto su una sedia a rotelle dopo un brutto incidente, deve combattere ogni giorno per non lasciarsi andare; e ancora, Valerio, che combatte da anni con la depressione a seguito della morte della moglie, e Padre Corrado, che ormai ha perso perfino la fede, oltre che la speranza. Storie tanto diverse si intrecciano tra loro, legate indissolubilmente da una sensazione di inadeguatezza, che porta a interrogarsi sul senso profondo della vita, sul suo significato più intimo e sul desiderio costante di conoscere e conoscersi di più. Alcuni racconti hanno protagonisti comuni e, quindi, il raccordo è alquanto immediato. Tuttavia, il filo che lega tutto è sempre ben visibile perché tutti i racconti si muovono sempre intorno ad individui
posizionati, momentaneamente o definitivamente, sul limite di una sofferenza psichica, sociale, affettiva o altra. Sono storie di perdenti, perdenti in differenti ambiti ed in vario modo, ma pur sempre unici portatori del senso profondo della vita.
Alessandro Antonaia affronta un viaggio nell’io di ogni suo personaggio, penetrando nella sua psicologia ed esprimendo in maniera chiara, ma mai scontata, il profondo malessere che ognuno di essi vive nella sua quotidianità.